Grandi maestri piccole sculture
da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini
da Depero a Beverly Pepper
a cura di Lara Vinca Masini
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Scultura fra le due guerre<br />
Libero Andreotti<br />
(1875-1933)<br />
La Veronica, 1920; marmo,<br />
cm 66x22. Famiglia di Lupo<br />
Andreotti.<br />
Praticamente autodidatta (lavorava come fabbro, poi<br />
come scrivano e come commesso di libreria, a Palermo),<br />
nel 1899 tornava a Firenze e si dedicava all’illustrazione<br />
e alla decorazione ceramica. La sua prima esperienza<br />
si svolse nello studio di Mario Galli, dove modellava<br />
<strong>piccole</strong> statuette colorate. Incoraggiato da Grubicy,<br />
mercante e pittore, si dedicava alla scultura, dapprima<br />
secondo stilemi liberty, in seguito, dopo un soggiorno<br />
milanese (1905-1909), e uno parigino (1911), dove<br />
conosceva le opere postimpressioniste di Bourdelle e<br />
di Rodin, sperimentando una tematica e il trattamento<br />
delle superfici secondo un luminismo vicino a quello<br />
di Rodin. Volgeva poi verso il recupero della tradizione<br />
quattrocentesca toscana, anticipando le linee di quel<br />
“ritorno all’ordine” della cultura italiana incoraggiata,<br />
negli anni Venti, dal regime fascista (nel 1921 Ojetti,<br />
critico fascista, lo spingerà, infatti, verso in monumentalismo<br />
di marca “italica”). Tra i suoi più noti: Monumento<br />
Yamba (1919, Cimitero di San Miniato, presso Firenze),<br />
Monumento ai caduti di Roncade (1922), Monumento ai<br />
caduti di Saronno (1923), Monumento alla Madre Italiana<br />
(1922-1926, Chiesa di Santa Croce a Firenze).<br />
Riscoperto sul filo della recente ondata critico-commerciale<br />
del “modernariato” ha raggiunto nuova notorietà e<br />
notevoli quotazioni di mercato. A Pescia, la Gipsoteca<br />
Andreotti riunisce, di lui, oltre duecento lavori, bozzetti,<br />
modelli, relativi a trent’anni del suo lavoro.<br />
In mostra due opere: la prima, L’Incantatrice (1906),<br />
una placchetta in bronzo (il cui gesso è conservato nella<br />
Gipsoteca Andreotti) che si riporta al suo periodo milanese<br />
e che evidenzia i due primi aspetti, quello legato alla<br />
morbidezza e sinuosità del Liberty, nell’avvolgimento<br />
delle spire del serpente e nella capigliatura della donna,<br />
e quello luministico, di origine postimpressionista; la<br />
seconda, La Veronica (1920), un marmo che costituisce<br />
un esempio del lavoro maturo di Andreotti, legato a<br />
quello del suo monumentalismo funebre, che conserva,<br />
peraltro, la morbidezza del suo periodo luminista.<br />
A fianco<br />
L’Incantatrice, 1906; basso rilievo<br />
in bronzo, h cm 32,5.<br />
Pubblicato in Catalogo della<br />
Gipsoteca Andreotti di Pescia, a cura<br />
di Ornella Casazza, 1992, p. 13.<br />
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