Grandi maestri piccole sculture

Postconcettuale
Remo Salvadori
(1947)
Segue una sua particolare linea concettuale che, partendo
dagli esiti dell’Arte Povera, si apre verso nuove
ricerche di libertà espressiva. Si è sempre interessato
ai “luoghi”, come il suo di origine, per il loro potere
“esperienziale” (Germano Celant), che ha verificato
anche attraverso i suoi viaggi in Oriente, la sua attività
a Milano, spesso condivisa con Marco Bagnoli, il suo
viaggio a Roma con Sandro Chia.
Egli tende a creare un rapporto segreto, astratto, con
l’arte, come quando, con Triade del momento (1982-1988),
intende instaurare un rapporto aereo, volatile, quintessenziale,
tra i tre elementi alchemici unendo tre bottiglie
di colore diverso con un arco di tubo di rame formante
due cerchi sospesi, interrotti da una sezione verticale di
tubo, superando, nella tensione “razionale”, il significato
enigmatico del lavoro.
È la stessa tensione energetica che egli traspone nei
suoi elementi geometrici, come Nel momento (si pensi
all’affinità nel nome con l’opera già citata), in collezione
Bertini, del 2002, che fa parte di una serie che egli va
realizzando, con varianti, da qualche anno. Sono opere
in bilico tra il rigore geometrico e la libertà di un avvolgimento
manuale di alcune sezioni del lavoro, nella
morbida, traslucida, affascinante materia plasmabile, il
piombo, che sembra voler riunire in sé l’allusività misteriosofica
e alchemica, ancora e sempre, con il suo rapporto
astratto con la natura e con la sua razionale esigenza di
organicità strutturale.
Nel momento, 2002;
piombo, cm 30x30
Acquisito dall’artista.
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