Grandi maestri piccole sculture
da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini
da Depero a Beverly Pepper
a cura di Lara Vinca Masini
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Scultura postbellica e contemporanea<br />
Pietro Consagra<br />
(1920-2005)<br />
Studiava all’Accademia di Belle Arti a Palermo.<br />
Trasferitosi a Roma nel 1944, inserito nel dibattito antifascista<br />
nei confronti dell’arte e della cultura, e in quello<br />
più ampio tra figurazione e astrazione, dopo un soggiorno<br />
a Parigi (1946), in contatto con gli esponenti del<br />
rinnovamento della scultura europea, soprattutto Arp e<br />
Brancusi, era tra i fondatori, nel 1947, del gruppo Forma,<br />
tra i primi gruppi di arte non figurativa in Italia. Ne facevano<br />
parte, oltre a Consagra, Dorazio, Accardi, Guerrini,<br />
Perilli, Sanfilippo, Turcato, Attardi, che nel dibattito<br />
sul concetto di “realismo (sociale)” come appannaggio<br />
della sinistra, “astrattismo” della destra fascista, si<br />
dichiaravano, nel loro Manifesto “ASTRATTISTI e<br />
MARXISTI”.<br />
Da una ricerca impostata sul concretismo geometrico,<br />
elaborava una sua idea di scultura bidimensionale, che<br />
realizzava attraverso la scansione ritmica di lamine piatte<br />
in legno, ferro, fuse in bronzo, dal taglio mosso e irregolare,<br />
percorse da buchi, tagli, disposte in successione,<br />
scandite dalla luce che ne percorre i contorni, così da<br />
formare una struttura quadrangolare, a due facce. In<br />
seguito Consagra ha usato anche elementi trasparenti,<br />
rendendo più evidente il suo concetto di “schermo plastico”,<br />
sul quale, come scriveva Argan, si proietta “uno<br />
spazio colorato e luminoso, rilevando l’importanza che<br />
assumono, luministicamente, i tagli vuoti delle lastre, i<br />
bordi rilevati delle ‘zone’, ad esprimere ‘la qualità intellettuale<br />
del segno’”.<br />
Consagra ha anche scritto alcuni saggi, tra i quali<br />
Necessità della scultura (1952), La città frontale (1968), sulla<br />
degenerazione urbanistica delle nostre città, cui oppone<br />
l’idea utopica di una città realizzata solo da artisti.<br />
L’opera esposta, Senza titolo, del 1961-1962, è un esempio<br />
notevole del lavoro di Consagra, ricco di espressività<br />
e di energia dinamica.<br />
Senza titolo, 1961-’62; bronzo,<br />
h cm 34. Pubblicato in Pietro<br />
Consagra, Museo d’Arte Moderna<br />
di Bolzano, 2000. Galleria Il<br />
Millennio, Roma.<br />
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