Grandi maestri piccole sculture

Scultura postbellica e contemporanea
Andrea Dami
(1946)
Come dichiara nel suo I quattro cantoni (2003), egli si
è formato sulla Scuola Pistoiese, “quella dei Bugiani
e Mariotti per il disegno e la pittura, Gordigiani per la
decorazione su materiali diversi come la seta, Vivarelli
per la tridimensionalità della scultura, Bassi per i volumi
dell’architettura, mentre Cappellini era una voce
ancora diversa nel mondo dei colori”. E ricorda, inoltre,
Fernando Melani, che gli “aprì uno spiraglio, apparve
una voce nuova”.
Liberatosi, faticosamente, dalle sue prime esperienze,
volgeva verso ricerche personali, ricche anche di un
suo ripercorrimento della storia dell’arte, che lo faceva
approdare a esperienze di ogni genere, teatrali, giornalistiche,
di video.
Nella collezione un ottagono in ferro dipinto del 2000,
un piccolo modello, una sorta di Stonehenge geometrizzato,
di un particolare di uno dei suoi lavori più importanti,
di carattere pittorico, scultoreo, architettonico, in
materiali diversi, di Città sonante, lavoro “teso alla ricerca
della speranza”, che ha realizzato in varie sezioni, lavorando,
“più che sul perimetro quadrangolare della città
[…] da un dentro a un fuori […] su particolari interni
del tessuto urbano, su un segno”. Pittura, architettura,
scultura, in un rapporto di “luoghi simbolici”.
Città sonante, particolare, 2000; ferro
e pigmento, cm 11,4x27. Acquisito
dall’artista.
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