Grandi maestri piccole sculture
da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini
da Depero a Beverly Pepper
a cura di Lara Vinca Masini
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Scultura postbellica e contemporanea<br />
Giuseppe Spagnulo<br />
(1936)<br />
La sua scultura, dopo il 1966, si pone sempre in un<br />
rapporto diretto, aggressivo, con lo spazio, a differenza<br />
di tante grandi opere “minimal” che intendono, invece,<br />
porsi in frizione con lo spazio nel quale si collocano.<br />
Questi lavori di Spagnulo si propongono come “trofei<br />
negativi”, emblemi della nostra civiltà tecnologica,<br />
simboli di una volontà di lotta e di trasformazione. Nel<br />
periodo dei “ferri spezzati” egli affronta il tema della<br />
scultura orizzontale, compressa sul pavimento. In quello<br />
dei “paesaggi”, lunghe lastre che appoggiava sull’argilla,<br />
intende mettere in crisi il concetto di stabilità, giocando<br />
sul rapporto instabile tra liquido e solido. Seguivano<br />
Archeologia (1976), lavoro elementare col quale chiudeva<br />
l’esperienza del ferro. Intensificava, allora, l’uso della<br />
terracotta con cui realizza lavori incentrati sul concetto di<br />
memoria culturale, sui miti legati alla terra. Tra queste<br />
opere Antigone, Mortanatura, Turris (1982), Pendolo, che<br />
recuperano un antropomorfismo di stratificazioni amorfe,<br />
legato al magico e all’immaginario.<br />
In mostra Terracotta dipinta, 1985, una figura umana,<br />
trattata matericamente, che evidenzia il gesto dei polpastrelli<br />
della mano che l’ha modellata. Il colore ne accentua<br />
la forza naturale (si tratta di un pastore vestito di una<br />
pelle di animale?). A terra, in una sorta di contrasto tra<br />
due civiltà, la sagoma di un televisore.<br />
Terracotta dipinta, 1985; terracotta<br />
dipinta, cm 27x19. Galleria La<br />
Scaletta, S. Polo d’Enza.<br />
374 375