Grandi maestri piccole sculture
da Depero a Beverly Pepper a cura di Lara Vinca Masini
da Depero a Beverly Pepper
a cura di Lara Vinca Masini
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Scultura postbellica e contemporanea<br />
Anthony Caro<br />
(1924)<br />
Tra gli artisti che hanno dato il via al rinnovamento della<br />
scultura inglese, anticipatore, per certi aspetti, della<br />
Minimal Art statunitense, già negli anni Sessanta assumeva<br />
lo spazio come elemento formale e la scultura non<br />
più come blocco compatto, chiuso, centrifugo, ma come<br />
movimento che unisce una parte all’altra del lavoro,<br />
che spesso consiste in lastre geometriche unite tra loro<br />
da lunghe sezioni, quasi a misurare lo spazio-ambiente,<br />
occupandolo secondo una sequenza di gesti in espansione,<br />
ad evidenziarne la direzionalità. Evita, nella sua<br />
scultura, la posizione verticale e la centralità, trovando<br />
alcuni punti di appoggio sul pavimento.<br />
I lavori, in lastra metallica, uniti nelle varie parti a mezzo<br />
di bulloni e di saldature, sono vivacemente colorati con<br />
vernici industriali, quasi ad accentuare il rifiuto della<br />
manualità. Sembrano voler definire un gesto, indicare<br />
un’esperienza, darsi come oggetti della vita attuale, aprire<br />
un dialogo con lo spazio e con chi guarda, in un totale<br />
cambiamento del rapporto opera/fruitore.<br />
Tra il 1970 e il 1973 Anthony Caro è stato insegnante<br />
presso il Royal College di Londra, da cui sono usciti i più<br />
interessanti e nuovi scultori inglesi, da Deacon a Cragg,<br />
a Woodrow a Gormley.<br />
Il lavoro presente in mostra, Piccolo, 1999, in bronzo e<br />
ottone, appartiene a un periodo più recente della scultura<br />
di Anthony Caro che sembra, qui, voler bloccare<br />
in una forma chiusa, compatta, più legata al significato<br />
classico della scultura, (pur mantenendo la connotazione<br />
meccanicistica), quel suo slancio in espansione che lo<br />
ha caratterizzato dal 1960 al 1970, racchiudendo e sezionando<br />
in forme tubolari elementi lineari, che, all’interno<br />
della forma chiusa, si avvolgono in spire, e all’esterno ne<br />
costituiscono la base. Quasi a voler esprimere l’impossibilità,<br />
nel mondo di oggi, di avventurarsi in conquiste<br />
improbabili.<br />
Piccolo, 1999; fusione in bronzo e<br />
ottone patinato, cm 15,5x13x110.<br />
Pubblicato in Anthony Caro. A<br />
Catalogue raisonné, 1942-2005, 1981-<br />
2007, vol. XIII–B 2511, p. 156.<br />
Annely Juda Fine Art, Londra 2002.<br />
366 367