Catalogo Giornate del Cinema Muto 2012 - La Cineteca del Friuli
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DEVUSHKA S KOROBKOI (When Moscow <strong>La</strong>ughs) [<strong>La</strong> ragazza con<br />
la cappelliera / The Girl with the Hatbox] (Mezhrabpom-Rus, USSR<br />
1927)<br />
Regia/dir: Boris Barnet; scen: Valentin Turkin, Vadim Shershenevich,<br />
Boris Barnet; f./ph: Boris Frantsisson, asst. Boris Filshin; scg./des:<br />
Sergei Kozlovskii; aiuto regia/asst. dir: N. Stepanov, Konstantin<br />
Oganesov; cast: Anna Sten (Natasha Korosteliova), Vladimir Mikhailov<br />
(suo nonno/her grandfather), Vladimir Fogel (Fogelev, il telegrafista/a<br />
telegraphist), Ivan Koval-Samborskii (Ilia Snegiriov), Serafima Birman<br />
(Madame Irene), Pavel Pol (Nikolai Matveevich, suo marito/her<br />
husband), Eva Miliutina (Marfushka, la loro domestica/their maid),<br />
Vladimir Popov (bigliettaio in stazione/a ticket-seller at the train<br />
station); data uscita/rel: 19.4.1927; 35mm, 1926 m., 83' (20 fps); fonte<br />
copia/print source: Österreichisches Filmmuseum, Wien.<br />
Didascalie in russo, con sottotitoli in inglese / Russian intertitles, with<br />
English subtitles.<br />
Il debutto da regista indipendente di Boris Barnet (1902-1965) fu un<br />
film di propaganda per la lotteria di stato, commissionato dal Ministero<br />
Popolare <strong>del</strong>le Finanze. <strong>La</strong> Mezhrabpom si era specializzata in “film<br />
pubblicitari”, avendo realizzato intorno alla metà degli anni ’20 oltre<br />
una dozzina di questi film per le lotterie, il più fortunato dei quali era<br />
stato Zakroyshchik iz Torzhka ([Il sarto di Thorzhok], 1925) di Iakov<br />
Protazanov.<br />
Devushka s korobkoi aveva molti tratti comuni con la commedia di<br />
Protazanov, non soltanto nella trama (un datore di lavoro disonesto<br />
dà al/alla protagonista un biglietto <strong>del</strong>la lotteria di nessun valore al<br />
posto <strong>del</strong>lo stipendio; biglietto che in seguito si rivelerà essere quello<br />
vincente) – e questo si spiega facilmente, dato che entrambe le<br />
sceneggiature erano state scritte da Valentin Turkin – ma anche nella<br />
scelta <strong>del</strong> cast. Il duo comico Serafima Birman e Eva Miliutina veniva<br />
direttamente da Zakroyshchik iz Torzhka, il protagonista maschile<br />
Ivan Koval-Samborskii era una stella fissa nei film di Protazanov e<br />
Pavel Pol aveva debuttato in Aelita sempre di Protazanov. Non a caso<br />
alla protagonista di Zakroyshchik iz Torzhka, Vera Maretskaya, sarà<br />
affidato il ruolo principale nella commedia successiva di Barnet, Dom<br />
na Trubnoi (<strong>La</strong> casa sulla Trubnaya, 1928; in programma alle <strong>Giornate</strong><br />
2009).<br />
Questa serie di elementi determinò una svolta nella carriera di Barnet.<br />
Dai film di un discepolo di Lev Kuleshov sarebbe stato lecito aspettarsi<br />
una strenua difesa <strong>del</strong>l’onnipotenza <strong>del</strong> montaggio. Al contrario,<br />
le affermazioni di Barnet apparse in un articolo promozionale su<br />
Devushka s korobkoi (uno dei rarissimi testi da lui prodotti, e che<br />
pertanto può essere letto come una sorta di manifesto) prendevano<br />
decisamente le distanze dal cinema di montaggio: “Abbiamo fatto<br />
una scoperta che si è rivelata per noi una gradita sorpresa: era<br />
possibile costruire scene di grande efficacia espressiva non solo con<br />
la mediazione <strong>del</strong> montaggio ma anche tramite la mise-en-scène<br />
stessa. Avevamo la possibilità di girare senza l’aiuto dei primi piani per<br />
evidenziare un qualsiasi dettaglio importante. Una ripresa in ‘totale’<br />
66<br />
era più che sufficiente – senza l’interferenza <strong>del</strong> superfluo, non si<br />
distoglieva l’attenzione dal necessario. Devushka s korobkoi è il mio<br />
primo lavoro da indipendente e io ho scommesso tutto sugli attori”.<br />
Barnet non si limitò solo a preferire gli attori e la mise-en-scène al<br />
montaggio: il tipo stesso di recitazione su cui “scommetteva tutto”<br />
era quanto di più lontano si potesse immaginare dalla calcolata<br />
“danza psicologica” degli attori di Kuleshov. E, come fa notare<br />
Aleksandr Deriabin, sia la gestualità che l’aspetto di Serafima Birman<br />
– qui nel ruolo di Madame Irene, la magrissima padrona <strong>del</strong> negozio<br />
con ridicole pretese di eleganza – riprendono (e dileggiano) quelli<br />
<strong>del</strong>la moglie e primadonna di Kuleshov, Aleksandra Khokhlova:<br />
per lo meno, la Birman non apparirà mai più con abiti simili né con<br />
una pettinatura di tal fatta. L’unico dei pupilli di Kuleshov con cui<br />
l’independente Barnet continuò a lavorare fu Vladimir Fogel – forse<br />
l’attore più versatile <strong>del</strong> cinema sovietico degli anni ’20. Anche a<br />
distanza di molti anni dalla sua tragica scomparsa (Fogel si tolse la<br />
vita nel 1929) Barnet avrebbe continuato a citarlo come l’interprete<br />
ideale di ogni film che stava facendo.<br />
Barnet ci teneva a sottolineare che lo script di Devushka s korobkoi<br />
era stato concepito espressamente per gli attori che poi recitarono<br />
nel film. Per questo le maschere, ingrediente base <strong>del</strong>la commedia<br />
classica <strong>del</strong> muto, lasciano qui il posto a vivaci caratterizzazioni<br />
basate sulle personalità degli attori – in primis quella <strong>del</strong>l’affascinante<br />
Anna Sten.<br />
<strong>La</strong> Sten incarnava un tipo di personaggio completamente nuovo per<br />
il cinema sovietico: una ragazza moderna, attiva, concreta e per nulla<br />
stilizzata. Decisamente bella – pur se di una bellezza non classica: il<br />
suo naso all’insù era altrettanto responsabile <strong>del</strong> suo successo quanto<br />
i suoi grandi occhi. Sarebbe bastato questo a farne la star di una<br />
commedia romantica, ma la Sten era anche un’attrice intelligente e di<br />
notevole talento.<br />
In Devushka s korobkoi non si offrono molti spunti per un’attrice<br />
drammatica, ma la consapevolezza <strong>del</strong> proprio talento ha come risultato<br />
una rara combinazione di naturalezza e dignità di cui molte stelle <strong>del</strong><br />
cinema degli anni ’20 (e i loro personaggi) erano manifestamente prive.<br />
Solo grazie a una tale protagonista Barnet poté permettersi di<br />
affrontare un nuovo genere – un genere che anche Protazanov<br />
aveva già avvicinato e successivamente abbandonato per mancanza di<br />
coraggio. Barnet definì Devushka s korobkoi “una commedia morale<br />
di vita quotidiana”. Tuttavia, alcuni decenni dopo, questo film e i<br />
suoi successori (che in Russia furono molto numerosi) sarebbero<br />
stati inclusi nella nebulosa definizione di “commedie poetiche”. “Nel<br />
predisporre il materiale per una commedia”, sosteneva Barnet, “è<br />
indispensabile trovare quel tipo di elementi comici che ci consentono<br />
di mostrare il buffo come parte organica <strong>del</strong>la quotidianità”. Egli stesso<br />
dichiarò in un’intervista: “Mi piace inserire scene comiche nel dramma<br />
e scene drammatiche nella commedia, ma ovviamente è tutta una<br />
questione di proporzioni.”<br />
Il senso <strong>del</strong>le proporzioni di Barnet è al contempo ammirevole e<br />
bizzarro. Mai pienamente soddisfatto dalle sceneggiature abilmente<br />
Devushka s korobkoi [<strong>La</strong> ragazza con la cappelliera / The Girl with the Hatbox], Boris Barnet, 1927.<br />
congegnate e rifinite, Barnet preferiva quelle imperfette che gli<br />
consentivano di improvvisare. Nei suoi film migliori (e da lui favoriti) le<br />
trame sono sempre piuttosto ingarbugliate. Fino agli ultimi due rulli di<br />
Devushka s korobkoi, Barnet sembra aver completamente dimenticato<br />
che il film dovrebbe propagandare la lotteria di stato. Lo stesso vale<br />
per Dom na Trubnoi, che avrebbe dovuto essere una commedia sullo<br />
scambio d’identità se l’esposizione da sola non avesse occupato i due<br />
terzi <strong>del</strong> film. In realtà è proprio la lunghezza di queste esposizioni a<br />
67<br />
consentire a Barnet di mettere a fuoco alcuni dettagli apparentemente<br />
insignificanti – insignificanti per la trama, ma di vitale importanza per<br />
rivelare in modo discreto il carattere di un personaggio o di un’epoca.<br />
Devushka s korobkoi serba ancora alcuni elementi <strong>del</strong>lo slapstick<br />
(che spariranno <strong>del</strong> tutto nei lavori successivi), ma a questi alterna<br />
sequenze documentarie, come nell’inseguimento di macchine, le cui<br />
gag tipicamente americane si svolgono nelle strade <strong>del</strong>la Mosca <strong>del</strong><br />
1927 con le reazioni “autentiche” degli ignari passanti.<br />
ANNA STEN