Catalogo Giornate del Cinema Muto 2012 - La Cineteca del Friuli
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Introduzioni e schede di / Introductions and programme notes by<br />
Nicholas Baer<br />
Peter Bagrov<br />
Aldo Bernardini<br />
Lenny Borger<br />
Kevin Brownlow<br />
Rob Byrne<br />
Paolo Cherchi Usai<br />
Horst Claus<br />
Carl Davis<br />
Stefan Drössler<br />
Michael Eaton<br />
Guy Edmonds<br />
Andrew Erish<br />
Francine Evans<br />
Claudia Gianetto<br />
Emanuela Gobbo<br />
Annette Groschke<br />
Doris Hackbarth<br />
Livio Jacob<br />
Rixt Jonkman<br />
Redazione / Edited by<br />
Catherine A. Surowiec<br />
Anton Kaes<br />
Sergei Kapterev<br />
Annike Kross<br />
James <strong>La</strong>yton<br />
Leslie Anne Lewis<br />
<strong>La</strong>urent Mannoni<br />
Steve Massa<br />
David Mayer<br />
Maud Nelissen<br />
Natalia Nussinova<br />
Graham Petrie<br />
David Pierce<br />
Touve R. Ratovondrahety<br />
David Robinson<br />
Josh Romphf<br />
Elif Rongen-Kaynakçi<br />
Marco Segato<br />
Maria Luisa Sogaro<br />
Caroline Yeager<br />
Traduzioni / Translations by<br />
Lenny Borger, Paolo Cherchi Usai, Aurora De Leonibus, Andrea Filippi, Piera Patat,<br />
Giuliana Puppin, David Robinson, Vladislav Shabalin, Catherine A. Surowiec; Key Congressi, Trieste.<br />
Copertina/Cover: Cléo de Mérode, Gavotte. Phono-Cinéma-Théâtre. (Gaumont-Pathé Archives/Cinémathèque française)<br />
Credits - Legenda / Key to Abbreviations: ad: adattamento/adaptation; anim: animazione/animation; assoc: associato/associate; asst: assistente/assistant; bn = bianco e nero; b&w =<br />
black and white; choreog: choreographer, choreography/coreografo, coreografia; col: colore/colour; co-prod: co-produttore, co-produzione/co-producer, co-production; cost: costumi/<br />
costumes; des: designer; dial: dialoghi/dialogue; dir: director; dir. prod: direttore di produzione; dir. tecn: direzione tecnica; dist: distribuzione/distributor; ed: editor; eff. sp: effetti speciali;<br />
esec: esecutivo; exec: executive; f: fotografia; fps: fotogrammi al secondo/frames per second; ft: piedi/feet; m: metri/metres; mgr: manager; mont: montaggio; mus: musica/music;<br />
narr: narratore, narrazione/narration, narrator; op: camera operator; orig. l: lunghezza originale/original length; ph: cinematography; prod: produttore, produzione/producer, production;<br />
rec: recordista/recordist; rel: released; rl: rullo, rulli/reel(s); scen: sceneggiatura/scenario, screenplay; scg: scenografia; sd: sonoro/sound; sogg: soggetto; spec. eff: special effects;<br />
supv: supervisione/supervisor, supervising; tech: technical; v.c: visto di censura.<br />
L’anno indicato tra parentesi, nell’area <strong>del</strong> titolo, è, salvo errori, quello di edizione. / The year indicated in parentheses on the title line is ordinarily that of the film’s release.<br />
Presentazione / Introduction<br />
Per i festival cinematografici vale un assioma: se il programma <strong>del</strong>la nuova edizione non è migliore di quello <strong>del</strong>la precedente, allora vuol dire che è peggiore. Per<br />
quanto ci riguarda, non nutriamo timori siffatti e se diciamo che le <strong>Giornate</strong> <strong>2012</strong> sono più ricche che mai di sorprese e stimolanti scoperte, non è per vantarci: il<br />
merito non è nostro, ma dei nostri amici e insostituibili sostenitori, gli archivi cinematografici di tutto il mondo, che ci hanno fatto generoso dono dei loro film, <strong>del</strong><br />
loro tempo e dei frutti <strong>del</strong>le loro ricerche, e anche di coloro che hanno curato le varie sezioni e hanno scritto i testi per questo catalogo.<br />
<strong>La</strong> Cinémathèque française ci ha regalato la première di un importante ritrovamento: Les Aventures de Robinson Crusoé, il film <strong>del</strong> 1902 che è per molti aspetti<br />
la più splendida opera di Georges Méliès. Ci è stata anche concessa la prima assoluta <strong>del</strong>la ricostruzione <strong>del</strong> notevolissimo Phono-Cinéma-Théâtre, una <strong>del</strong>le<br />
meraviglie <strong>del</strong>l’Esposizione Universale di Parigi <strong>del</strong> 1900. <strong>La</strong> Cinémathèque e la Gaumont, in collaborazione con la Lobster Films, hanno riscoperto e restaurato<br />
l’intero repertorio, compresi sette dei dieci film originariamente provvisti di sonoro sincronizzato, registrato su cilindri fonografici. Il risultato non costituisce una<br />
mera curiosità storica o tecnica, bensì una vivida testimonianza <strong>del</strong>le più grandi personalità che si sono esibite sui palcoscenici <strong>del</strong>la Belle Époque: Sarah Bernhardt,<br />
Coquelin ainé e Gabrielle Réjane; le stelle <strong>del</strong> balletto Risita Mauri, Carlotta Zambelli e Cléo de Mérode; e prestigiosi interpreti <strong>del</strong>l’opera, <strong>del</strong>l’operetta e <strong>del</strong> music<br />
hall. Il talento, come possiamo constatare, non svanisce: dopo 112 anni, questo è ancora un “all-star show”.<br />
Robinson Crusoé è il primo film <strong>del</strong>la serata inaugurale, con musica composta e diretta, dal pianoforte, da Maud Nelissen. Lo segue il lungometraggio The Patsy<br />
di King Vidor, in cui l’impareggiabile Marion Davies si confronta con la formidabile Marie Dressler. Per la chiusura avremo A Woman of Affairs di Clarence Brown,<br />
interpretato da Greta Garbo e John Gilbert, con la prima esecuzione dal vivo <strong>del</strong>la partitura di Carl Davis, diretta dal compositore stesso (la replica <strong>del</strong>lo stesso<br />
spettacolo sarà proposta il giorno dopo al pubblico cittadino). Il terzo grande evento musicale di quest’anno rappresenta anche una spettacolare novità per le<br />
<strong>Giornate</strong>: <strong>La</strong> Passion de Jeanne d’Arc di Dreyer sarà proiettato nel Duomo di Pordenone, con una nuova partitura composta da Touve Ratovondrahety per il<br />
superbo organo settecentesco <strong>del</strong>la cattedrale, coro, violoncello solista, tre trombe e due tromboni. I musicisti provengono tutti dall’Orchestra e Coro San Marco di<br />
Pordenone e ciò ci consentirà di realizzare la nostra ambizione di integrare il ruolo internazionale <strong>del</strong> festival nella vita culturale <strong>del</strong>la città. Un ulteriore passo in tale<br />
direzione è segnato dall’intensificata partecipazione degli studenti <strong>del</strong>le istituzioni musicali regionali alle Masterclasses per l’accompagnamento dei film muti, giunte<br />
alla decima edizione. Come di consueto, i musicisti <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong> lavoreranno quotidianamente con due pianisti “esterni” di grande talento: le Masterclasses, che<br />
raccomandiamo come uno dei nostri migliori spettacoli, rappresentano un affascinante viaggio nell’interpretazione musicale <strong>del</strong>le opere cinematografiche. Un’altra<br />
collaborazione particolarmente apprezzata, e che costituisce ormai un popolare e tradizionale appuntamento annuale, è “A colpi di note”, che propone esilaranti<br />
comiche accompagnate dagli scolari di Pordenone e dintorni.<br />
<strong>La</strong> sezione centrale <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong> <strong>2012</strong> è “Dickens, il padre <strong>del</strong>la sceneggiatura”, che celebra il bicentenario <strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong>lo scrittore inglese riportando sullo<br />
schermo il maggior numero possible di adattamenti cinematografici muti <strong>del</strong>le sue opere. Presentiamo inoltre la prima retrospettiva completa dei film muti di<br />
Anna Sten, attrice russa dal fascino magnetico le cui inimitabili qualità si eclissarono nel momento in cui Hollywood tentò di trasformarla in una star. Proseguendo<br />
nell’esplorazione dei primi, pionieristici studios americani spesso trascurati dalla storia ufficiale, presentiamo una scelta <strong>del</strong>le produzioni superstiti <strong>del</strong>la Selig<br />
Polyscope. <strong>La</strong> recente biografia scritta da Andrew Erish, che ha curato la rassegna, è giustamente intitolata Col. William N. Selig, the Man Who Invented Hollywood.<br />
Grande innovatore, Selig costruì fra l’altro il primo studio a Los Angeles, fu il primo a girare western nel vero West, con veri cowboy e veri indiani, produsse il primo<br />
lungometraggio americano di due ore (The Spoilers), inventò il primo cinegiornale americano, inaugurò il serial e lanciò divi come Tom Mix e Kathlyn Williams.<br />
Al British Silent Film Festival dobbiamo la riscoperta degli adattamenti dei racconti di W.W. Jacobs – “lo O. Henry dei porti” – realizzati all’inizio degli anni Venti<br />
dalla coppia formata dal regista Manning Haynes e dalla sceneggiatrice Lydia Hayward. Tipicamente inglesi per l’ingannevole <strong>del</strong>icatezza di un umorismo venato di<br />
sottile ironia, questi film brillano per la struttura e il modo esemplare in cui valorizzano le riprese in esterni e la caratterizzazione dei personaggi. Sulla scia <strong>del</strong>la<br />
rassegna dedicata l’anno scorso ai cartoon giapponesi, rendiamo omaggio all’animazione tedesca nell’epoca <strong>del</strong> muto con due programmi che portano alla luce –<br />
più che gli animatori già famosi e attivi nel campo <strong>del</strong>l’arte e <strong>del</strong>l’avanguardia – alcuni talenti ignoti, molti dei quali furono attivi nella pubblicità. <strong>La</strong> sezione sul<br />
cinema <strong>del</strong>le origini comprende i più antichi adattamenti di opere di Dickens a noi noti, alcune riscoperte di Méliès e Velle e infine un’ulteriore selezione dai tesori<br />
<strong>del</strong>la Corrick Collection (un filone d’oro che non è affatto esaurito: presenteremo un’altra parte nel 2013). Oltre a <strong>La</strong> Passion de Jeanne d’Arc, la quarta selezione<br />
annuale <strong>del</strong> “Canone rivisitato” propone nuovi restauri di classici familiari quali Die freudlose Gasse (<strong>La</strong> via senza gioia) di Pabst accanto a capolavori meno noti<br />
come Die Weber (I tessitori) di Friedrich Zelnick.<br />
Quest’anno la sezione “Riscoperte e restauri” basterebbe da sola a fare un festival, a cominciare da tre notevoli opere restaurate. Da molto tempo, The Spanish<br />
Dancer di Herbert Brenon era visibile solo in versioni incomplete e con la trama poco comprensibile. Ora, grazie alla ricostruzione <strong>del</strong>l’EYE Film Instituut Nederland,<br />
possiamo finalmente comprendere la meraviglia che il film suscitò nel 1923. <strong>La</strong> Warner Bros. ha realizzato per le <strong>Giornate</strong> una nuova copia di The Viking di Roy<br />
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