Catalogo Giornate del Cinema Muto 2012 - La Cineteca del Friuli
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cuoco come l’erede e legittimo proprietario <strong>del</strong>la casa. Inevitabilmente,<br />
Letts s’innamora <strong>del</strong>la “sorella”, complicando le macchinazioni che si<br />
risolvono comunque con la disfatta finale di Green.<br />
Il film è un ottimo esempio <strong>del</strong>la maestria con cui la Hayward e Haynes<br />
sapevano trasformare i racconti di Jacobs in immagini di straordinaria<br />
suggestione visiva. <strong>La</strong> <strong>del</strong>iziosa sequenza iniziale <strong>del</strong> disastro combinato<br />
da Letts nella cucina di bordo sviluppa lo spunto di un riassunto di 50<br />
parole: “Non avendo lo schooner “Curlew” bisogno di un carpentiere,<br />
[Letts] vi si era imbarcato come cuoco. Aveva fatto <strong>del</strong> suo meglio<br />
e gli sgradevoli epiteti che lo seguirono sulla banchina di Dunchurch<br />
mentre lui seguiva la sua cassa da marinaio ne furono il risultato.<br />
Il capitano e il suo secondo si scambiarono un sardonico cenno di<br />
apprezzamento per la solerzia <strong>del</strong>la ciurma.”<br />
Daisy England, qui alla sua prima e ultima apparizione sullo schermo,<br />
offre un solido e commovente ritratto <strong>del</strong>la maltratta Mrs. Green,<br />
mentre Bertie White, l’odioso pretendente di Betty approvato da<br />
Green, in seguito interpretò solo tre personaggi di scarso rilievo.<br />
The Head of the Family appeared in Jacobs’ 1909 collection Sailors’<br />
Knots, and provides their richest roles for Haynes’ regular stock<br />
actors, Butt, Ashton, Murtagh, and, in a smaller part, Moore Marriott.<br />
The experimental efforts of Seaman Letts (Ashton) as ship’s cook<br />
ensure his instant ejection from the schooner Curlew. Wandering<br />
disconsolate on the shore, he meets another unfortunate, Mrs. Green,<br />
whose second husband torments her and her daughter with his<br />
bullying and appropriation of the family heritage. Discovering that Mrs.<br />
Green’s son, who disappeared at sea nine years before, would have<br />
been the same age as Letts, the two devise the plan for the failed cook<br />
to pose as the long-lost heir and master of the house. Inevitably he<br />
falls in love with his supposed sister, to complicate the machinations<br />
which lead to the ultimate worsting of Green.<br />
The film is an exceptional example of the skill with which Hayward<br />
and Haynes transformed Jacobs’ verbal narrative into visual pleasures.<br />
The <strong>del</strong>ectable opening sequence of Letts’ disasters in the galley is<br />
developed from an abstract 50-word indication: “The schooner<br />
Curlew having no use for a ship’s carpenter, [Letts] had shipped as<br />
cook. He had done his best, and the unpleasant epithets that followed<br />
him along the quay at Dunchurch as he followed in the wake of his seachest<br />
were the result. Master and mate nodded in grim appreciation<br />
of the crew’s efforts.” This appears to be the only screen appearance<br />
of Daisy England, who makes a strong and touching impression as the<br />
abused Mrs. Green, while Bertie White, playing Betty’s odious, Greenapproved<br />
suitor, appeared only in three further insignificant roles.<br />
90<br />
THE BOATSWAIN’S MATE (Artistic Pictures, GB 1924)<br />
Regia/dir: Horace Manning Haynes; prod: George Redman; scen: Lydia<br />
Hayward, dal racconto di/from the story by W. W. Jacobs; f./ph: Frank<br />
Grainger; mont./ed: ?; cast: Florence Turner (Mrs. Walters), Victor<br />
Mc<strong>La</strong>glen (Ned Travers), Johnny Butt (George Benn), J. Edwards<br />
Barker (Policeman); 35mm, 1900 ft., 25' (20 fps); fonte copia/print<br />
source: BFI National Archive, London.<br />
Didascalie in inglese / English intertitles.<br />
The Boatswain’s Mate apparve nella raccolta Captains All <strong>del</strong> 1905 e<br />
narra la vicenda di un ex nostromo che aspira a conquistare la mano<br />
<strong>del</strong>la proprietaria <strong>del</strong> pub locale. Il nostromo istiga un ex soldato a<br />
simulare un furto con scasso in modo da conquistare la sua fiamma con<br />
un eroico salvataggio in extremis. Il piano inizia a sfilacciarsi quando lo<br />
“scassinatore” e la sua vittima s’incapricciano l’uno <strong>del</strong>l’altra.<br />
All’epoca, il trentaseienne e aitante Victor Mc<strong>La</strong>gen era già un attore<br />
di primo piano (pur avendo fatto da poco una non accreditata ma<br />
esuberante apparizione come schiavo nubiano in Woman to Woman<br />
di Graham Cutts). L’astro <strong>del</strong>la trentasettenne Florence Turner stava<br />
invece rapidamente declinando. Dopo due ruoli secondari in un paio<br />
di produzioni inglesi, l’attrice americana ritornò definitivamente a<br />
Hollywood, dove però dovette accontentarsi di particine di contorno.<br />
The Boatswain’s Mate le offrì un degno canto <strong>del</strong> cigno nel ruolo<br />
<strong>del</strong>la bella, fiera e irreprensibile Mrs. Walters, trionfale umiliatrice<br />
<strong>del</strong>l’odioso nostromo.<br />
The Boatswain’s Mate appeared in Jacobs’ 1905 collection Captains<br />
All, and tells the story of an ex-boatswain who is eager to win the<br />
hand of the local lady publican. He hires an ex-soldier to stage a<br />
burglary, so that he can win her by pretending a heroic last-minute<br />
rescue. The plan begins to unravel when the “burglar” and his victim<br />
take a fancy to each other.<br />
At 36 the still-glamorous Victor Mc<strong>La</strong>glen was already an established<br />
leading man (though he had recently made an uncredited but<br />
enthusiastic appearance as a Nubian slave in Graham Cutts’ Woman<br />
to Woman). At 37, however, Florence Turner’s career was rapidly<br />
fading. After secondary roles in two more British films, she was<br />
permanently to return to Hollywood and such bit work as she could<br />
find. The Boatswain’s Mate, however, gives her a worthy swan-song<br />
as the beautiful but irrepressibly feisty Mrs. Walters, triumphantly<br />
humiliating the odious boatswain.<br />
Schede di / All film notes by DAVID ROBINSON.<br />
Selig Polyscope<br />
Gli innovatori dimenticati / The Forgotten Innovators<br />
Il colonnello William Nicholas Selig (1864-1948) è probabilmente il meno noto dei fondatori <strong>del</strong>l’industria cinematografica americana, ma è forse il più importante.<br />
Nato a Chicago, trascorse parecchi anni girovagando negli stati <strong>del</strong>l’Ovest americano in qualità di illusionista e impresario di spettacoli di varietà, prima di<br />
abbracciare la carriera di produttore cinematografico. Fu la sua conoscenza di prima mano <strong>del</strong> West, unita a una precoce intuizione <strong>del</strong>le potenzialità <strong>del</strong> cinema,<br />
che lo indusse a girare i primi film a soggetto western nello stesso West, utilizzando come protagonisti veri cowboy e indiani, e quindi a fondare il primo studio<br />
cinematografico a Los Angeles.<br />
Con i suoi western girati in scenari autentici e spettacolari e interpretati da attori dotati di qualità atletiche perfettamente funzionali all’ambientazione e alle trame,<br />
Selig defi nì le caratteristiche essenziali <strong>del</strong> genere che è poi divenuto la pietra angolare <strong>del</strong> cinema americano. Poiché il cinema degli esordi dipendeva in larga misura<br />
dalla presenza di cieli limpidi e luminosi che offrissero una luce suffi ciente per l’adeguata esposizione dei negativi, la decisione, da parte di Selig, di costruire uno studio<br />
a Los Angeles permise di girare praticamente tutto l’anno accedendo agevolmente a un’ampia varietà di scenari geografi ci. Per riuscire a competere con successo, i<br />
produttori americani uniformarono i propri western al mo<strong>del</strong>lo di Selig e a sopravvivere furono le società di produzione che lo seguirono a Los Angeles. Poiché all’epoca<br />
nessun altro cineasta aveva una conoscenza diretta <strong>del</strong> West, è probabile che senza Selig il western avrebbe avuto vita breve, come i soggetti marini o quelli sugli<br />
incendi. Ed è ancor più probabile che senza di lui l’industria <strong>del</strong> cinema americano avrebbe messo radici nei dintorni di Jacksonville in Florida.<br />
Basterebbe questo per considerare William Selig una fi gura centrale per lo sviluppo <strong>del</strong> cinema. Ma egli vi ha contribuito anche con molte altre importanti innovazioni.<br />
Il successo mondiale di un falso safari africano di Theodore Roosevelt girato nel backlot <strong>del</strong> suo studio di Chicago (Hunting Big Game in Africa, 1909) portò Selig<br />
a creare il genere “avventure nella giungla”. Allo scopo egli allestì a Los Angeles in un’area di 33 acri uno zoo e una giungla, da cui derivò il primo parco a tema di<br />
uno studio cinematografi co aperto al pubblico. In collaborazione con il leggendario magnate <strong>del</strong>la stampa William Randolph Hearst, il Colonello produsse il primo<br />
cinegiornale di successo americano. Finanziò safari fotografi ci per documentare luoghi e popoli <strong>del</strong>le più remote parti <strong>del</strong> mondo, ma anche per disporre di prezioso<br />
materiale fi lmato con cui interpolare le pellicole a soggetto. Egli fu anche uno dei primi a promuovere i propri fi lm traendone romanzi pubblicati da importanti editori<br />
e a tentare la strada <strong>del</strong>la pubblicità sui giornali (in un’occasione questo metodo incrementò la tiratura <strong>del</strong> Chicago Tribune di 50.000 copie).<br />
Altre due cruciali innovazioni introdotte da William Selig caratterizzano ancor oggi l’industria che egli contribuì a creare. <strong>La</strong> Selig e la Vitagraph furono le sole case<br />
di produzione americane ad aprire uffi ci di vendita e distribuzione in Europa prima <strong>del</strong>la Grande Guerra. Tale iniziativa favorì il prestigio internazionale <strong>del</strong> cinema<br />
americano che, a decenni di distanza dalla scomparsa <strong>del</strong>le due case, continua a dominare i mercati mondiali. Importanza non minore riveste la tenace lotta di William<br />
Selig per vincere l’avversione degli esercenti per pellicole di maggior lunghezza e complessità. Tra queste, The Coming of Columbus, il primo fi lm a tre rulli distribuito<br />
in America dalla General Film; The Adventures of Kathlyn, il primo serial avventuroso prodotto in America; The Spoilers, il primo lungometraggio di due ore realizzato<br />
da un produttore americano.<br />
Com’è ovvio, William Selig non ottenne questi risultati da solo. Tra coloro che più contribuirono al suo successo spiccano Tom Mix, Francis Boggs e Kathlyn Williams. Tom<br />
Mix (1880-1940) iniziò a collaborare con Selig nel 1910 e divenne rapidamente uno dei primi divi cowboy <strong>del</strong>lo schermo, oltre ad essere il solo ad aver effettivamente<br />
fatto il cowboy prima di darsi al cinema. Negli oltre 300 fi lm da lui interpretati per Selig fi no al 1917, Tom Mix defi nì la fi gura <strong>del</strong> cowboy cinematografi co, esaltando le<br />
abilità tecniche proprie di quel mestiere e la prestanza atletica <strong>del</strong> cavaliere da rodeo.<br />
Nell’autunno <strong>del</strong> 1907 Selig ingaggiò in qualità di regista e sceneggiatore un veterano <strong>del</strong> palcoscenico, Francis Boggs (1870-1911), facendogli capire quanto fosse<br />
importante girare le storie d’azione in esterni veri, così da ottenere maggiore autenticità e moltiplicare gli incassi al botteghino. Il lavoro di Boggs produsse risultati<br />
tanto positivi, che Selig gli consentì di dirigere lo studio di Los Angeles con un margine di autonomia mai concesso ad alcun altro regista <strong>del</strong>la compagnia. Della decina<br />
di fi lm di Boggs giunti fi no a noi, la maggior parte rivela una raffi nata padronanza <strong>del</strong>la composizione a focalizzazione profonda e <strong>del</strong> movimento di macchina rimasta<br />
ineguagliata in America, con l’unica eccezione di Griffi th. Malauguratamente, nell’ottobre <strong>del</strong> 1911, Boggs fu assassinato a Los Angeles, presso lo studio Selig, da un<br />
collega di lavoro.<br />
Kathlyn Williams (1879-1960), bionda attrice dagli occhi azzurri, entrò nella compagnia di Selig a Los Angeles nell’aprile <strong>del</strong> 1910, due mesi dopo aver esordito nel<br />
cinema in All Is Not Gold di D.W. Griffi th. Protagonista di una serie di fi lm d’avventura ambientati nella giungla che riscossero un successo internazionale, ella divenne<br />
ben presto la regina di questo genere emergente. <strong>La</strong> sua enorme popolarità indusse Selig a ideare un serial di avventure mozzafi ato nella giungla intitolato The<br />
Adventures of Kathlyn in onore <strong>del</strong>l’attrice. Da questo successo senza precedenti germogliarono The Perils of Pauline, The Hazards of Helen e innumerevoli di altri<br />
serial. Separatasi da Selig, la Williams interpretò vari fi lm <strong>del</strong> regista Cecil B. DeMille, il quale nel 1948, alla morte di Selig, confessò di aver imparato il mestiere <strong>del</strong><br />
cineasta visitando il set di The Adventures of Kathlyn.<br />
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SELIG POLYSCOPE