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AA.VV. - Racconti matematici - CTS Basilicata

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dileguò.<br />

— Terremoto! — dissero tutt’e tre insieme. La signora Bailey gettò le braccia al<br />

collo del marito.<br />

Teal trangugiò, si riprese e disse:<br />

— State tranquilla, signora Bailey. Questa casa è più che sicura. Lo sapete anche<br />

voi che dopo il moto sismico di questa notte delle scosse di assestamento sono<br />

inevitabili. — Era riuscito a improntare il suo volto a un’espressione di flemma<br />

scientifica, quando venne il secondo scossone. Più che di assestamento si sarebbe<br />

detto di demolizione, tanto fu violento e prolungato.<br />

In ogni californiano, di nascita o di adozione, c’è un riflesso primitivo<br />

profondamente radicato. Un terremoto suscita in lui un accesso istantaneo e cieco di<br />

claustrofobia che lo spinge a uscire di casa a qualsiasi costo! Per obbedire a questo<br />

istinto, i più altruistici boy-scout sono capaci di calpestare le loro venerabili nonne. È<br />

un fatto assodato che Bailey e Teal atterrarono in cima alla signora Bailey. Per cui è<br />

lecito ritenere che la donna sia stata la prima a saltare dalla finestra. L’ordine di<br />

precedenza non può essere attribuito ad un senso di cavalleria; si deve supporre che la<br />

signora si trovasse nella posizione migliore per gettarsi dalla finestra.<br />

Ricuperato un po’ di sangue freddo, riordinati alla meglio i pensieri, si<br />

stropicciarono gli occhi velati dalla sabbia. La loro prima sensazione fu di sollievo al<br />

duro e rassicurante contatto con il suolo desertico. Ma subito Bailey notò qualcosa che<br />

li fece balzare in piedi e impedì alla signora Bailey di dire tutto quello che già aveva<br />

sulle labbra.<br />

— Dov’è la casa?<br />

Era scomparsa. Non ne restava la minima traccia. Si trovavano tutti e tre al centro di<br />

quella piatta desolazione, il paesaggio che avevano veduto dalla finestra. Ma, oltre agli<br />

alberi deformi, torturati, non c’era nulla da vedere, se non quel cielo giallo e quel gran<br />

luminare sul capo, quel bagliore d’altoforno che era divenuto ormai quasi intollerabile.<br />

Bailey si guardò lentamente intorno, quindi si volse verso l’architetto:<br />

— Dunque, Teal? — con una voce che non presagiva nulla di buono.<br />

Teal si strinse nelle spalle, con un gesto impotente.<br />

— Vorrei capirci qualcosa. Vorrei sapere anch’io. Fossi almeno certo che ci<br />

troviamo sulla Terra...<br />

— Ad ogni modo, non possiamo rimanere qui. È la morte certa, se restiamo ancora<br />

un minuto. In che direzione dobbiamo andare?<br />

— Ogni direzione è buona. Orientiamoci col sole.<br />

Avevano arrancato per una distanza indeterminata quando la signora Bailey chiese<br />

di riposarsi. Si fermarono. Teal bisbigliò all’orecchio di Bailey:<br />

— Hai la minima idea?<br />

— No... no, nessuna. Di’, non senti nulla?<br />

Teal tese l’orecchio:<br />

— Forse... a meno che non sia la mia immaginazione.<br />

— Parrebbe il rumore di un’automobile. Ma sì, è un’automobile!<br />

Arrivarono all’autostrada in meno di cento metri. L’auto, quando arrivò, risultò<br />

essere un vecchio camioncino ansimante, guidato da un allevatore di bestiame.<br />

L’uomo, al loro cenno, fermò con un lungo stridere di freni.<br />

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