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AA.VV. - Racconti matematici - CTS Basilicata

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Riflusso<br />

di José Saramago<br />

Prima, visto che tutto deve avere un inizio, anche se l’inizio è quel punto finale da<br />

cui non può separarsi, e dire che «non può» non significa dire che «non vuole» o «non<br />

deve», è il massimo dell’impotenza, perché se una tale separazione fosse possibile, è<br />

ben noto che tutto l’universo crollerebbe, giacché l’universo è una costruzione fragile<br />

che non sopporterebbe soluzioni di continuità – prima furono aperte le quattro strade.<br />

Quattro larghe strade squadrarono il paese, ciascuna partendo dal proprio punto<br />

cardinale, in linea retta o leggermente curva in obbedienza alla curvatura terrestre, e<br />

perciò il più rigorosamente possibile forando le montagne, separando le pianure e<br />

vincendo, in equilibrio su pilastri, i fiumi e le valli che talvolta contengono anche i<br />

fiumi. A cinque chilometri dal luogo in cui si sarebbero incrociate se questa fosse stata<br />

la volontà dei costruttori, o, per meglio dire, se questo fosse stato l’ordine che dalla<br />

regal persona a tempo debito avevano ricevuto, le strade si diramarono in una rete di<br />

vie ancora principali e poi secondarie, come grosse arterie che per proseguire<br />

dovettero trasformarsi in vene e capillari, in una rete che si trovò circoscritta in un<br />

quadrato perfetto, ovviamente di dieci chilometri per lato. Questo quadrato che,<br />

sempre all’inizio, fatta salva per identiche ragioni l’osservazione universale con cui<br />

esordisce questo racconto, aveva cominciato con l’essere costituito da quattro file di<br />

segnali disposti per terra, finì per diventare, quando le macchine che scavavano,<br />

lisciavano e pavimentavano le quattro strade spuntarono all’orizzonte, divenne in<br />

seguito un muro alto, quattro sipari in muratura che, lo si vide subito e già prima nei<br />

progetti lo si sapeva, avrebbero delimitato cento chilometri quadrati di terreno piano, o<br />

spianato, perché alcune operazioni di sbancamento si dovettero pur fare. Un terreno la<br />

cui scelta rispondeva alla primordiale necessità dell’equidistanza di quel luogo dalle<br />

frontiere, una giustizia relativa che, per fortuna, fu consolidata in seguito da una<br />

notevole quantità di calce che neppure i più ottimisti osavano prevedere nei loro<br />

progetti quando fu chiesta la loro opinione: tutto ciò finì per dare grande lustro alla<br />

regal persona, come fin dal primo momento si sarebbe dovuto prevedere se si fosse<br />

prestata più attenzione alla storia della dinastia. Tutti i suoi re avevano avuto sempre<br />

ragione, e gli altri molto di meno, come si fece scrivere ed è rimasto scritto. Un’opera<br />

del genere non si sarebbe potuta fare senza una forte volontà e senza il denaro che<br />

permette di avere volontà e speranza di soddisfarla, ragion per cui i forzieri del paese<br />

pagarono a testa i conti del gigantesco appalto, per il quale naturalmente a suo tempo<br />

era stato ordinato un tributo generale che colpì tutta la popolazione, non secondo il<br />

livello delle rendite di ciascun cittadino, ma in funzione e in ordine inverso alla<br />

speranza di vita, come fu spiegato che fosse giusto, e compreso da ognuno: quanto più<br />

avanti nell’età tanto più alta l’imposta.<br />

Molti furono gli eventi da segnalare in un’impresa di simile portata, molte le<br />

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