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AA.VV. - Racconti matematici - CTS Basilicata

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anche un po’ poeta non sarà mai un matematico completo» 27 o il parallelo suggerito<br />

da Emile Boutroux tra l’attività del matematico e quella del romanziere 28 : «un<br />

matematico – scrive con un certo gusto dissacratorio Devlin – è una persona per la<br />

quale la matematica è una soap opera. [...] I “personaggi” della soap opera della<br />

matematica non sono persone ma, appunto, oggetti <strong>matematici</strong>: numeri, figure<br />

geometriche, gruppi, spazi topologici, eccetera. I fatti e le relazioni al centro<br />

dell’attenzione non sono nascite, morti, matrimoni, relazioni sentimentali e rapporti<br />

d’affari, ma fatti <strong>matematici</strong> e relazioni tra oggetti <strong>matematici</strong>. Qual è la relazione tra<br />

gli oggetti X e Y? Gli oggetti del tipo X hanno tutti la proprietà P? Quanti oggetti di<br />

tipo Z esistono?» 29 . In altre parole, le teorie matematiche costituiscono universi<br />

finzionali, i quali non sono fondamentalmente dissimili da quelli, altrettanto<br />

complessi 30 e articolati, dei grandi romanzi del Novecento, quali ad esempio la<br />

Ricerca del tempo perduto o l’Ulisse. In maniera speculare, capita che gli scrittori si<br />

lascino sedurre dalle rigorose architetture della matematica e si vincolino<br />

all’osservanza di regole strutturali, costrizioni formali, schemi narrativi: pensiamo non<br />

soltanto a quelle forme di romanzo praticate dai membri dell’Oulipo «che impongono<br />

alla materia tutte le virtù del Numero» (Queneau) 31 ma anche a racconti come La<br />

morte e la bussola di Borges che si sviluppano con la stessa cogenza di una<br />

dimostrazione matematica.<br />

In secondo luogo, riprendendo il paragone ispirato alla tettonica a zolle, se la faglia<br />

lungo la quale collidono matematica e letteratura si può identificare con l’attività<br />

finzionale del nostro cervello, le zone critiche in cui soprattutto si concentra l’energia<br />

di questo urto sono rappresentate da alcuni problemi fondamentali che più di altri<br />

mettono in luce la forza e la debolezza dell’immaginazione. Ogni classificazione, si<br />

sa, è tanto azzardata quanto incompleta. Ciò nonostante, ci arrischieremo a<br />

raggruppare questi problemi chiave in tre macrocategorie: l’infinito, lo spazio, la<br />

complessità.<br />

L’infinito.<br />

«C’è un concetto che corrompe e confonde tutti gli altri. Non parlo del Male il cui<br />

limitato impero è l’etica; parlo dell’Infinito» 32 . I famosi paradossi di Zenone d’Elea –<br />

la dicotomia, Achille, la freccia e lo stadio – già duemila e cinquecento anni fa<br />

mettevano in risalto il dirompente potenziale problematico di questo concetto. Quanti<br />

27 Citazione tratta da H.M. Enzensberger, Gli elisir della scienza, Einaudi, Torino 2004, p. 24.<br />

(N.d.C.)<br />

28 Il parallelo di Boutroux è riportato nel saggio di P. Zellini, Antinomie dell’atti-vita creatrice nella<br />

matematica del primo ’900, in Anima ed esattezza cit., pp. 55-56. (N.d.C.)<br />

29 Devlin, Il gene cit., pp. 306-7. (N.d.C.)<br />

30 Sulla nozione di complessità in letteratura vedi F. Moretti, Opere mondo, Einaudi, Torino 2003,<br />

cap. V, § 5 e cap. VIII, § 1. (N.d.C.)<br />

31 Citazione tratta da I. Calvino, La filosofia di Raymond Queneau, in Saggi cit., vol. I, p). 1429.<br />

(N.d.C.)<br />

32 J.L. Borges, Metempsicosi della tartaruga, in Discussione, in Tutte le opere, a cura di Domenico<br />

Porzio, Mondadori, Milano 1985, vol. 1, p. 393 (traduzione leggermente modificata). (N.d.C.)<br />

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