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AA.VV. - Racconti matematici - CTS Basilicata

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«biquadrato latino ortogonale di ordine 10» 18 ). Suggestioni o reminiscenze<br />

matematiche si possono infine ritrovare nelle opere di una variegata costellazione di<br />

scrittori del Novecento tra loro diversissimi, ma tutti più o meno gravemente<br />

contagiati dallo stesso virus: per citarne solo alcuni, Leo Perutz, Carlo Emilio Gadda,<br />

Max Frisch, Hans Magnus Enzensberger, Don DeLillo (pensiamo al romanzo Ratner’s<br />

star), David Foster Wallace, Apostolos Doxiadis.<br />

La succinta panoramica che abbiamo presentato potrebbe indurre a concludere che i<br />

rapporti tra letteratura e matematica siano limitati a una schiera per quanto eletta,<br />

tuttavia numericamente limitata di autori, e proprio per questa ragione, se non<br />

eccezionali, quantomeno incidentali. I testi raccolti nel presente volume – selezionati<br />

alquanto arbitrariamente sulla base dei soli criteri di appartenere al Novecento (con<br />

qualche libertà) e di possedere una loro autosufficienza narrativa – vorrebbero invece<br />

testimoniare a favore di una più profonda affinità tra queste due attività dell’intelletto<br />

umano, una prossimità quasi imposta dalle forze più vitali interne alla cultura della<br />

nostra epoca. Osserva Adorno, riferendosi ad un contesto più ampio: «[...] sebbene<br />

l’arte e la scienza si siano storicamente separate, sarebbe errato ipostatizzare la loro<br />

opposizione. Il disgusto per una anacronistica mescolanza non assolve una cultura<br />

organizzata in compartimenti stagni. Per quanto necessari, questi compartimenti<br />

sanciscono e istituzionalizzano anche la rinuncia alla verità nella sua interezza» 19 .<br />

Anche la letteratura e la matematica non sono altro che specchi in ciascuno dei quali la<br />

verità – o, per usare un’espressione meno impegnativa, la varietà dell’universo – si<br />

riflette solo in maniera parziale. Se le immaginiamo come due immense placche<br />

continentali, che lentamente derivano in un’ipotetica dinamica tettonica cozzando sia<br />

l’una contro l’altra, sia contro altre placche non meno massicce (la filosofia, le arti<br />

figurative, le scienze fisiche, ecc.), ecco che dovrebbe apparire evidente come le zone<br />

di contiguità, di incontro-scontro, di attrito e di contatto non siano diffuse, ma<br />

concentrate lungo certe faglie, aree in cui massima è l’attività tellurica e vulcanica.<br />

Soltanto cercando di individuare, seppur con inevitabile approssimazione, queste aree<br />

– che saranno modalità del pensiero, nodi concettuali, idee – potremo sperare di<br />

cogliere il senso profondo dei legami tra letteratura e matematica.<br />

Secondo un assunto tanto spesso ripetuto quanto debolmente argomentato, il<br />

pensiero matematico e l’attività linguistica sarebbero completamente separati. Al<br />

contrario, come sostiene Keith Devlin ne Il gene della matematica 20 tenendo conto<br />

delle recenti acquisizioni della neuropsicologia cognitiva e delle teorie<br />

sull’universalità delle strutture linguistiche, alla base dell’abilità di fare matematica,<br />

considerata alla luce della storia evolutiva di Homo sapiens, vi sono gli stessi<br />

meccanismi cerebrali preposti all’elaborazione del linguaggio. Detto altrimenti,<br />

18 I principali procedimenti <strong>matematici</strong> e combinatori impiegati in questo romanzo sono descritti da<br />

G. Perec nel testo Quatrefigures pour «Le vie mode d’emploi», in «L’Arc», LXXVI (1979), pp. 50-<br />

53. L’esistenza di un biquadrato latino di ordine 10 era stata dimostrata nel 1959 da R. C. Bose e S.S.<br />

Shrikhande. (N.d.C.)<br />

19 T.W. Adorno, Il saggio come forma, in Note per la letteratura 1943-1961, Einaudi, Torino 1979,<br />

p. II. (N.d.C.)<br />

20 K. Devlin, Il gene della matematica, Longanesi, Milano 2002. Vedi anche S. Dehaene, Il pallino<br />

della matematica, Mondadori, Milano 2000. (N.d.C.)<br />

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