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AA.VV. - Racconti matematici - CTS Basilicata

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difficoltà, non poche le vittime tirate in ballo dopo la sepoltura, cadute dall’alto<br />

mentre gridavano invano per aria, o falciate all’improvviso da un’insolazione, o<br />

repentinamente congelate e rimaste lì per sempre, linfa, urina e sangue sulla fredda<br />

pietra. Tutte tirate in ballo. Ma l’espressione del genio, l’immortalità provvisoria,<br />

eccetto quella che, intrinseca, veniva assicurata al re per maggior tempo, toccò in sorte<br />

e merito al modesto impiegato secondo il quale non erano indispensabili i portoni che,<br />

in base al progetto originale, avrebbero dovuto chiudere le mura. Aveva ragione lui.<br />

Sarebbe stato assurdo costruire e montare dei portoni che dovessero rimanere sempre<br />

aperti, a tutte le ore del giorno e della notte. Grazie all’attento impiegato, un po’ di<br />

denaro fu risparmiato, la somma corrispondente a venti portoni, quattro principali e<br />

sedici secondari, distribuiti equamente nei quattro lati del quadrato e secondo una<br />

disposizione logica in ciascuno: il principale al centro e due su ogni parte del muro a<br />

esso laterale. Quindi non c’erano porte, ma delle aperture dove finivano le strade. Le<br />

mura non avevano bisogno dei portoni per reggersi in piedi: erano solide, larghe alla<br />

base fino all’altezza di tre metri e poi si assottigliavano a scala fino alla cima, a nove<br />

metri dal suolo. Inutile aggiungere che le strade laterali erano servite da diramazioni<br />

che defluivano dalla strada principale a una distanza conveniente. Come sarebbe<br />

inutile aggiungere che questo schema, geometricamente tanto semplice, era collegato,<br />

tramite opportuni raccordi, alla rete viaria generale del paese. Se tutto andava<br />

dappertutto, tutto sarebbe finito lì.<br />

La costruzione, quattro mura servite da quattro strade, era un cimitero. E questo<br />

cimitero sarebbe stato l’unico del paese. così era stato deciso dalla regal persona.<br />

Quando la suprema grandezza e la suprema sensibilità si combinano in un re, è<br />

possibile un cimitero unico. Grandi lo sono tutti i re, per definizione e per nascita: se<br />

qualcuno volesse non esserlo, lo desidererebbe invano (persino le eccezioni di altre<br />

dinastie, lo sono fra pari). Ma sensibili possono esserlo o meno, e non stiamo parlando<br />

qui di quella banale, plebea sensibilità che si esprime con una lacrima all’angolo<br />

dell’occhio o con un tremore irreprimibile del labbro, ma di ben altra sensibilità, che<br />

solo questa volta, e con questa intensità, si è verificata nella storia del paese, e non<br />

sappiamo ancora se addirittura del mondo: la sensibilità dovuta a incapacità di<br />

sopportare la morte o la semplice vista dei suoi apparati, dei suoi accessori e delle sue<br />

manifestazioni, sia il dolore dei parenti sia i segni commerciali del lutto. Così era<br />

questo re. Come tutti i re, e come del resto i presidenti, doveva viaggiare, visitare i<br />

suoi domini, accarezzare i bambini che il protocollo sceglieva in anticipo, accettare i<br />

fiori che la polizia segreta aveva prima controllato in cerca di veleno o di bombe,<br />

tagliare alcuni nastri dai colori solidi e atossici. Tutto questo e altro ancora il re lo<br />

faceva di buon grado. Ma in ogni viaggio soffriva mille pene: morte, dovunque morte,<br />

segnali di morte, la punta aguzza di un cipresso, l’abito nero di una vedova e, non di<br />

rado, dolore insopportabile, l’inatteso corteo funebre che il protocollo aveva ignorato<br />

imperdonabilmente o che, in ritardo o in anticipo, compariva nel momento più che mai<br />

rispettabile in cui il re stava passando o era sul punto di passare. Ogni volta il re, di<br />

ritorno angosciato al palazzo, credeva di morire lui. E fu perché aveva sofferto tanto<br />

per i dolori altrui e per il proprio personale patimento che un giorno, mentre stava<br />

riposando nel terrazzo più alto della reggia, vide in lontananza (giacché quel giorno<br />

l’atmosfera era limpida come non lo era mai stata in tutta la storia non solo di quella<br />

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