Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
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canica i Protoilliri, appartenenti alla stirpe illirica. Proprio ad essi si deve la costruzione<br />
di villaggi difesi da muraglioni a secco, i castellieri. Vi erano poi i Veneti, menzionati<br />
già dallo storico greco Erodoto, che occuparono le nostre regioni tra il secondo e<br />
il primo millennio a.C. Erano un popolo pacifico, dedito al commercio, che aveva un<br />
ruolo di primo piano <strong>nel</strong> traffico dell’ambra del Baltico e che ha lasciato tracce <strong>della</strong><br />
sua presenza in varie zone dell’Europa, dalla Carnia alla Carinzia (l’antico Norico),<br />
all’Italia settentrionale, ma anche in Asia Minore. La loro civiltà raggiunse il massimo<br />
splendore tra il 500 e il 400 a.C.,quando iniziarono le invasioni di alcune tribù di Celti,<br />
quelle dei Galli Carni. Notevoli testimonianze <strong>della</strong> civiltà dei Veneti sono state accertate<br />
<strong>nel</strong>l’alta valle dell’Isonzo, a Caporetto e a S.Lucia di Tolmino, dove sono state<br />
ritrovate migliaia di tombe. Secondo gli storici sembra che a quel tempo i Veneti confinassero<br />
al Timavo con gli Istri.<br />
Dopo il V secolo a.C., con la piena età del ferro, iniziarono a sorgere i primi centri dai<br />
quali avranno poi origine molti di quelli attuali, primo tra tutti Aquileia, fondata in<br />
un’area dove erano presenti sia Veneti che Illiri e Celti.<br />
Per quanto riguarda gli Istri, sappiamo che erano un popolo bellicoso che aveva combattuto<br />
una prima volta contro Roma <strong>nel</strong> 229 a.C. Più tardi, battuti <strong>nel</strong>la zona del<br />
Timavo, si rifugiarono in una città non lontana dall’odierna Pola, Nesazio, che fu assediata<br />
<strong>nel</strong> 177. Lo storico Livio ci tramanda che cadde solo quando i Romani danneggiarono<br />
l’acquedotto che riforniva la città. I difensori uccisero le donne e i figli perché<br />
non cadessero in schiavitù e la guerra finì con la distruzione o la sottomissione di varie<br />
città, che ancora per qualche anno continuarono comunque ad essere indipendenti.<br />
Nel 27 a.C. tutti i territori dall’Istria alla Macedonia, dall’Adriatico alla Sava e al<br />
Danubio furono trasformati in provincia romana e nonostante le iniziali resistenze si<br />
romanizzarono profondamente. Nel terzo secolo d. C. furono proprio degli imperatori<br />
illirici (Aureliano, Diocleziano e, più tardi, Costantino) che riuscirono a mantenere con<br />
fermezza l’unità dell’ impero di fronte alla minaccia barbarica.<br />
I Galli Carni invece erano una popolazione celtica di origine danubiana. I Carni scesero<br />
tra il V e il IV secolo a.C., e dopo sanguinosi scontri con i Veneti e gli Istri si insediarono<br />
<strong>nel</strong>l’Isontino, <strong>nel</strong> Friuli e <strong>nel</strong> Veneto, dove lasciarono testimonianze <strong>della</strong> loro<br />
presenza <strong>nel</strong>le numerose località con toponimi in –icco, -ico,-icca, -acco,-aco,-aca,<br />
-ago. Secondo Tito Livio e Plinio il Vecchio costruirono una città fortificata, che venne<br />
distrutta da Roma, a poca distanza dalla zona dove sarebbe sorta Aquileia.<br />
L’inizio <strong>della</strong> storia:<br />
la conquista romana e la fondazione di Aquileia<br />
La preistoria del Friuli <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> terminò <strong>nel</strong> 181 a.C., quando i consoli romani<br />
Publio Scipione Nasica, Caio Flaminio e Lucio Manlio Acidino fondarono la colonia di<br />
Aquileia. La città fu inizialmente popolata da 3.000 fanti e da 250 cavalieri con le loro<br />
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