Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
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onifica al sostegno degli insediamenti universitari, sino al sostegno delle attività economiche<br />
con finanziamenti e crediti agevolati, ed al finanziamento di eventi culturali,<br />
fieristici, sportivi, ecc.<br />
Il regime di zona franca è stato più volte insidiato da iniziative comunitarie, sebbene<br />
esso sia anteriore ai Trattati di Roma. La globalizzazione anche <strong>nel</strong> commercio e nei<br />
servizi ha fatto il resto: oggi oltre confine si trovano i medesimi prodotti che si possono<br />
acquistare a Gorizia, come a Milano, Graz o Lubiana.<br />
La città intanto vedeva rafforzare una propria vocazione internazionale, creando<br />
opportunità di incontro e dialogo tra la cultura oltre cortina e quella occidentale. Tutto<br />
ciò venne successivamente rafforzato dall’insediamento dell’Università di Trieste con<br />
corsi di laurea legati alle scienze diplomatiche internazionali che avevano il compito<br />
di forgiare anche i futuri diplomatici italiani. A breve sarà realizzato a Gorizia un centro,<br />
presso l’Università di Trieste di Via Alviano, destinato ai grandi appuntamenti<br />
internazionali, dotato degli spazi e <strong>della</strong> tecnologia necessaria per le traduzioni simultanee<br />
ed i collegamenti multimediali internazionali.<br />
Un momento di grande importanza per Gorizia è stato proprio l’avvio dei corsi di<br />
laurea dell’Università di Trieste, seguiti da quelli dell’Università di Udine, i cui poli si<br />
trovano rispettivamente in Via Alviano ed in Via Diaz. Se è ormai luogo comune sostenere<br />
che il miglior investimento a lungo termine per una persona sia la cultura, ciò<br />
vale anche per una città. Da quel momento Gorizia è stata vivacizzata e rivitalizzata<br />
da una presenza di studenti (oggi migliaia) che frequentano bar e ristoranti, esercizi<br />
commerciali, ecc. Non va trascurato, infatti, anche l’aspetto economico, che ha fatto<br />
esplodere – tra l’altro - il mercato immobiliare, considerata anche la necessità di reperire<br />
mini alloggi.<br />
Gorizia aveva già vissuto una rilevante presenza di giovani sul proprio territorio quando<br />
il confine, allora italo-jugoslavo, era il confine più avanzato tra le organizzazioni<br />
militari <strong>della</strong> NATO e del Patto di Varsavia. Esigenze di strategia militare imponevano<br />
una significativa presenza di militari di professione e di leva in tutta la regione,<br />
con particolare riferimento a Gorizia e all’Isontino: se vi fosse stata una aggressione<br />
dall’Est essa non poteva che aver luogo attraverso il nostro confine. La mutata<br />
situazione politica europea ha fatto venir meno questa necessità, e la presenza militare<br />
a Gorizia da circa 5.000 militari si è ridotta a poche centinaia di unità. Ciò si è<br />
tradotto anche <strong>nel</strong> venir meno di una fonte di reddito per la città. La presenza per<br />
decenni di migliaia di militari professionisti ha poi determinato anche un’alta percentuale<br />
di militari oggi in quiescenza a Gorizia come in altri centri <strong>della</strong> provincia. Molte<br />
sono anche le caserme dismesse che oggi sono cattedrali <strong>nel</strong> deserto, sino a che non<br />
si riuscirà a trovare per esse nuove destinazioni.<br />
Importante per lo sviluppo del territorio è la presenza a poche decine di chilometri tra<br />
loro del porto di Monfalcone, dell’autoporto di Gorizia, dell’aeroporto di Ronchi dei<br />
Legionari e dell’interporto ferroviario di Cervignano, l’imminente Corridoio 5, che collegherà<br />
Barcellona a Kiev. Non vanno trascurate le potenzialità dell’aeroporto di<br />
Merna per la nostra città.<br />
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