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Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

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getto per il restauro dell’ edificio già esistente e per la costruzione di un nuovo monastero<br />

che comprendesse un convitto per 250 allieve interne e una scuola per 500 allieve<br />

esterne. Entrarono <strong>nel</strong>l’ordine figlie di famiglie illustri come i Lantieri, i Coronini, i<br />

Tacco, i Morelli, i Garzarolli, i Cobenzl, i de Grazia, gli Strassoldo e gli Attems, oltre a<br />

ragazze provenienti da Trieste, Lubiana, Graz, Salisburgo… L’ istituto fu la più antica<br />

scuola italiana femminile <strong>della</strong> città, dove oltre alla dottrina cristiana veniva insegnato,<br />

in lingua esclusivamente italiana fino al 1775, a leggere, scrivere, far di conto,<br />

cucire, lavorare a maglia, ricamare. Proprio <strong>nel</strong> ricamo le monache eccellevano, ed<br />

erano note in città per la confezione di filati, di arazzi e di merletti con i fuselli, che<br />

eseguivano sia per committenti laici che ecclesiastici, per i quali ricamavano preziosissimi<br />

paramenti sacri ancora oggi conservati. Da quanto detto, emerge evidente il<br />

rilievo assunto dall’azione educativa dei gesuiti e delle madri Orsoline, a cui come<br />

vedremo più avanti si aggiungeranno <strong>nel</strong> 1860 le Suore Scolastiche di Nostra<br />

Signora, e <strong>nel</strong> 1895 i Salesiani. Nella seconda metà del Settecento venne inoltre fondato<br />

grazie alla generosità del marchese spagnolo Francesco Alvarez de Mannesse<br />

anche un istituto per fanciulli abbandonati che ebbe grande importanza per l’istruzione<br />

e l’educazione dei ragazzi più disagiati, divenendo il Collegio “Oddone Lenassi”.<br />

Nel Seicento la comunità slovena espresse stimati dignitari ecclesiastici, come i<br />

vescovi di Lubiana Glusˇič, Tavčar e Textor, l’arcidiacono di Gorizia Nepokoj e il musicista<br />

ecclesiastico Janez Tekstor. Vi furono poi autori di rilievo come il cronista sacerdote<br />

Ivan Marija Marussig, che scrisse opere in versi e in prosa utilizzando l’italiano e<br />

il friulano, il gesuita Martin Bavčer, che compose l’”Historia rerum Noricarum et<br />

Forojuliensium”e, firmando con uno pseudonimo latino, un discorso ufficiale di saluto<br />

per l’imperatore Leopoldo in visita alla città, il pedagogo Gerbec e due scrittori come<br />

Zbogar e Krhne, che pubblicarono, sempre in latino, opere di teologia.<br />

Il Settecento<br />

Il Settecento fu un secolo decisivo <strong>nel</strong>la storia del territorio che stiamo studiando,<br />

grazie all’opera riformatrice di Maria Teresa d’Austria (1740-1780)e di suo figlio<br />

Giuseppe II (1779-1790),che riorganizzarono le istituzioni dello stato, investendo in<br />

pieno anche le regioni più meridionali dell’Impero. Per Gorizia fu veramente il secolo<br />

d’oro: la città rinnovò il suo aspetto urbanistico, arricchendosi di palazzi e accogliendo<br />

ospiti e personaggi di un certo rilievo.<br />

A dire il vero, a livello economico il secolo non iniziò sotto i migliori auspici, a causa<br />

delle conseguenze delle epidemie <strong>della</strong> seconda metà del Seicento, aggiunte alla più<br />

agguerrita concorrenza commerciale di <strong>Venezia</strong>, ai dazi e al progressivo aumento del<br />

prelievo fiscale dovuto alle continue guerre contro i Turchi e poi alle cosiddette guerre<br />

di successione. Nel 1724 inoltre Trieste e Fiume vennero dichiarate porti franchi,<br />

cosa che fu negata ad Aquileia che invece subì l’interdizione dal commercio.<br />

Il porto franco di Trieste concesso da Carlo VI non ebbe eguale per ampiezza di fran-<br />

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