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Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

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Edling, che tentò di opporsi, venne esiliato. Queste riforme misero in apprensione papa<br />

Pio VI, che decise di recarsi dall’imperatore a Vienna, passando il 13 marzo 1782 per<br />

Gorizia, dove alloggiò <strong>nel</strong> palazzo Schönhaus presso la famiglia Lantieri, per poi dirigersi<br />

a Trieste e Lubiana.<br />

Sempre <strong>nel</strong> Settecento come abbiamo visto soggiornarono in città anche personaggi<br />

illustri come Carlo Goldoni e i già citati da Ponte e Casanova, che furono ospitati in<br />

piazza Sant’Antonio, <strong>nel</strong> palazzo Lantieri. Arrivò poi <strong>nel</strong> marzo 1797 Napoleone<br />

Bonaparte, che dimorò <strong>nel</strong>la palazzina de Grazia, <strong>nel</strong>l’attuale via Oberdan, che oggi<br />

ospita l’Istituto di musica. Egli impose alla città il pagamento di un tributo di 150.000<br />

fiorini e istituì un governo provvisorio durato solo un paio di mesi perché il trattato di<br />

Campoformido restituì Gorizia all’Austria, con l’aggiunta di Monfalcone e Grado che<br />

prima erano appartenute a <strong>Venezia</strong>. Con la calata in Italia di Napoleone iniziò un’epoca<br />

di sconvolgimenti che coinvolsero quindi anche la regione, più volte percorsa dagli<br />

eserciti francesi e per alcuni anni annessa di fatto all’Impero napoleonico. I francesi<br />

infatti tornarono <strong>nel</strong>la Contea <strong>nel</strong> 1805 e dal 1809 al 1813. Nella terza occupazione<br />

<strong>della</strong> città (1809-1813) Gorizia fu annessa al nuovo stato illirico, separato dal Regno<br />

d’Italia dal corso del fiume Isonzo: Piedimonte era in territorio italiano mentre Gorizia<br />

era illirica. Le Province Illiriche costituivano uno stato cuscinetto ideato per controllare<br />

l’Austria e per avere accesso alle vie commerciali verso i Balcani.<br />

I francesi cancellarono tutte le restrizioni imposte fino a quel momento agli ebrei,<br />

abbattendo <strong>nel</strong> 1812 il portone che richiudeva il ghetto, dove vivevano ancora circa<br />

200 persone, circa la metà degli ebrei <strong>della</strong> città, nonostante fosse stato abolito già<br />

dal 1781 l’obbligo di risiedervi.<br />

Intanto la nobiltà goriziana continuava ad erigere o restaurare nei suoi possedimenti<br />

ville e castelli che suscitavano l’ammirazione degli ospiti: ricordiamo quelli degli<br />

Strassoldo a San Floriano, degli Attems a Santa Croce, dei Della Torre a Vipulzano, sul<br />

Collio goriziano e a Sagrado, dei Rabatta a Canale, dei Lantieri a Vipacco e a<br />

Rifembergo, dei Coronini a San Pietro.<br />

L’Ottocento<br />

Nel 1815 il congresso di Vienna restituì nuovamente Gorizia al governo austriaco,<br />

che stabilì un’unità amministrativa del territorio di Gorizia, Gradisca,<br />

dell’Istria e del litorale croato con Fiume, ampliando la Contea con i distretti di<br />

Duino, Sesana, Monfalcone ed Aquileia. I confini amministrativi <strong>della</strong> regione, che ora<br />

confinava non più con <strong>Venezia</strong> ma con il Regno lombardo-veneto, assegnato<br />

all’Austria, non mutarono fino alla caduta dell’impero austro-ungarico <strong>nel</strong> 1918.<br />

Iniziava per l’Europa un secolo di grandi cambiamenti che ebbero conseguenze anche<br />

<strong>nel</strong> nostro territorio, dove coincise con l’ultimo secolo di dominazione asburgica.<br />

Nel 1836 la tranquilla vita goriziana venne scossa dalla presenza in città di Carlo X,<br />

il re di Francia in esilio a seguito dei moti del 1830. Dopo essersi recato in Scozia e a<br />

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