30.05.2013 Views

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Presˇeren, don Stefano Kociancic, don Anton Gregorcic, monsignor Valentin Stanig,<br />

Alojz Gradnik, monsignor Giovanni Trinko e Ivan Cankar.<br />

Dal punto di vista politico, l’Ottocento vide in tutta Europa un clima favorevole al<br />

formarsi delle coscienze nazionali, e questo ebbe come conseguenza che nei territori<br />

<strong>della</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> tutti gli elementi che fino ad allora erano riusciti ad armonizzarsi<br />

diventarono fattori esplosivi e occasione per opposizioni antitetiche tra italiani<br />

e slavi. A Gorizia nacquero due forme di “risorgimenti”, uno italiano e uno slavo,<br />

poichè la componente slovena mirava ad unificarsi e ad acquistare coscienza e identità.<br />

Per comprendere la situazione del tempo bisogna anche ricordare che <strong>nel</strong> corso del<br />

secolo l’impero austro-ungarico aveva perso la Lombardia e il Veneto, acquistando<br />

invece un peso crescente <strong>nel</strong> territorio dei Balcani. Da allora le poche centinaia di<br />

migliaia di italiani del Trentino e del Litorale austriaco contarono naturalmente molto<br />

meno dei milioni di slavi polacchi, slovacchi, bosniaci, sloveni e croati. L’Austria si<br />

trasformò in uno stato dove la componente slava aveva ormai, almeno a livello<br />

numerico, una notevole importanza.<br />

Come abbiamo visto gli slavi erano presenti <strong>nel</strong> Goriziano a partire dal VI-VII sec. e si<br />

erano integrati con la popolazione locale vivendo in modo pacifico sotto il governo<br />

prima dei Conti di Gorizia e poi dell’impero asburgico. Nella maggioranza dei casi<br />

erano contadini, artigiani ed operai, che risiedevano <strong>nel</strong>la fascia collinare e <strong>nel</strong>la zona<br />

montagnosa, e che praticavano il bilinguismo. Parlavano infatti la lingua slovena tra<br />

di loro ma utilizzavano la lingua italiana o quella tedesca quando si recavano in città<br />

per vendere i prodotti dei campi. Nell’Ottocento quello sloveno era un gruppo etnico<br />

molto numeroso <strong>nel</strong> territorio <strong>della</strong> Contea ma politicamente, economicamente e<br />

socialmente debole, in quanto la cultura e tutta l’amministrazione statale erano in<br />

mano alla nobiltà, che era goriziana o tedesca, e la popolazione <strong>della</strong> città, dove erano<br />

concentrate come abbiamo visto le scuole superiori, era <strong>nel</strong>la stragrande maggioranza<br />

italiana e costituiva la parte più colta e più ricca <strong>della</strong> popolazione. Quegli sloveni<br />

che erano saliti in posizioni sociali più elevate avevano dovuto integrarsi <strong>nel</strong>la cultura<br />

italiana o tedesca, e perciò l’assimilazione culturale era avvenuta in modo spontaneo<br />

e pacifico. Questo processo, che vedeva <strong>nel</strong>l’acquisizione <strong>della</strong> cultura italiana il<br />

principale mezzo di elevazione sociale, si interruppe quando le masse slovene che continuavano<br />

ad affluire in città cominciarono ad acquisire consapevolezza <strong>della</strong> propria<br />

identità etnica, rivendicando pari diritti con quella italiana.<br />

Fino a quel momento gli storici del tempo, come il Morelli, il Della Bona e il De<br />

Claricini, non ci riportano alcuna notizia di contrasti tra il gruppo italiano e quello sloveno,<br />

che erano riusciti a coesistere pacificamente, tranne quando <strong>nel</strong> 1713 vi era<br />

stata una rivolta per motivi fiscali dei contadini <strong>della</strong> zona di Tolmino contro l’esattore<br />

Giovanni Bandeu. Scesi a Gorizia avevano assalito la casa del Bandeu ed erano stati<br />

autori di vari violenze, represse prima da armati goriziani e sanzionata poi con condanne<br />

a morte, confische e pene pecuniarie da una commissione imperiale.<br />

I fatti del ’48 sfiorarono appena il Litorale, dove vennero alla luce solo speranze di<br />

45

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!