Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
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restò più a lungo su posizioni scismatiche. Da questo momento in poi il patriarca<br />
eletto ad Aquileia sarà protetto dai Longobardi e poi dai Franchi, entrando <strong>nel</strong>l’orbita<br />
dell’Impero germanico, mentre il Patriarcato di Grado sarà dapprima sostenuto<br />
dai Bizantini e da <strong>Venezia</strong> ma più tardi, <strong>nel</strong> 1451, verrà soppresso e incorporato<br />
<strong>nel</strong> neocostituito patriarcato di <strong>Venezia</strong>. Questa divisione fu la causa di dispute e<br />
scontri che si concretizzarono anche <strong>nel</strong> saccheggio di Grado da parte dei duchi longobardi,<br />
la mano armata dei Patriarchi rivali. Il patriarcato di Aquileia, passato <strong>nel</strong>la<br />
sfera politica del Sacro Romano Impero, ebbe vita più lunga: trasferì la sede dal 630<br />
al 730 circa a Cormons, poi a Cividale fino al terremoto del 1222 ed infine a Udine,<br />
finché come vedremo cessò di esistere <strong>nel</strong> 1751 per creare le due arcidiocesi di Gorizia<br />
e di Udine.<br />
Quando <strong>nel</strong> 774 Carlo Magno sconfisse i Longobardi costituì la marca del Friuli, che<br />
comprendeva il Friuli, la Carniola e l’Istria, a difesa dei confini orientali del suo impero<br />
da Bizantini, Avari e Slavi. Egli confermò <strong>nel</strong> 792 al patriarcato di Aquileia tutti i<br />
possedimenti ricevuti dai Longobardi, dando inizio al potere temporale dei patriarchi<br />
che sarebbe cessato soltanto <strong>nel</strong> 1420, quando il Patriarcato sarebbe stato conquistato<br />
dalla Repubblica di <strong>Venezia</strong>. L’imperatore con un diploma del 14 giugno<br />
dell’811 stabilì inoltre i confini <strong>della</strong> diocesi, che si estendeva dal Friuli al Cadore, alla<br />
Carinzia meridionale e a quasi tutta la Slovenia e che fu per quasi un millennio la<br />
seconda diocesi d’Europa per grandezza, dopo quella di Milano.<br />
La cristianizzazione del territorio goriziano avvenne probabilmente tra il VI e VII<br />
secolo, epoca alla quale risale una pieve dedicata a Santo Stefano presso il castrum<br />
Syliganum, l’odierna Salcano-Solkan, oggi in territorio sloveno, che per secoli restò il<br />
principale centro religioso <strong>nel</strong>la zona, fino alla costituzione <strong>della</strong> parrocchia di Gorizia,<br />
<strong>nel</strong> 1460.<br />
Più tardi fu la casata di Sassonia ad annettersi queste terre, e molti imperatori fecero<br />
importanti donazioni ai patriarchi per assicurarsi il controllo del Friuli attraverso i<br />
vassalli più autorevoli e fedeli. L’imperatore Ottone I distaccò il Trentino e il Friuli dal<br />
Regno Italico, sottoponendoli al diretto controllo imperiale per garantire un sicuro collegamento<br />
tra Germania e Italia. Egli proseguì <strong>nel</strong>la sua opera di riordinamento amministrativo<br />
dell’impero affidando le varie ville, cioè i villaggi, a fedeli vassalli che dovettero<br />
rispettare le sue disposizioni erigendo fortificazioni per difendere i territori a loro<br />
affidati; iniziò così la fase del cosiddetto incastellamento del Friuli.<br />
È proprio in questo contesto che Gorizia, all’epoca solo un villaggio situato su un<br />
colle, entra <strong>nel</strong>la storia <strong>della</strong> regione accanto al patriarcato di Aquileia.<br />
Il primo documento ufficiale che riporta il nome di Gorizia, emanato a Ravenna il<br />
28 aprile 1001 dall’imperatore Ottone III, è la donazione <strong>della</strong> metà del castello di<br />
Silyganum (Salcano) e <strong>della</strong> villa chiamata <strong>nel</strong>la lingua degli Slavi Goritia, dei territori<br />
posti tra l’Isonzo, il Vipacco e le Alpi e di tutte le ville costruite o ricostruite dai patriarchi<br />
tra i fiumi Livenza e Timavo dopo le incursioni degli Ungari al patriarca di Aquileia<br />
Giovanni IV, mentre l’altra metà era concessa al conte del Friuli Werner o Guariento.<br />
La Chiesa di Aquileia venne in questo modo ricompensata per aver rivestito un ruolo