30.05.2013 Views

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

62<br />

tribunale speciale del popolo, la guardia civile comunista e il vecchio partito fascista.<br />

Per tracciare i nuovi confini tra Italia e Jugoslavia Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia<br />

e Inghilterra, cioè le quattro grandi potenze che avevano vinto il secondo conflitto,<br />

costituirono un’apposita commissione, che decise di lasciare Parigi per visitare la<br />

nostra regione e verificare la situazione. Per cercare di cancellare la secolare presenza<br />

italiana, in varie località <strong>della</strong> costa istriana l’amministrazione jugoslava fece<br />

allora asportare le effigi del Leone di San Marco, lasciate dalla Repubblica di <strong>Venezia</strong>,<br />

modificò i cognomi italiani alterandoli persino sulle lapidi di qualche cimitero, distribuì<br />

nuove carte d’identità e prelevò registri anagrafici e parrocchiali in modo da ostacolare<br />

la ricerca <strong>della</strong> verità. Nella <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> gli sloveni e i croati, informati in<br />

anticipo dai russi sugli spostamenti <strong>della</strong> commissione, prepararono manifestazioni<br />

a favore <strong>della</strong> Jugoslavia, mobilitando migliaia di sloveni fatti giungere da chilometri<br />

di distanza, in modo da convincere i delegati che la popolazione voleva l’annessione<br />

alla Jugoslavia. D’altra parte sia a Gorizia che a Trieste e a Monfalcone vi erano<br />

anche comunisti filojugoslavi che erano pronti ad accettare l’annessione come un’opportunità<br />

per cominciare una nuova vita all’interno di uno stato socialista.<br />

In questo contesto venne ricostituita la Lega Nazionale di Gorizia. La bruciante<br />

sconfitta del secondo conflitto, i quaranta giorni del terrore cui Gorizia e Trieste<br />

dovettero sottostare, le minacce annessionistiche del Maresciallo Tito, l’incerto destino<br />

cui andarono incontro migliaia di italiani, rinsaldarono, <strong>nel</strong> 1946, il sentimento di<br />

amor patrio indirizzandolo verso la ricostituzione del sodalizio. Sotto la spinta<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Giovanile Italiana rinasceva così, l’8 marzo 1946, lo storico gruppo<br />

goriziano forte di 3.874 iscritti e di un patrimonio economico che ammontava, in sole<br />

elargizioni, a 57.742 lire. Proclamatasi al di fuori di ogni ideologia e di ogni partito<br />

la Lega invocò l’unione di tutti gli italiani per la difesa <strong>della</strong> loro cultura e delle loro<br />

tradizioni. Si trattava quindi di un’associazione apartitica, che aveva lo scopo di<br />

“combattere solo ciò che mina ed insidia la nostra nazionalità e la nostra cultura ,<br />

tenendo sempre alto il sacro nome dell’Italia”.<br />

Alla fine del mese di marzo 1946 Gorizia si trovò invasa da cinquemila manifestanti<br />

slavi, parte dei quali erano stati condotti in città con decine di camion. Tra lo sconcerto<br />

e la preoccupazione dei goriziani, occuparono piazza <strong>della</strong> Vittoria e bivaccarono<br />

per diversi giorni di fronte al palazzo che era la sede del Governo Militare Alleato.<br />

Il 27 marzo anche i cittadini di Gorizia furono informati che la Commissione interalleata<br />

avrebbe sostato in città quella sera. Le autorità militari alleate autorizzarono una<br />

manifestazione italiana, che venne organizzata in poche ore nonostante i timori per<br />

una reazione armata jugoslava. Mano a mano che la notizia si spargeva una grande<br />

folla di uomini e donne di ogni età e di ogni classe sociale cominciò a scendere<br />

<strong>nel</strong>le strade e ad affluire verso le diciotto al Parco <strong>della</strong> Rimembranza, da dove il corteo,<br />

lungo più di un chilometro, partì alle venti e trenta, illuminato da migliaia di torce<br />

procurate dai dirigenti delle ferrovie. Dalle finestre delle abitazioni altre centinaia di<br />

persone si affacciavano per applaudire i manifestanti. I delegati <strong>della</strong> Commissione<br />

poterono così vedere tutti i ventimila goriziani che scandivano “Italia” e cantavano

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!