Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
Storia della Venezia Giulia - Associazione Giuliani nel Mondo
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
ti militari <strong>della</strong> IV armata iniziarono, sulla base di liste già predisposte, gli arresti, gli<br />
interrogatori, le deportazioni e le esecuzioni sommarie.<br />
A guerra finita, in tutta la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, <strong>nel</strong>l’Istria e <strong>nel</strong>le terre occupate dall’esercito<br />
jugoslavo, migliaia di cittadini inermi vennero arrestati, interrogati sotto tortura,<br />
deportati in campi di concentramento all’interno <strong>della</strong> Jugoslavia, o uccisi<br />
mediante fucilazione, affogamento o infoibamento. Le foibe (dal latino fovea)<br />
erano cavità carsiche sparse per tutta l’Istria e la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, profonde anche centinaia<br />
di metri, <strong>nel</strong>le quali vennero gettati, morti o ancora vivi, migliaia di uomini e<br />
donne e decine di bambini. Nessuna famiglia potè né allora né in seguito avere<br />
notizie sui suoi congiunti, che non furono mai sottoposti ad un regolare processo da<br />
parte di un tribunale legittimo. Tra le migliaia di deportazioni e di uccisioni ricordiamo<br />
il tragico caso di Norma Cossetto, una brillante studentessa ventitreenne istriana,<br />
che dopo aver frequentato il liceo classico di Gorizia era ormai laureanda presso<br />
l’Università di Padova. Fu arrestata, torturata e violentata da una dozzina di militi slavi<br />
e infine gettata ancora viva in una foiba. Nel dicembre 2005 le è stata conferita la<br />
Medaglia d’oro al merito civile.<br />
Quella dell’infoibamento degli avversari politici e di tutti coloro che potevano costituire<br />
sotto qualsiasi punto di vista un ostacolo divenne una pratica comune dell’esercito<br />
jugoslavo <strong>nel</strong>le terre occupate. Tutto ciò avvenne nonostante la presenza degli<br />
Alleati, che assistevano passivamente avendo ricevuto l’ordine di non intervenire.<br />
Le diverse modalità dell’eliminazione spiegano in parte la divergenza tra le cifre che<br />
vengono fissate per le vittime, che variano da un minimo di 5/6.000 persone ad un<br />
massimo di 15.000. Per le fonti slave si tratta invece di un numero che varia tra le<br />
600 e le 2000 persone, ma naturalmente non si deve fare una questione di numeri:<br />
fossero anche poche decine, il loro omicidio costituisce sempre un crimine. Furono<br />
individuate 52 foibe. Le salme che furono recuperate, ovviamente solo nei territori<br />
dove arrivarono le truppe anglo-americane e non in quelli che rimasero <strong>nel</strong>le mani<br />
delle truppe jugoslave, <strong>nel</strong>la maggior parte dei casi non si potevano identificare.<br />
Quali le cause di queste violenze? Alcuni sostengono che vadano ricercate esclusivamente<br />
nei crimini che il fascismo aveva commesso ai danni <strong>della</strong> popolazione slovena<br />
e croata tra i due conflitti mondiali e poi al momento dell’annessione di parte<br />
<strong>della</strong> Slovenia allo Stato italiano, <strong>nel</strong> 1941, ma è invece necessario partire da più<br />
lontano e tener conto di quanto era accaduto in queste regioni dalla fine del XIX<br />
secolo. Come abbiamo visto a quel tempo la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, l’Istria e la Dalmazia<br />
appartenevano all’Impero d’Austria-Ungheria e la popolazione era costituita dall’etnia<br />
italiana e da quella slava, ulteriormente suddivisa tra serbi, croati e sloveni.<br />
Nonostante le differenze sociali ed economiche le due comunità avevano vissuto pacificamente<br />
per secoli, ma dalla seconda metà dell’Ottocento con il fiorire dei nazionalismi<br />
i rapporti avevano cominciato a deteriorarsi. L’elemento latino-veneto abitava<br />
prevalentemente nei centri principali, ed era costituito per lo più da borghesi, a differenza<br />
degli slavi, che abitavano più spesso – ma non esclusivamente- <strong>nel</strong>le campagne,<br />
praticando l’agricoltura. Molti italiani erano di idee liberali e mal tolleravano la domi-<br />
59