ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente
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mondo, e ci stiamo muovendo molto per ottenere<br />
finanziamenti e patrocini che ci permettano di andare<br />
avanti, finché questi ragazzi non diverranno<br />
adulti e padroni della propria vita… Per quanto<br />
mi riguarda, penso che, indipendentemente <strong>dal</strong>le<br />
decisioni che prenderanno da adulti, è importante<br />
sapere che stiamo offrendo loro l’opportunità, per<br />
lo meno, di non tornare a essere mai più bambini<br />
di strada, perché non è giusto lasciare che un ragazzino<br />
di sei, sette, dieci, dodici anni si assuma<br />
la responsabilità di prendere decisioni che si ri-<br />
percuoteranno sulla sua esistenza per sempre.<br />
Mi capita spesso di sentire persone adulte dire di<br />
questi ragazzi, che vivono prendendo droghe e<br />
pulendo i parabrezza ai semafori, che “è colpa<br />
loro, perché se ne sono andati via di casa”. E in<br />
quei momenti provo una grande amarezza a pensare<br />
come noi adulti siamo a volte tanto incapaci<br />
di vedere oltre la punta del nostro naso e, per questo,<br />
ci è tanto estranea quella che è una realtà di<br />
fatto: che non tutte le infanzie e le famiglie sono<br />
uguali, e spesso non essere nati con la fortuna di<br />
avere un padre amorevole e una madre premurosa<br />
toglie ogni valore ai diritti fondamentali con i<br />
quali si ritiene che bambini e bambine vadano<br />
educati e cresciuti…<br />
Conosco da molti anni la realtà dell’infanzia per<br />
strada e confesso che, fino a un po’ di tempo fa,<br />
non ha costituito altro per me che un problema<br />
che, sì, toccava la mia sensibilità, ma senza spingermi<br />
ad agire, forse perché mi perdevo in quella<br />
domanda che s’affaccia in genere in me quando<br />
mi trovo di fronte a situazioni che mettono a repentaglio<br />
il mio pensare e procedere: che cosa ci<br />
posso fare, io?<br />
Non so se questo cammino che le mie amiche e i<br />
p. 15<br />
12 aprile. Tokyo. Il Giappone<br />
decide di cambiare<br />
la sua valutazione dell’incidente<br />
alla centrale nucleare<br />
di Fukushima e lo<br />
classifica al livello più<br />
grave su una scala di<br />
misura internazionale,<br />
alla pari con quello di<br />
Černobyl del 1986.<br />
14 aprile. Gaza. Un<br />
gruppo islamico radicale<br />
rapisce e uccide Vittorio<br />
Arrigoni, 36 anni,<br />
attivo nel movimento per<br />
la pace. Vittorio era arrivato<br />
a Gaza nell’estate<br />
del 2008 sulla prima imbarcazione<br />
di attivisti<br />
salpata per la Striscia<br />
per protesta contro il<br />
blocco imposto a Gaza<br />
da Israele.