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ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente

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Quando viveva nascosta, Anna scrisse un diario,<br />

prima per se stessa, poi per documentare cosa significava<br />

essere ebrei durante la Seconda guerra<br />

mondiale. Ho sempre provato una grande pena<br />

per quanti hanno sofferto nell’Olocausto e, a pensare<br />

che lo Stato di Israele viene da una storia tanto<br />

tragica e terribile, non è difficile capire i motivi<br />

che hanno portato alla sua creazione. Anna Frank,<br />

però, mi ha reso tutto ciò ancora più umano. Ma,<br />

al riguardo, i miei sentimenti non contano. Ciò<br />

che conta, oggi, è che l’Olocausto viene usato per<br />

perseguitare i palestinesi. […]<br />

Anna Frank mi ha toccato profondamente e ho<br />

voluto procurarmi una traduzione araba del suo<br />

diario, per poterlo condividere con altri sauditi.<br />

[…] Per potere andare avanti è importante capire<br />

da dove entrambi veniamo. Oggi, per i giovani arabi,<br />

gli israeliani non sono i discendenti dei sopravvissuti<br />

all’Olocausto, ma un esercito di occupazione<br />

razzista e genocida. E scommetto che per<br />

i giovani israeliani i palestinesi non sono gli abitanti<br />

nativi del territorio che hanno occupato, ma<br />

terroristi irrazionali e fondamentalisti. Un palestinese<br />

di Nazareth, Khaled Mahameed, sta cercando<br />

di cambiare le cose spiegando l’Olocausto ai<br />

palestinesi e le sofferenze dei palestinesi agli israeliani.<br />

Benché essere una donna in Arabia Saudita, con<br />

tutte le sue difficoltà, sia certo un paradiso rispetto<br />

a essere una donna ebrea nella Germania nazista,<br />

non ho potuto impedirmi di capire qualcosa<br />

di come doveva essere vedendo la stella che gli<br />

ebrei erano obbligati a portare per segnalare di<br />

essere ebrei e leggendo questo brano del diario di<br />

Anna esposto nel museo: “La nostra libertà è stata<br />

gravemente limitata da una serie di decreti<br />

p. 84<br />

15 maggio. Al confine<br />

con il Libano, l’esercito<br />

israeliano apre il fuoco<br />

contro una folla di centinaia<br />

di palestinesi che<br />

cercano di entrare in<br />

Israele. Dieci dimostranti<br />

vengono uccisi e oltre<br />

un centinaio feriti. Sulle<br />

alture del Golan un centinaio<br />

di palestinesi residenti<br />

in Siria apre una<br />

breccia nel confine con<br />

Israele e penetra nel villaggio<br />

di Maj<strong>dal</strong> Shams<br />

sventolando bandiere<br />

della Palestina. L’esercito<br />

israeliano spara sulla<br />

folla uccidendo quattro<br />

persone. Presso il checkpoint<br />

militare fra Ramallah<br />

e Israele, nella<br />

West Bank, un migliaio<br />

di dimostranti che innalzano<br />

bandiere palestinesi<br />

si scontra con le truppe<br />

antisommossa israeliane<br />

lanciando pietre e, in<br />

qualche caso, petardi e<br />

bottiglie molotov. A Gaza,<br />

quando i dimostranti<br />

attraversano una fascia<br />

di sicurezza adiacente al<br />

confine con Israele, i<br />

soldati israeliani sparano<br />

sulla folla ferendo<br />

decine di persone.

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