ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente
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su particolari o su uno stesso episodio narrato due<br />
volte da due personaggi o più. La narrazione procede<br />
a salto dell’oca, andando avanti e tornando<br />
indietro, creando un gioco di specchi temporale<br />
che corrisponde al gioco di specchi spaziale del<br />
quadro di Velázquez. Anche qui l’Autore fa capolino<br />
tra le righe sotto forma di un uomo che scrive<br />
a macchina e che rimarrà sempre non identificato<br />
all’interno del romanzo. Dafi lo vede <strong>dal</strong>la sua finestra.<br />
Il racconto si attorce attorno a una barba, che è il<br />
simbolo dell’essere riconoscibili come israeliani<br />
ebrei ortodossi, attorno a dei piedi (i piedi dell’amata<br />
moglie Asya e poi i piedi di Dafi amati da<br />
Na’im, il ragazzo palestinese) e intorno a una<br />
Morris blu alla cui ricerca da parte di Adam pare<br />
dedicato tutto il racconto. La Morris blu è l’unica<br />
traccia dell’amante a cui il marito tradito dà spasmodicamente<br />
la caccia, dopo la sua sparizione,<br />
più di quanto farebbe la moglie stessa, perché lui<br />
ha bisogno di avere in mano un altro essere umano:<br />
prima Gabriel, l’amante, poi Na’im, il ragazzo<br />
palestinese, poi Tali, l’amica quindicenne della<br />
figlia con cui si accoppia quasi incestuosamente.<br />
Il fatto è che tutti i personaggi sono profondamente<br />
sradicati. I due punti di vista opposti, quello<br />
degli israeliani ebrei e quello degli israeliani palestinesi,<br />
manifestano lo stesso sradicamento e lo<br />
stesso non credere al proprio ruolo e nemmeno in<br />
Dio, per cui Gabriel l’ebreo, alla fine ritrovato,<br />
dopo essere stato al fronte ed essersi rifugiato tra<br />
gli ebrei ortodossi nella città vecchia, si spoglierà<br />
dei vestiti neri propri degli ebrei ortodossi. Asya<br />
gli taglia i cernecchi e Na’im fuggirà tornando al<br />
suo paese. In tutto questo si intrecciano sogni e<br />
storie d’amore (tra Dafi ebrea e il palestinese<br />
p. 86