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ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente

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vuole provare a continuare. Distribuisce un pezzetto<br />

di pongo a ogni bambino, e ognuno inizia<br />

con abilità a modellare qualcosa. Infine andiamo<br />

via. Dobbiamo salutare frate Mauro, e anche questo<br />

sarà un commiato. Stiamo con lui a lungo, più<br />

di un’ora, gli raccontiamo tutto ciò che abbiamo<br />

fatto in questi dieci giorni e lasciamo anche lui.<br />

Palermo, 16 giugno <strong>2011</strong>, post scriptum<br />

Un mese e mezzo, quasi due mesi sono passati<br />

<strong>dal</strong> nostro ritorno da Kinshasa, e soltanto stamani<br />

io, Piero e Palma siamo seduti attorno al tavolo del<br />

mio soggiorno con i nostri computer. Apriamo il<br />

file con gli incontri con i bambini e iniziamo a rileggerli<br />

e discuterne. La prima settimana dopo il<br />

ritorno è stata davvero caotica: Lapika è venuto<br />

con noi in Italia e abbiamo dovuto organizzare la<br />

sua conferenza, dove ho parlato anch’io, ma avendo<br />

preparato qualcosa di appena abbozzato. Poi<br />

ci siamo incontrati quasi ogni giorno con lui per<br />

continuare le nostre conversazioni, i nostri scambi<br />

di idee. Ma sino a oggi non abbiamo mai fatto<br />

una vera riflessione sulla nostra ricerca. In verità<br />

per giorni e giorni siamo stati come straniti, il<br />

corpo a Palermo, la mente a Matete, con i bambini.<br />

E con questo assetto mentale non c’è spazio<br />

per pensare. Certo, so bene <strong>dal</strong> mio lavoro che è<br />

necessario fare sempre una sorta di difficile equilibrismo<br />

fra la necessità di una totale partecipazione<br />

alle emozioni del paziente - e per me i bambini<br />

di Matete non sono stati oggetto di una fredda<br />

ricerca, ma tanti piccoli pazienti - e la capacità di<br />

trovare quella distanza indispensabile alla nascita<br />

di un pensiero. Ed è proprio questo spazio che ho<br />

tanto faticato a riconquistare. Adesso è infine arrivato<br />

il momento e la possibilità di riflettere.<br />

p. 37

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