ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente
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accusato anche di questa morte e riportato <strong>dal</strong> pastore,<br />
che riprende a maltrattarlo, mentre la madre<br />
gli prepara cose da mangiare, ma cose molto<br />
strane. Siccome lui non ammette di essere uno<br />
stregone, il pastore lo picchia, finché, in breve<br />
tempo, il bambino non riesce più a sopportare<br />
tutto questo e scappa <strong>dal</strong>la chiesa. Così finisce per<br />
strada, e poi nel centro di Matete. Lì un giorno si<br />
ammala e viene ricoverato in ospe<strong>dal</strong>e. Un educatore<br />
chiede che qualcuno della sua famiglia<br />
venga a stargli accanto, ma nessuno vuole venire,<br />
così a occuparsi di lui fin quando non guarisce<br />
sono, a turno, gli educatori del centro.<br />
Exaucee termina il suo racconto e io taccio. Non<br />
trovo parole per lui. Lavoro come psichiatra e<br />
psicoanalista da decenni, ho avuto di fronte tantissimi<br />
ragazzini pieni di angoscia, e per tutti ho<br />
trovato qualcosa da dire; questa è la prima volta<br />
che le parole mi mancano. Ho passato il resto del<br />
giorno a pensare, a riflettere. So bene, l’ho studiato<br />
tanto, che il trauma ha effetto anche sui professionisti<br />
che sul trauma lavorano, che esso può<br />
provocare blocchi del pensiero, ma è una magra<br />
consolazione. Parliamo un po’ con Guillain. Ci<br />
conferma che, quando Exaucee era in ospe<strong>dal</strong>e, il<br />
centro ha chiesto invano ai suoi familiari di venire<br />
ad assisterlo e, di fronte al loro irremovibile<br />
rifiuto, a prendersi a turno cura di lui sono stati<br />
gli educatori stessi. A questo punto osservo che<br />
Exaucee non riconosce di essere uno stregone,<br />
anzi, pur di non “confessare” è scappato <strong>dal</strong>la<br />
chiesa. Nei nostri studi, invece, abbiamo trovato<br />
testimonianze di bambini che raccontano nei minimi<br />
particolari i loro atti di stregoneria. E cito a<br />
memoria il primo articolo che abbiamo letto,<br />
dell’antropologo de Boeck.<br />
p. 27