ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente
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fiammella di luce su uno sfondo buio, sapevo già<br />
della malattia della nonna, mia madre, e per nove<br />
mesi non ho fatto altro che ripetere che tu sola,<br />
così piccola, mi potevi salvare <strong>dal</strong>la disperazione<br />
di quella condanna. E quando sei nata ricordo di<br />
aver detto che era quasi come se fossi stata tu a<br />
darmi la vita, piuttosto che il contrario. Ancora,<br />
non potevo immaginare quanta verità ci fosse in<br />
queste parole. Non sapevo. Non sapevo che di lì<br />
a sei mesi avrei scoperto di essere malata anche io,<br />
non sapevo che avrei subito un lungo e difficile<br />
intervento, che non avrei potuto avere altri figli,<br />
che avrei dovuto lasciarti ogni giorno con una babysitter<br />
per andare a fare chemioterapia e radioterapia,<br />
che la nostra vita sarebbe cambiata in<br />
modo così radicale e profondo. Non sapevo, non<br />
potevo sapere, che portandoti al Centro Vaccinazioni<br />
e sentendo che il prossimo richiamo sarebbe<br />
stato tra quattro anni, in un angolo nemmeno<br />
troppo recondito della mia mente avrei pensato<br />
“Ci sarò io con te?” Ho cercato di proteggerti da<br />
tutto questo, chiedendomi nel frattempo se fosse<br />
giusto così. Solo la tua gioia, la tua serenità, mi<br />
hanno dato giorno dopo giorno la fievole certezza<br />
che, giusto o sbagliato che fosse, l’equilibrio che<br />
siamo riusciti a mantenere nonostante tutto ti abbia<br />
permesso di vivere questi tuoi primi mesi nel<br />
modo migliore possibile. Dopo la morte della nonna<br />
non so cosa significhi la parola speranza. So<br />
che ci sei tu, e che forse è lo stesso. So che ci sono<br />
concetti astratti e luoghi comuni che, vissuti<br />
sulla propria pelle e nella propria anima, cessano<br />
di essere tali e si trasformano in verità profonde<br />
e quasi indicibili. Solo adesso che ti guardo crescere,<br />
così tenera e indifesa, mi chiedo “sinceramente”<br />
come sia possibile far male a un bambino.<br />
p. 55<br />
13 maggio. Il numero di<br />
rifugiati in dieci paesi<br />
dell’Africa orientale è<br />
salito a quasi 1,4 milioni.<br />
La maggior parte delle<br />
nuove persone in cerca<br />
di asilo è andata in Kenya<br />
e in Etiopia. La maggioranza<br />
di esse è costituita<br />
da somali in fuga<br />
<strong>dal</strong>la siccità e dai conflitti<br />
nel loro paese.<br />
13 maggio, Londra. Mentre<br />
ieri, all’interno della<br />
Unione Europea, emergevano<br />
divisioni su come<br />
rispondere alla crisi dei<br />
profughi <strong>dal</strong> Nordafrica,<br />
il ministro dell’Interno<br />
britannico Theresa May<br />
ha sottolineato che la<br />
Gran Bretagna non accoglierà<br />
emigranti in fuga<br />
da Libia e Tunisia.