ottobre 2011 - Bambini - Qui - appunti dal presente
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piantati dai nonni dia i suoi frutti perché tutta la<br />
famiglia inizi a girarci attorno.<br />
Sto tagliando dei manghi che ci ha regalato Agustín,<br />
e penso a come la mia vita sia segnata dai ricordi<br />
legati a questo odore e a questa consistenza.<br />
Quelli piccoli e ambrati che mangiavo durante le<br />
vacanze nel villaggio di Rodas, quelli verdi e acidi<br />
che condivamo con il sale nei periodi di scolarizzazione<br />
in campagna e quelli che rubavamo,<br />
spinti <strong>dal</strong>la fame, alla fattoria La Experimental nel<br />
comune di Güira, durante gli anni bui del Periodo<br />
speciale. E dopo un morso, i fili che mi restavano<br />
tra i denti, la goccia di succo che mi correva sul<br />
mento e mi sporcava i vestiti, il seme succhiato<br />
fino a rimanere bianco e la buccia che, lasciata sul<br />
pavimento, era pericolosa come quella di banana.<br />
I manghi rievocano in me tutte le tappe della mia<br />
esistenza, ognuno dei periodi che ha attraversato<br />
quest’isola negli ultimi decenni. Mi ricordano quel<br />
mercato liberato conosciuto come Centro, negli<br />
anni del sussidio sovietico, dove assaggiai per la<br />
prima volta i succhi Taoro. Poi venne il processo<br />
di “rettificazione degli errori e delle tendenze negative”,<br />
con cui furono spazzati via gli strascichi<br />
piccolo borghesi, e il Taoro ci mise dieci anni a<br />
riapparire, ma questa volta venduto in cambio di<br />
moneta convertibile.<br />
Questo frutto ha il merito di avere dimostrato la<br />
propria incredibile resistenza alle fattorie statali,<br />
alle scempiaggini che hanno assorbito migliaia di<br />
ettari di terra, come la zafra dei dieci milioni, il<br />
piano per coltivare banane microjet e persino l’indesiderato<br />
avanzare del marabù. E il mango, ostinato,<br />
resta qui, a segnare le nostre vite con il suo<br />
sapore, a fare di qualunque povero cortile un ridotto<br />
di prosperità, almeno finché dura l’estate.<br />
p. 93<br />
6 giugno. Mogadiscio,<br />
La violenza che dilania<br />
la città ha portato le vittime<br />
fra i bambini a un<br />
numero mai prima raggiunto.<br />
Le principali cause<br />
di morte, per essi, sono<br />
ustioni, ferite al petto<br />
ed emorragie interne dovute<br />
a esplosioni, shrapnel<br />
e pallottole. Dei 1590<br />
feriti da armi da fuoco registrati<br />
nel solo mese di<br />
maggio, 735 erano bambini<br />
sotto i cinque anni.<br />
7 giugno. Guinea Equatoriale.<br />
Per ospitare un<br />
summit dell’Unione africana<br />
che durerà appena<br />
una settimana, il governo,<br />
mentre la maggioranza<br />
della popolazione<br />
vive nella più estrema<br />
miseria, ha costruito in<br />
due anni una città costata<br />
oltre 580 miliardi di<br />
euro, Sipopo, che vanta<br />
cinquantadue ville presidenziali<br />
di lusso, un<br />
palazzo delle conferenze,<br />
una spiaggia artificiale,<br />
un lussuoso hotel e il<br />
primo campo da golf a<br />
18 buche del paese.