I tumori cutanei maligni di interesse ORL - Luigi D'Ottavi - AOOI
I tumori cutanei maligni di interesse ORL - Luigi D'Ottavi - AOOI
I tumori cutanei maligni di interesse ORL - Luigi D'Ottavi - AOOI
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
1<br />
la loro energia agendo come co-cancerogeni, producono danni irreversibili<br />
a strutture importanti e delicate come il collagene e l’elastina (dermatoeliosi<br />
o fotoinvecchiamento, equivalente al photoaging). Le espressioni<br />
cliniche del photoaging sono: l’elastosi solare, la cutis romboidalis nuchae<br />
(tipica della parte posteriore del collo che si presenta fortemente rugosa<br />
nelle persone che lavorano all’aperto come i conta<strong>di</strong>ni ed i marinai), le teleangectasie<br />
del viso, le lentigo senili, le cheratosi attiniche, l’ipomelanosi<br />
guttata degli arti (in particolare la superficie anteriore delle gambe), le pigmentazioni<br />
<strong>di</strong>ffuse a chiazze sul dorso delle mani e delle braccia. La frazione<br />
B, bloccata dal vetro, determina la sintesi della vitamina A. Rappresenta<br />
l’1% della ra<strong>di</strong>azione solare che raggiunge la terra. Viene assorbita dall’epidermide<br />
per il 90% (soprattutto a livello dello strato corneo, 0%) mentre il<br />
restante 10% raggiunge il derma. È responsabile dell’eritema solare (fotoustione<br />
<strong>di</strong> I grado o scottatura) che inizia dopo circa 6- ore dall’irra<strong>di</strong>azione<br />
raggiungendo il massimo nelle 12-24 ore successive per attenuarsi nel giro<br />
<strong>di</strong> qualche giorno. Ad essa si deve anche la cosiddetta pigmentazione<br />
in<strong>di</strong>retta dovuta all’attivazione <strong>di</strong> una reazione biochimica a catena, melanogenesi,<br />
a livello dei melanociti). Compare dopo circa 4 - 2 ore dalla<br />
fotoesposizione e raggiunge il massimo dopo 2-3 settimane. Dura a lungo<br />
(settimane o mesi) e produce la “vera” abbronzatura. Nelle esposizioni prolungate<br />
può indurre fotocarcinogenesi perché induce un danno fotochimico<br />
al DNA e ai suoi meccanismi <strong>di</strong> riparazione, con effetto immunosoppressivo.<br />
La frazione C risulta dannosa per la sua azione mutagena ed è un<br />
potente cancerogeno filtrato dallo strato <strong>di</strong> ozono dell’atmosfera terrestre<br />
1,2, 9,10 . Le frazioni comprese tra i 300 ed i 190 nm (quin<strong>di</strong> le più pericolose)<br />
vengono assorbite al 9 -99% dalle molecole <strong>di</strong> ossigeno e soprattutto <strong>di</strong><br />
ozono (O3) presenti nell’atmosfera.Le ra<strong>di</strong>azioni elettromagnetiche emesse<br />
dal sole in seguito alla sua attività termonucleare, vengono mo<strong>di</strong>ficate durante<br />
il tragitto attraverso l’atmosfera terrestre e variano con l’angolo dello<br />
Zenit.Un terzo dell’energia totale viene assorbita dall’ozono,che filtra in particolare<br />
gli UV-C. L’ozono ha la proprietà <strong>di</strong> bloccare varie ra<strong>di</strong>azioni (nocive<br />
per gli esseri viventi) con una banda <strong>di</strong> assorbimento molto forte tra 200 e<br />
310 nm (banda <strong>di</strong> Halery) e una più debole tra 310 e 3 0 nm (banda <strong>di</strong> Huggins).<br />
In particolare sono bloccati gli UVC, raggi ultravioletti corti (190-290<br />
nm) a grande energia e le ra<strong>di</strong>azioni a cortissima lunghezza d’onda (raggi<br />
X, raggi gamma e raggi cosmici), le quali, se non schermate, renderebbero<br />
impossibile qualsiasi forma <strong>di</strong> vita animale a causa della loro capacità <strong>di</strong><br />
penetrare profondamente i tessuti. Poichè la trasmissione degli UV varia in<br />
modo esponenziale alla concentrazione <strong>di</strong> ozono, piccole mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong><br />
questo gas possono produrne pericolosi aumenti sulla superficie terrestre.<br />
Secondo Urbach una <strong>di</strong>minuzione del 3% della concentrazione <strong>di</strong> ozono per<br />
inquinamento atmosferico potrebbe indurre un aumento della incidenza <strong>di</strong><br />
NMSC pari a 16, casi per 100.000 persone 2,3 . Secondo il National Research<br />
Council USA ad una deplezione del % <strong>di</strong> questo gas, corrisponde un<br />
aumento d’incidenza variabile dal 2 al 49% annuo. La riduzione dello strato