I tumori cutanei maligni di interesse ORL - Luigi D'Ottavi - AOOI
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CHEMIOPREvENZIONE<br />
L’idea <strong>di</strong> prevenire, bloccare o far regre<strong>di</strong>re lo sviluppo <strong>di</strong> un tumore invasivo<br />
me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> una sostanza naturale o sintetica, azione definita<br />
come <strong>di</strong> chemioprevenzione, si basa fondamentalmente sul fatto che il<br />
processo <strong>di</strong> carcinogenesi viene considerato come un processo multistep<br />
e che questo può interessare un territorio ben più esteso <strong>di</strong> quanto<br />
può venir definito istologicamente (field carcinogenesis).<br />
Difatti, la trasformazione neoplastica avviene dopo un prolungato periodo<br />
<strong>di</strong> latenza e le manifestazioni morfologiche dell’avvenuta trasformazione<br />
rappresentano solo l’evento finale <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> precoci irreversibili mutazioni<br />
genetiche e <strong>di</strong> altre epigenetiche potenzialmente reversibili. Queste<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni irreversibili e reversibili possono influire sulla attività <strong>di</strong> centinaia-migliaia<br />
<strong>di</strong> geni e/o trascritti regolatori. Ciò fa si che teoricamente si<br />
possa intervenire nelle varie fasi del processo <strong>di</strong> carcinogenesi e su più<br />
eventi critici cellulari della cellula tumorale. Alcuni tipi <strong>di</strong> tumore, tra cui<br />
quelli <strong>cutanei</strong>, sono inoltre caratterizzati da multifocalità cioè dalla presenza<br />
<strong>di</strong> più lesioni primitive in se<strong>di</strong> e tempi <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>cando così una sorta<br />
<strong>di</strong> “cancerogenesi <strong>di</strong> campo” (field carcinogenesis). Tale dato è suffragato<br />
anche da recenti stu<strong>di</strong> molecolari che hanno rilevato in tessuto istologicamente<br />
normale la presenza <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni genetiche comparabili a<br />
quelle delle neoplasie. Tale effetto “campo” rende ovvia la necessità <strong>di</strong> un<br />
intervento che non sia limitato alla sola lesione macroscopica ma che possa<br />
agire anche sulle cellule che hanno già le caratteristiche delle cellule<br />
tumorali ma esprimono un fenotipo ancora normale.<br />
Tuttavia, quelli che sembrano essere i punti <strong>di</strong> forza del concetto <strong>di</strong> chemioprevenzione<br />
ne costituiscono anche i limiti, o per lo meno per come è<br />
stato sinora sviluppato. Infatti, proprio perché il processo carcinogenetico<br />
è un processo lento, occorre che il soggetto a rischio assuma costantemente<br />
e per un lunghissimo periodo <strong>di</strong> tempo la sostanza in oggetto.<br />
Come già <strong>di</strong>mostrato in precedenti stu<strong>di</strong> condotti in pazienti ad alto rischio<br />
(soggetti affetti da xeroderma pigmentosum, pazienti soggetti a trapianto<br />
d’organo) che dopo essere stati sottoposti con beneficio a specifici agenti,<br />
alla sospensione del farmaco (retinoi<strong>di</strong>) il rischio <strong>di</strong> insorgenza <strong>di</strong> BCC e<br />
SCC ritornava ai valori pre-trattamento 6, . Questo implica che si debbano<br />
monitorare perio<strong>di</strong>camente lo stato <strong>di</strong> salute del soggetto (possibile tossicità<br />
acuta e/o ritardata), la aderenza alla terapia (assunzione cronica protratta<br />
della sostanza), l’impatto sull’incidenza del tumore (lungo periodo <strong>di</strong><br />
osservazione in migliaia <strong>di</strong> persone) e una adeguata conoscenza su base<br />
molecolare dei fattori pre<strong>di</strong>sponenti nonchè <strong>di</strong> tutti quei fattori ambientali,<br />
<strong>di</strong> stile <strong>di</strong> vita e genetici (epigenetici, cromosomici, genici) che possono<br />
interferire con l’azione della sostanza.<br />
Nello sviluppo <strong>di</strong> un tumore cheratinocitico (BCC, SCC) il fattore chiave<br />
è comunque rappresentato dal danno del DNA da raggi UV. Stu<strong>di</strong> inizialmente<br />
solo epidemiologici e in seguito anche prospettici hanno valutato