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CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia

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Accessibilità al mercato immobiliare. Secondo l‟Istituto “Scenari Immobiliari”, nel 2007 il costo di<br />

affitto annuo di una casa di 50 mq <strong>in</strong> zona periferica era mediamente, <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, di 4.328 euro.<br />

Considerando che, <strong>in</strong> base ai dati Inps relativi allo stesso anno, la retribuzione media annua pro<br />

capite di fatto dei lavoratori dipendenti d‟azienda, considerati nel loro complesso, era di 19.213<br />

euro, l‟affitto di una casa come quella sopra descritta <strong>in</strong>cideva sulla retribuzione mediamente per il<br />

22,5%, una quota relativamente “sopportabile” nell‟economia media di un dipendente.<br />

Ben diversa, tuttavia, era la situazione di un dipendente d‟azienda extracomunitario<br />

(UE15), il quale, nello stesso anno, percepiva mediamente una retribuzione annua di 11.697 euro<br />

(7.516 euro <strong>in</strong> meno rispetto alla corrispettiva retribuzione dei lavoratori dipendenti nel complesso,<br />

che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i percentuali è pari a uno scarto di -39,1%).<br />

Nel loro caso, dunque, l‟<strong>in</strong>cidenza del costo d‟affitto di una casa di 50 mq <strong>in</strong> zona periferica<br />

ammontava mediamente, a livello nazionale, a ben il 37,0% (14,5 punti percentuali <strong>in</strong> più rispetto<br />

all‟<strong>in</strong>cidenza media per i dipendenti d‟azienda nel loro complesso), una quota che <strong>in</strong>vece rende<br />

strutturalmente proibitivo l‟accesso al mercato delle locazioni da parte di un dipendente<br />

extracomunitario medio.<br />

Concessioni di cittad<strong>in</strong>anza. Delle totali 38.466 cittad<strong>in</strong>anze italiane concesse dallo Stato nel corso<br />

del 2007 (al netto delle acquisizioni jure sangu<strong>in</strong>is, riguardanti stranieri con ascendenze italiane, o<br />

per nascita <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, riguardanti stranieri di seconda generazione che abbiano compiuto la maggiore<br />

età, le quali fanno lievitare la cifra complessiva a circa 54.000 casi), ancora oltre 4 su 5 (82,2%)<br />

sono avvenute per matrimonio con partner italiano (31.609), mentre solo meno di un qu<strong>in</strong>to<br />

(17,8%) per residenza prolungata e cont<strong>in</strong>uativa, cioè per naturalizzazione <strong>in</strong> senso proprio.<br />

In valori assoluti, le naturalizzazioni sono state appena 6.857 e per la quasi totalità (99,5%)<br />

hanno riguardato stranieri che effettivamente vivono <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (mentre poco meno di un qu<strong>in</strong>to di<br />

tutte le acquisizioni per matrimonio, pari a 6.599 casi, è stato appannaggio di stranieri che vivono<br />

all‟estero, coniugati con italiani).<br />

In media, si tratta di meno di 2 naturalizzazioni ogni mille stranieri residenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, a<br />

significare un <strong>in</strong>gresso formale nel sistema di diritti e doveri dello Stato fortemente difficoltoso (e<br />

qu<strong>in</strong>di una parità di diritto, nelle prerogative della cittad<strong>in</strong>anza, di fatto frenata).<br />

Peraltro, se la maggior parte delle acquisizioni per matrimonio ha riguardato donne<br />

(79,3% dei casi, che sale all‟85,7% dei soli casi di coniugi stranieri che abitano <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>), tra i<br />

naturalizzati è <strong>in</strong>vece preponderante la componente maschile (67,3% del totale), a testimoniare<br />

uno squilibrio di genere, <strong>in</strong> entrambe le vie a parti rovesciate, che conferma ulteriormente come le<br />

concessioni di cittad<strong>in</strong>anza non conoscano ancora un flusso normalizzato, un regime ord<strong>in</strong>ario, un<br />

andamento fisiologico rispetto alla consistenza e alle caratteristiche dell‟immigrazione <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>,<br />

soprattutto se si considera che, tra tutti gli stranieri presenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, si registra <strong>in</strong>vece da qualche<br />

anno una sostanziale parità di genere.<br />

Co<strong>in</strong>volgimento nella crim<strong>in</strong>alità. Tra il 2005 e il 2008 la popolazione straniera residente è<br />

aumentata, <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, di 1.220.779 persone, passando da 2.670.514 residenti del primo anno<br />

considerato a 3.891.293 dell‟ultimo. Si tratta di un <strong>in</strong>cremento di ben il 45,7% nell‟arco di un<br />

triennio.<br />

Se l‟equazione tra immigrazione e crim<strong>in</strong>alità fosse vera, per cui la crim<strong>in</strong>alità nel nostro<br />

Paese crescerebbe <strong>in</strong> misura direttamente proporzionale all‟aumento degli immigrati, dovremmo<br />

registrare un <strong>in</strong>cremento della malvivenza tra gli stranieri che sia sostanzialmente simile<br />

all‟aumento delle loro presenze.<br />

Le statistiche smentiscono, però, questa equazione, giacché nello stesso triennio 2005-2008<br />

le denunce contro stranieri sono aumentate del 19,9%, ovvero di quasi 26 punti percentuali <strong>in</strong><br />

meno rispetto alle loro presenze nel Paese. Tali denunce sono passate, <strong>in</strong>fatti, da 248.291 di <strong>in</strong>izio<br />

triennio a 297.708 rilevate alla f<strong>in</strong>e dello stesso, per un <strong>in</strong>cremento, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti, di 49.417<br />

casi.<br />

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