CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia
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Indicatore di naturalizzazione<br />
L‟accesso alla cittad<strong>in</strong>anza è considerato un <strong>in</strong>dicatore di <strong>in</strong>tegrazione, <strong>in</strong> quanto<br />
l‟acquisizione rappresenta l‟<strong>in</strong>gresso, soggettivamente perseguito, <strong>in</strong> uno status di piena titolarità<br />
dei diritti (e dei doveri) propri di un cittad<strong>in</strong>o del Paese <strong>in</strong> cui si vive. E se ciò, per un verso, riveste<br />
un valore simbolico e identitario molto importante (si pensi al peso che la questione assume per le<br />
seconde generazioni, tra le cui fila si contano numerosi ragazzi e adolescenti che, pur nati e cresciuti<br />
<strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, non sono italiani ma hanno la cittad<strong>in</strong>anza di un Paese, quello dei genitori, dove spesso non<br />
sono mai neanche stati, di cui a volte conoscono a malapena la l<strong>in</strong>gua e che, <strong>in</strong> ogni caso, sentono<br />
lontano, vivendone <strong>in</strong>direttamente la cultura), per altro verso non è il caso di enfatizzarne la portata,<br />
soprattutto considerando che alla base di un tale desiderio possono muoversi anche motivazioni, pur<br />
legittime, di opportunismo.<br />
Nel Nord Est si registra il più alto numero medio di naturalizzati (acquisizioni di<br />
cittad<strong>in</strong>anza per residenza legale e cont<strong>in</strong>uativa di almeno 10 anni) ogni 1.000 residenti stranieri.<br />
Seguono il Nord Ovest, il Centro e le Isole. In altre parole è nel Nord dell‟<strong>Italia</strong>, dove<br />
l‟immigrazione è arrivata per prima, stabilizzandosi e strutturandosi nel tempo, che si rilevano gli<br />
esiti positivi più numerosi dei percorsi di “radicamento culturale” come, <strong>in</strong> qualche misura, è la<br />
naturalizzazione. Il Trent<strong>in</strong>o Alto Adige guida la graduatoria con 3,05 casi ogni 1.000 residenti: un<br />
dato rilevante, ma ancora debole <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>cisività e diffusione del processo di<br />
naturalizzazione. A pochissima distanza, l‟Emilia Romagna (3,01) e poi la Valle d‟Aosta (2,88).<br />
Seguono nove regioni <strong>in</strong> cui l‟<strong>in</strong>tensità relativa di tale fenomeno è media. Per Piemonte,<br />
Puglia, Abruzzo e Lombardia due stranieri ogni 1.000 residenti hanno avuto riconosciuta, per<br />
naturalizzazione, la cittad<strong>in</strong>anza italiana nel 2007. A scanso di equivoci, va ricordato che<br />
l‟<strong>in</strong>dicatore <strong>in</strong> questione non prende <strong>in</strong> considerazione l‟accesso alla cittad<strong>in</strong>anza per matrimonio,<br />
canale di gran lunga più battuto, né per raggiungimento della maggiore età <strong>in</strong> caso di nascita <strong>in</strong><br />
<strong>Italia</strong>. Per le restanti regioni della fascia media (Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Marche, Lazio e<br />
Veneto) il dato è leggermente più basso.<br />
Chiudono la graduatoria tutte le altre aree, con Molise, Sardegna e Calabria come fanal<strong>in</strong>i di<br />
coda, registrando il tasso di naturalizzazione più basso rispetto al resto di <strong>Italia</strong>: scarso radicamento<br />
sul territorio nazionale, flussi migratori che si sovrappongono e difficili condizioni del mercato del<br />
lavoro evidentemente impediscono qui, più che altrove, il raggiungimento dei requisiti per la<br />
richiesta di acquisizione.<br />
Disaggregando il dato per prov<strong>in</strong>ce, si coglie come nella fascia più bassa della graduatoria<br />
compaiano non solo prov<strong>in</strong>ce delle ultime tre regioni menzionate, ma anche di appartenenti a<br />
regioni dove complessivamente l‟<strong>in</strong>dicatore è più alto. Nell‟<strong>Italia</strong> dei mille campanili, i vari sistemi<br />
socio-economici locali – così come il tessuto ordito dalle catene migratorie e dalle politiche di<br />
accoglienza, <strong>in</strong>serimento e promozione dell‟<strong>in</strong>tegrazione – hanno def<strong>in</strong>ito situazioni del mercato del<br />
lavoro e della popolazione immigrata a macchia di leopardo, anche nella stessa regione. Ad esempio<br />
<strong>in</strong> Emilia Romagna, <strong>in</strong> fascia di massima <strong>in</strong>tensità dell‟<strong>in</strong>dicatore, solo la prov<strong>in</strong>cia di Reggio<br />
Emilia ha la stessa collocazione: Bologna, Massa-Carrara e Parma sono nella fascia <strong>in</strong>termedia,<br />
Rim<strong>in</strong>i, Ferrara, Ravenna <strong>in</strong> quella bassa.<br />
Il percorso dell‟<strong>in</strong>tegrazione, da cui discende la naturalizzazione, manca ancora di numerosi<br />
tasselli per essere completato. Su un totale di 103 prov<strong>in</strong>ce, sono <strong>in</strong>fatti ben 71 quelle con un valore<br />
dell‟<strong>in</strong>dicatore che le situa nella fascia bassa (52) o m<strong>in</strong>ima (19) della graduatoria. Fra queste spicca<br />
Prato, dove l‟anzianità migratoria della comunità c<strong>in</strong>ese sembra non spiegare nessun effetto sul<br />
tasso di naturalizzazione. Quali le spiegazioni possibili? Scarso <strong>in</strong>teresse e storie di cittad<strong>in</strong>i di<br />
orig<strong>in</strong>e straniera che faticano a raggiungere i requisiti necessari. Viceversa, all‟altro estremo, il caso<br />
di Biella che, pur fanal<strong>in</strong>o di coda <strong>in</strong> Piemonte per numero di presenze e per <strong>in</strong>novatività<br />
nell‟ambito della progettazione per l‟<strong>in</strong>tegrazione, tuttavia nei fatti si rivela come un contesto <strong>in</strong> cui<br />
silenziosamente ma operosamente, si procede sensibilmente sulla strada dell‟<strong>in</strong>serimento, s<strong>in</strong>o a<br />
raggiungere il traguardo della cittad<strong>in</strong>anza.<br />
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