CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia
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Indicatore di accessibilità al mercato immobiliare<br />
Casa e lavoro sono ambiti fortemente <strong>in</strong>trecciati nel percorso di <strong>in</strong>serimento dei cittad<strong>in</strong>i<br />
immigrati. Il lavoro è, almeno per la metà di loro, condizione essenziale per il soggiorno. Inoltre<br />
rappresenta un requisito necessario per stipulare un regolare contratto di affitto. Necessario ma non<br />
sufficiente. Infatti, spesso a tale risorsa non si accede a causa delle richieste di affitto troppo<br />
onerose: spesso non per la qualità degli alloggi e per le zone <strong>in</strong> cui essi sorgono, ma per la<br />
diffidenza (che diventa vera e propria discrim<strong>in</strong>azione al momento di concretizzare la locazione) nei<br />
confronti dei potenziali <strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i. Di questo però il <strong>Rapporto</strong> non si occupa, giacché si tratta di un<br />
aspetto che non si può rilevare attraverso i dati aggregati di questo <strong>in</strong>dicatore, costruito<br />
sull‟<strong>in</strong>cidenza che il prezzo medio di locazione di una casa <strong>in</strong> periferia di media quadratura possiede<br />
sulla retribuzione mediamente percepita, e qu<strong>in</strong>di sulla capacità di reddito allocabile alla spesa<br />
dell‟affitto.<br />
Il Friuli Venezia Giulia, con un‟<strong>in</strong>cidenza del 25,4%, detiene il primato, tra tutte le regioni,<br />
per la massima accessibilità del mercato immobiliare, seguita immediatamente dal Molise (30,4%).<br />
Dieci regioni si collocano nella fascia di alto livello di accessibilità, variamente distribuite<br />
sul territorio nazionale: dalla Calabria (34,1%) al Piemonte (33,7%), dalla Sicilia (33,1%) all‟Emilia<br />
Romagna (36,9%). Completano il gruppo Marche, Abruzzo, Sardegna, Veneto, Umbria e Valle<br />
d‟Aosta. Queste ultime due regioni, tuttavia, conoscono un‟<strong>in</strong>cidenza dell‟affitto sulla retribuzione<br />
media degli immigrati già superiore alla media italiana (37%), distanziando di poco la Puglia e la<br />
Basilicata che, rispettivamente con il 39,5% e il 39,6%, dimostrano un livello medio di accessibilità<br />
alle locazioni. Condividono questo mediocre grado di sostenibilità dell‟affitto regioni del Centro<br />
Nord come Lombardia, Liguria, Trent<strong>in</strong>o Alto Adige e Toscana, ciascuna con motivi specifici che<br />
contribuiscono a <strong>in</strong>nalzare il pregio e il valore delle abitazioni. Segue la Campania (49,8%), unico<br />
caso a bassa accessibilità del mercato delle locazioni, con il Lazio a chiudere la graduatoria, con<br />
un‟<strong>in</strong>cidenza media del 59,1% che è la più proibitiva di tutte le regioni italiane (m<strong>in</strong>ima<br />
accessibilità).<br />
Come si è già accennato, uno sguardo a livello prov<strong>in</strong>ciale aiuta a meglio comprendere le<br />
situazioni di <strong>in</strong>serimento abitativo, nella consapevolezza che ogni regione assomma territori molto<br />
eterogenei fra loro per composizione sociale e, qu<strong>in</strong>di, anche per possibilità alloggiative. Infatti, la<br />
media regionale può nascondere forti differenze, come nel caso del Lazio, che ha due prov<strong>in</strong>ce<br />
(Fros<strong>in</strong>one e Rieti) collocate nella fascia di accessibilità massima, altre due (Lat<strong>in</strong>a e Viterbo) con<br />
accessibilità alta e Roma, <strong>in</strong>vece, ultima tra tutte le prov<strong>in</strong>ce italiane, con i costi medi di locazione<br />
più proibitivi d‟<strong>Italia</strong>. Analogo discorso si può ripetere per la Toscana e il Veneto, che<br />
rispettivamente con Firenze e Venezia precedono Roma <strong>in</strong> fondo della graduatoria, come prov<strong>in</strong>ce<br />
dove è più difficile per un immigrato (e per molti italiani) sostenere il prezzo d‟affitto di<br />
un‟abitazione.<br />
L‟<strong>in</strong>crocio tra domanda e offerta è più favorevole agli immigrati laddove la capacità di spesa<br />
sia più adeguata al costo dell‟affitto. Perciò occorre riflettere, da un lato, sulle caratteristiche<br />
occupazionali degli immigrati (anche rispetto a quelle degli italiani) e dall‟altro sul tenore del<br />
mercato immobiliare nei diversi territori. Gli immigrati sono <strong>in</strong> una condizione di m<strong>in</strong>ore<br />
svantaggio rispetto agli italiani (massima accessibilità relativa) <strong>in</strong> 8 prov<strong>in</strong>ce (Gorizia, Pordenone,<br />
Reggio Emilia, Vicenza, Taranto, Como, Ud<strong>in</strong>e e Macerata), tutte del Centro e del Nord est, salvo<br />
Taranto; prov<strong>in</strong>ce molto eterogenee fra di loro, dove gli immigrati si sono positivamente <strong>in</strong>seriti<br />
nelle d<strong>in</strong>amiche dei locali mercati del lavoro e qu<strong>in</strong>di possono fare leva su un più costante e<br />
cospicuo reddito disponibile per accedere al mercato delle locazioni. Dal punto di vista<br />
comparativo, si conferma come il Lazio, e Roma nello specifico, siano le aree dove lo scarto fra<br />
immigrati e italiani, nella capacità di affitto, è più forte. Un‟analoga situazione v‟è <strong>in</strong> altre regioni,<br />
come la Lombardia, la Toscana, la Campania e la Liguria, dove la differenza di <strong>in</strong>cidenza di un<br />
affitto medio sulla retribuzione di un dipendente extraUE e sulla retribuzione di un dipendente <strong>in</strong><br />
generale oscilla fra i 18,6 punti percentuali della Lombardia e i 29,8 del Lazio.<br />
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