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CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia

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osservare che 39 Prov<strong>in</strong>ce su 103 e 8 Regioni su 20 si attest<strong>in</strong>o, anche <strong>in</strong> questa maniera, al di<br />

sotto della soglia m<strong>in</strong>ima di povertà assoluta.<br />

Ben diversa è la situazione se, alla soglia m<strong>in</strong>ima di povertà assoluta, si rapporta la<br />

retribuzione media annua pro capite complessiva dei lavoratori dipendenti d‟azienda, nel qual<br />

caso, a livello nazionale, lo scarto positivo ammonta a ben 9.746 euro (7.515 <strong>in</strong> più rispetto a<br />

quello osservato per i soli lavoratori extracomunitari), ovvero a una quota pari al 50,7% della<br />

retribuzione media complessiva di riferimento: uno scarto <strong>in</strong> grado di coprire anche eventuali costi<br />

aziendali e previdenziali da scorporare dall‟importo lordo considerato, per cui, al contrario di<br />

quanto osservato per i soli lavoratori extracomunitari, un lavoratore dipendente d’azienda<br />

che fosse, <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, l’unico percettore di reddito da lavoro di un nucleo familiare medio<br />

sarebbe, tutto sommato, <strong>in</strong> grado di mantenere il tenore familiare al di sopra di uno stato di<br />

povertà “oggettiva”.<br />

La circostanza si riflette anche a livello territoriale, giacché, <strong>in</strong> questo caso, non vi è alcuna<br />

Regione o Prov<strong>in</strong>cia che conosca uno scarto del reddito medio complessivo dalla soglia di povertà<br />

m<strong>in</strong>ima che sia negativo.<br />

Per i soli lavoratori non comunitari la situazione, del resto, sarebbe stata anche peggiore se,<br />

<strong>in</strong>vece di adottare, per tutti i contesti territoriali nazionali, la soglia di povertà assoluta m<strong>in</strong>ima <strong>in</strong><br />

<strong>Italia</strong> (quella, cioè, che si riferisce all‟area geografica del Paese <strong>in</strong> cui essa risulti la più bassa <strong>in</strong><br />

assoluto, che è il caso del Meridione), si fosse adottata la soglia di povertà assoluta propria<br />

dell’area geografica di riferimento di ciascuna Regione e Prov<strong>in</strong>cia italiana.<br />

In questo modo i territori del Centro e del Nord <strong>Italia</strong>, dovendosi rapportare a una soglia di<br />

povertà più alta, si sarebbero trovati con maggiore frequenza al di sotto di essa, come mostra<br />

l‟elaborazione realizzata con questo criterio, a mo‟ di <strong>in</strong>tegrazione conoscitiva, <strong>in</strong> cui si osserva che<br />

le Regioni <strong>in</strong> cui la retribuzione media annua procapite di un dipendente non comunitario è<br />

<strong>in</strong>feriore alla soglia di povertà assoluta dell’area di riferimento sono addirittura 15, mentre le<br />

Prov<strong>in</strong>ce <strong>in</strong> cui ciò si verifica sono ben 98.<br />

Un‟altra elaborazione significativa consiste nel rapportare la retribuzione media annua pro<br />

capite di un dipendente non comunitario al reddito m<strong>in</strong>imo necessario per ricongiungere a sé i<br />

propri familiari, sempre <strong>in</strong> rapporto alla composizione media di una famiglia straniera <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.<br />

Poiché, secondo la legge, per ricongiungere un familiare occorre avere un reddito almeno<br />

pari all‟assegno sociale, che per il 2007 equivaleva a 5.062 euro annui, e per ricongiungerne due il<br />

reddito m<strong>in</strong>imo richiesto è pari al doppio di tale assegno, ne risulta che <strong>in</strong> rapporto a una famiglia<br />

straniera mediamente composta da 2,5 persone il reddito medio necessario per ricongiungere a<br />

sé l‟<strong>in</strong>tero nucleo sarebbe stato di 7.592 euro.<br />

In questo caso, la retribuzione media annua di un dipendente extracomunitario supera, a<br />

livello nazionale, tale importo necessario di circa 4.105 euro. Si tratta di uno scarto positivo pari al<br />

35% delle retribuzione media considerata.<br />

Sotto questo profilo, il reddito medio annuo da lavoro dipendente di un non comunitario<br />

sarebbe <strong>in</strong>feriore a questo importo solo <strong>in</strong> 7 Prov<strong>in</strong>ce (Salerno, Foggia, Lecce, Cosenza, Vibo<br />

Valentia, Caltanissetta e Nuoro) e <strong>in</strong> una Regione (Calabria).<br />

Differenziale retributivo di genere. Se si considera la sola componente femm<strong>in</strong>ile dei lavoratori<br />

extracomunitari dipendenti d‟azienda, si osserva che la retribuzione media annua pro capite scende<br />

a circa 9.100 euro, un importo <strong>in</strong>feriore di 2.597 euro, ovvero del 22,2%, rispetto a quello<br />

generale (11.697 euro), a conferma di quanto l‟<strong>in</strong>serimento occupazionale delle donne immigrate,<br />

anche quando sia regolare, risulti comunque più soggetto a discont<strong>in</strong>uità, precarietà e bassa<br />

retribuzione <strong>in</strong> confronto a quello della componente maschile dei lavoratori.<br />

Del resto questa circostanza di svantaggio occupazionale sembra riguardare, senza<br />

dist<strong>in</strong>zioni, tanto le donne straniere quanto quelle italiane, dal momento che anche nel caso dei<br />

lavoratori dipendenti considerati nel loro complesso (autoctoni e stranieri <strong>in</strong>sieme) la differenza di<br />

retribuzione media annua pro capite tra la componente femm<strong>in</strong>ile e la generalità degli <strong>in</strong>teressati<br />

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