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CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia

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Indicatore della capacità di assorbimento del mercato lavorativo<br />

Tale <strong>in</strong>dicatore è stato ottenuto prendendo <strong>in</strong> considerazione il valore percentuale del saldo<br />

occupazionale riguardante i lavoratori nati all‟estero, vale a dire la differenza registrata nel 2008<br />

(considerando i soli lavoratori nati fuori dall‟<strong>Italia</strong>) tra gli assunti e coloro che hanno cessato il<br />

rapporto di lavoro, sul totale dei lavoratori assunti. È il caso di sottol<strong>in</strong>eare che tali valori<br />

percentuali non equivalgono a “nuovi posti di lavoro”, poiché il dato riguardante gli assunti non<br />

considera le caratteristiche contrattuali di assunzione e neppure la durata del rapporto lavorativo.<br />

Per tale ragione, nell‟utilizzare tale <strong>in</strong>dicatore non è fuori luogo considerarlo alla stregua di un<br />

“<strong>in</strong>dice di vitalità” del mercato del lavoro, piuttosto che un rilevatore circa l‟effettivo <strong>in</strong>cremento<br />

occupazionale.<br />

Nel 2008 la capacità del mercato del lavoro nell‟assorbire al proprio <strong>in</strong>terno lavoratori<br />

stranieri è stata più consistente <strong>in</strong> diverse aree del Mezzogiorno, fra cui la Campania, la Sicilia e il<br />

Molise: regioni che alla f<strong>in</strong>e di quell‟anno hanno conosciuto un saldo occupazionale positivo,<br />

rispettivamente del 6%, del 4,7% e del 4,6%, e che hanno determ<strong>in</strong>ato il posizionamento della<br />

prima nella fascia d‟<strong>in</strong>tensità massima e della seconda e terza nella fascia alta. In quest‟ultima<br />

fascia, peraltro, si colloca un‟altra regione meridionale, la Calabria (<strong>in</strong> sesta posizione, col 4,3%),<br />

accompagnata da una regione del Nord Ovest (la Liguria, <strong>in</strong> qu<strong>in</strong>ta posizione) e da due regioni<br />

dell'<strong>Italia</strong> centrale (il Lazio e la Toscana, rispettivamente al quarto e al settimo posto). Il Trent<strong>in</strong>o-<br />

Alto Adige, che si colloca al primo posto (<strong>in</strong> fascia d‟<strong>in</strong>tensità massima) riguardo all‟<strong>in</strong>dicatore<br />

d‟impiego della manodopera immigrata, si posiziona al terzultimo posto della graduatoria relativa<br />

alla capacità di assorbimento del mercato lavorativo (<strong>in</strong> fascia m<strong>in</strong>ima con lo 0,7%).<br />

Tale scenario non deve destare sorpresa, considerando che l‟<strong>in</strong>dicatore <strong>in</strong> discorso si basa<br />

sul valore percentuale del saldo, che può essere elevato anche laddove i dati attraverso cui viene<br />

effettuato il calcolo risult<strong>in</strong>o contenuti <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti. Per la stessa ragione non sorprende che<br />

aree territoriali particolarmente forti dal punto di vista del sistema produttivo e <strong>in</strong>dustriale, quali la<br />

Lombardia e l‟Emilia Romagna, per giunta con una rilevante pressione immigratoria, si posizion<strong>in</strong>o<br />

nella fascia d‟<strong>in</strong>tensità bassa (rispettivamente col 2,3% e con il 2%), sott<strong>in</strong>tendendo una notevole<br />

d<strong>in</strong>amicità del mercato lavorativo (con assunzioni e cessazioni dall‟elevata numerosità), a fronte di<br />

un saldo occupazionale assai contenuto.<br />

Per lo stesso motivo appare <strong>in</strong>solita anche la graduatoria a livello prov<strong>in</strong>ciale. Essa, <strong>in</strong>fatti,<br />

sia nella parte alta sia <strong>in</strong> quella bassa è contrassegnata dall‟alternarsi di aree geograficamente<br />

eterogenee. In fondo alla classifica con saldi occupazionali negativi (e <strong>in</strong> fascia d‟<strong>in</strong>tensità nulla), si<br />

situano sia prov<strong>in</strong>ce del prospero Nord, fra cui Lecco (ultima <strong>in</strong> graduatoria con -15,8%), Vercelli,<br />

Belluno, Lodi, Bergamo, Sondrio, ecc., sia aree meridionali notoriamente più deboli dal punto di<br />

vista occupazionale, quali Foggia, Lecce e Bari, come anche diverse prov<strong>in</strong>ce dell‟<strong>Italia</strong> centrale:<br />

Massa-Carrara, Pistoia, Ancona, Pesaro-Urb<strong>in</strong>o e Arezzo. A registrare un allargamento delle<br />

opportunità d‟<strong>in</strong>serimento lavorativo per gli immigrati, nel corso del 2008, sono state <strong>in</strong>vece le<br />

prov<strong>in</strong>ce di Prato, Salerno e Campobasso, rispettivamente con saldo occupazionale del 9%, del<br />

7,8% e del 7,5% (tutte e tre <strong>in</strong> fascia d‟<strong>in</strong>tensità massima).<br />

L‟approccio differenziale proposto dal presente <strong>Rapporto</strong>, affianco a quello <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

assoluti, permette di valutare lo scarto esistente tra la percentuale del saldo occupazionale dei<br />

lavoratori nati all‟estero e la percentuale del saldo occupazionale complessivo, sui rispettivi totali<br />

dei lavoratori assunti. Tale graduatoria pone al vertice una regione del Nord Ovest, la Valle d‟Aosta<br />

(<strong>in</strong> fascia d‟<strong>in</strong>tensità massima), e alla base ancora una volta (come per la graduatoria <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

assoluti) la Puglia, con un saldo occupazionale negativo Anche nel caso della metodologia<br />

differenziale la graduatoria prov<strong>in</strong>ciale riserva delle sorprese, ponendo al vertice una prov<strong>in</strong>cia<br />

<strong>in</strong>sulare (quella sarda di Oristano), seguita da alcune prov<strong>in</strong>ce meridionali, sebbene con qualche<br />

soluzione di cont<strong>in</strong>uità: L‟Aquila (che precede Biella, l‟unica settentrionale <strong>in</strong> fascia d‟<strong>in</strong>tensità<br />

massima), Enna, Caltanisetta, Salerno e Campobasso, posta subito dopo Fros<strong>in</strong>one, la sola prov<strong>in</strong>cia<br />

dell‟<strong>Italia</strong> centrale a situarsi nella fascia massima.<br />

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