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CNEL - Rapporto Integrazione Immigrati in Italia

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Indicatore di appartenenza familiare<br />

In <strong>Italia</strong>, da qualche anno, i rilasci di permessi di soggiorno per motivi familiari hanno superato<br />

quelli per lavoro. È la spia di una migrazione che cambia i suoi connotati, mostrandosi sempre più<br />

radicata al tessuto sociale nazionale grazie alla stabilizzazione di nuovi nuclei che hanno posto le<br />

basi per il sorgere delle nuove generazioni. Alla f<strong>in</strong>e del 2008 le famiglie che comprendevano<br />

almeno uno straniero al proprio <strong>in</strong>terno erano quasi 2 milioni e quelle con un capofamiglia straniero<br />

circa 1 milione e 525 mila. L‟<strong>in</strong>troduzione di un <strong>in</strong>dicatore di appartenenza familiare, che misura<br />

l‟<strong>in</strong>cidenza della famiglie con almeno un componente straniero sul totale delle famiglie residenti,<br />

risponde proprio all‟esigenza di dare conto di questa nuova realtà delle famiglie immigrate che si<br />

avviano ad essere un segno dist<strong>in</strong>tivo dell‟<strong>Italia</strong> di domani.<br />

Questa graduatoria riserva qualche novità rispetto agli altri <strong>in</strong>dicatori esam<strong>in</strong>ati per l‟<strong>in</strong>dice di<br />

attrattività. Sono le regioni del Centro, <strong>in</strong>fatti, ad ospitare un‟<strong>in</strong>cidenza maggiore di famiglie con<br />

almeno uno straniero al proprio <strong>in</strong>terno (9,9%). Nella graduatoria delle aree seguono i due contesti<br />

settentrionali (Nord est col 9,7% e Nord ovest col 9,1%) e, a considerevole distanza, il Sud (3,7%) e<br />

le Isole (3%). La media italiana è passata dal 6,9% del 2007 al 7,6% del 2008.<br />

Sono cifre sulle quali è superfluo <strong>in</strong>vitare alla riflessione e all‟approfondimento, vista la<br />

tradizionale centralità di cui ha goduto l‟istituzione familiare <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> nel dibattito politico e civile.<br />

È anche vero, tuttavia, che alle discussioni raramente hanno fatto riscontro <strong>in</strong>terventi legislativi<br />

veramente <strong>in</strong>cisivi. Si <strong>in</strong>tuisce, qu<strong>in</strong>di, che una cronica carenza di politiche familiari sarà pagata <strong>in</strong><br />

maggior misura proprio dagli stranieri, come dimostrato, tra l‟altro, dalla recente marcia <strong>in</strong>dietro<br />

della Cassazione secondo cui la tutela della sicurezza nazionale prevale su quella dei diritti dei figli<br />

degli immigrati a crescere <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, dove già studiano,garantendo loro la vic<strong>in</strong>anza di entrambi i<br />

genitori anche nel caso <strong>in</strong> cui uno dei due sia clandest<strong>in</strong>o e colpito da ord<strong>in</strong>e di espulsione dal<br />

territorio nazionale.<br />

Abbandonando questo genere di considerazioni e scendendo nel dettaglio regionale, troviamo 5<br />

regioni <strong>in</strong> fascia massima capitanate dall‟Umbria (11,2%) e seguite dal Lazio (10,2%), dall‟Emilia<br />

Romagna (10,1%), dal Veneto (10%) e dalla Lombardia (9,9%). Nel passaggio dal 2007 al 2008 la<br />

Toscana (9,4% <strong>in</strong> 6ª posizione <strong>in</strong> quest‟ultimo anno), che pure ha visto aumentare la propria quota<br />

di famiglie, ha perso la sua appartenenza alla fascia massima e si trova a capeggiare un gruppetto di<br />

5 regioni <strong>in</strong> fascia alta che comprende anche Marche (9,2%), Trent<strong>in</strong>o Alto Adige (9,0%), Piemonte<br />

(8,2%) e Friuli Venezia Giulia (7,9%). Per trovare un contesto meridionale dobbiamo rivolgerci alla<br />

14ª posizione della Calabria (4,4%, <strong>in</strong> fascia bassa), che precede il resto delle regioni del Sud e<br />

<strong>in</strong>sulari, tutte <strong>in</strong> fascia m<strong>in</strong>ima e con la Puglia (2,5%) a chiudere la graduatoria nazionale. Anche <strong>in</strong><br />

questo caso il confronto tra il 2007 e il 2008 vede un lieve <strong>in</strong>cremento delle percentuali, ma una<br />

immutabilità delle posizioni di coda.<br />

Uno sguardo più <strong>in</strong> profondità, f<strong>in</strong>o ai contesti prov<strong>in</strong>ciali, ci mostra ancora un panorama<br />

decisamente sbilanciato verso le regioni del Centro-Nord. Sono 18 le prov<strong>in</strong>ce ad occupare la fascia<br />

massima: tra queste ne troviamo 4 emiliano-romagnole (Reggio Emilia 1ª, Modena 7ª, Parma 10ª e<br />

Piacenza 18ª), 4 toscane (Prato 4ª, Siena 13ª, Arezzo 14ª e Firenze 15ª), 3 lombarde (Brescia 2ª,<br />

Mantova 8ª, Milano 11ª), 3 venete (Verona 3ª, Treviso 9ª e Vicenza 12ª). Pordenone, alla 16ª<br />

posizione, rappresenta il Friuli Venezia Giulia, mentre le restanti posizioni sono occupate da<br />

contesti dell‟<strong>Italia</strong> centrale quali Perugia (5ª), Roma (6ª) e Macerata (17ª).<br />

Ancora una volta le prime due prov<strong>in</strong>ce più a sud di Roma presenti <strong>in</strong> classifica sono Lat<strong>in</strong>a e<br />

Ragusa, collocate <strong>in</strong> fascia media, con un‟<strong>in</strong>cidenza lievemente <strong>in</strong>feriore alla media nazionale,<br />

rispettivamente alla 52ª e alla 56ª posizione. Si contano, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, 20 prov<strong>in</strong>ce <strong>in</strong> fascia m<strong>in</strong>ima. Gli<br />

ultimi posti <strong>in</strong> graduatoria sono appannaggio quasi esclusivo di prov<strong>in</strong>ce pugliesi, siciliane e sarde<br />

con Enna, Oristano e Taranto a chiudere la graduatoria con un‟<strong>in</strong>cidenza di appartenenza familiare<br />

al di sotto del 2%.<br />

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