13.06.2013 Views

Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina

Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina

Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Quale arte gastronomica?<br />

DI GIOVANNI BALLARINI<br />

Presidente dell’<strong>Accademia</strong><br />

Le preparazioni<br />

gastronomiche<br />

sono entità culturali<br />

dalla struttura aperta,<br />

con un fortissimo legame<br />

con il flusso <strong>della</strong> storia,<br />

fatto dalle interpretazioni<br />

passate, presenti e future.<br />

Aperta deve essere anche<br />

la logica utilizzata<br />

per comprenderle<br />

e interpretarle.<br />

Cari Accademici, se si chiede ad<br />

un esperto di cucina cosa sia<br />

un piatto o una preparazione<br />

gastronomica, intesa come arte <strong>della</strong><br />

cucina, ben difficilmente è in grado<br />

di dare una risposta convincente. Al<br />

più potrà disquisire tra alta e bassa<br />

cucina, o riferirsi a qualche preparazione<br />

classica, o richiamarsi a una<br />

tecnica (“fatto a regola d’arte”), dimenticando<br />

che le tecniche e le regole<br />

sono in continua evoluzione. Se<br />

la gastronomia è un’arte intesa in<br />

senso moderno, la sua condizione è<br />

comune ad ogni altra arte: da quando<br />

si è formato e diffuso il concetto<br />

stesso di “arte”, sempre ci si chiede<br />

che cosa sia un’opera d’arte. Ogni<br />

volta, infatti, che si tenta di definirla,<br />

vi è sempre un artista o un gruppo<br />

d’artisti che produrrà un’opera che<br />

renderà vano ogni precedente tentativo<br />

di definizione.<br />

CARI ACCADEMICI...<br />

Le definizioni che sono state date,<br />

o si è tentato di dare, dell’arte in<br />

gastronomia si sono sempre rivelate<br />

astratte e inefficaci, anche per la<br />

straordinaria attitudine alla variabilità<br />

propria delle opere d’arte, senza<br />

tenere conto delle diversità culturali<br />

e delle diverse sensibilità interpretative<br />

<strong>della</strong> cucina. In proposito<br />

è illuminante la situazione che<br />

oggi, sempre più spesso, si pone<br />

agli occidentali, che si trovano a<br />

giudicare una preparazione gastronomica<br />

di una delle tante e diverse<br />

cucine asiatiche. In un mondo, anche<br />

gastronomico, in rapida mondializzazione,<br />

non dovremmo forse<br />

modificare radicalmente i nostri<br />

strumenti concettuali di valutazione?<br />

Ovviamente senza rinunciare ai<br />

valori di una tradizione acquisita<br />

nel corso di una storia, che per le<br />

grandi cucine tradizionali è di secoli<br />

e spesso di millenni.<br />

Le preparazioni artistiche gastronomiche<br />

sono sui generis e, diversamente<br />

dalle preparazioni di cucina<br />

tradizionale, non possiedono strutture<br />

predeterminate (strutture che, peraltro,<br />

sono spesso frutto di una precedente<br />

innovazione gastronomica,<br />

divenuta tradizione). Al contrario di<br />

queste ultime, come il linguaggio, le<br />

opere dell’arte gastronomica, attraverso<br />

una continua sperimentazione,<br />

si rivelano con strutture culturali perennemente<br />

modificabili. Ciò che<br />

porta avanti la ricerca artistica e la<br />

modifica, anche in gastronomia, è<br />

l’esperienza <strong>della</strong> fruizione e la continua<br />

attività d’interpretazione <strong>della</strong><br />

materia alimentare e delle sensazioni<br />

che derivano dalla loro trasformazione<br />

culinaria, cui sono sottoposte nelle<br />

varie epoche storiche e nei vari<br />

contesti sociali.<br />

Un esempio tra tutti. Le lasagne<br />

CIVILTÀ DELLA TAVOLA <strong>2013</strong> • N. 246 • PAGINA 3<br />

sono una preparazione nota fin dal<br />

basso Medioevo e <strong>della</strong> quale abbiamo<br />

una descrizione sufficientemente<br />

esatta nei trattati attribuiti a<br />

Federico II, con una ricetta da sempre<br />

soggetta a innumerevoli interpretazioni.<br />

Non ha senso, applicando<br />

una norma bivalente e manichea<br />

di “vero” e “falso”, giudicare<br />

vera la ricetta federiciana e falsa<br />

ogni altra interpretazione e variazione,<br />

senza dimenticare che neppure<br />

tale ricetta è “originale”, e<br />

quindi essa stessa dovrebbe essere<br />

ritenuta “falsa”. Allo stesso modo<br />

non bisogna commettere l’errore di<br />

considerare solo la ricetta come<br />

l’originale ideale, e ritenere le sue<br />

interpretazioni, necessariamente<br />

collegate a ogni esecuzione, solo<br />

vili concretizzazioni, se non spesso<br />

dei “tradimenti”. Secondo una possibile<br />

logica relativistica e un nuovo<br />

uso <strong>della</strong> storia, tutte le interpretazioni<br />

di una ricetta, anche tradizionale,<br />

sono “originali”, nella misura<br />

in cui interpretano un modello più<br />

o meno iniziale e ne mettono in luce<br />

una o più “verità”, in quel modello<br />

ancora non espresse o solo<br />

parzialmente mostrate. Le lasagne<br />

federiciane, per rimanere nell’esempio,<br />

sono “vere” anche per la capacità<br />

che hanno avuto d’incorporare<br />

il ragù di carne, il pomodoro e via<br />

dicendo. Nel loro insieme tutte le<br />

interpretazioni, quale più e quale<br />

meno, costituiscono e rappresentano<br />

la storia evolutiva di una preparazione<br />

culinaria. Lo stesso avviene<br />

per una sinfonia, un dipinto, una<br />

serie di stampe e ogni altra produzione<br />

umana nella quale si sviluppi<br />

una dimensione artistica.<br />

Nella natura delle preparazioni<br />

gastronomiche, bisogna precisare e<br />

ribadire, è compresa non solo la

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!