Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina
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DI GIANCARLO BURRI<br />
Accademico di Padova<br />
Sono pasticcini colorati,<br />
dalla forma a cupola,<br />
oggi molto di moda.<br />
Nelle vetrine delle pasticcerie,<br />
dove panettoni e pandori<br />
hanno ormai lasciato il posto<br />
ai tanti dolci delle tradizioni carnevalesche,<br />
sempre più spazio viene dedicato<br />
a certi graziosi pasticcini dalle<br />
accattivanti tinte pastello: i macarons.<br />
Due meringhette a cupola (coques),<br />
con base piatta e circonferenza<br />
di massimo 4 cm, a base di farina,<br />
farina di mandorle, zucchero a velo<br />
e semolato e albumi, colorate e per<br />
lo più farcite con una ganache cremosa,<br />
variamente aromatizzata, che<br />
ne riprende i colori. Questa la necessaria<br />
schematizzazione di ingredienti<br />
e allestimento, ma come per ogni apprezzata<br />
preparazione di pasticceria<br />
necessitano precisione, tecnica e<br />
tempi adeguati. A cominciare dagli<br />
albumi: senza traccia di tuorlo, devono<br />
essere rigorosamente “invecchiati”,<br />
prima dell’utilizzo, per 2-3 giorni<br />
CULTURA & RICERCA<br />
I macarons<br />
in frigo. Le calotte devono presentare<br />
la superficie arrotondata liscia e<br />
asciutta, con una delicata crosticina a<br />
guscio d’uovo, mentre le basi, piatte,<br />
sono caratterizzate da un piccolo<br />
gradinetto ruvido sull’intera circonferenza.<br />
Una volta preparati, i macarons<br />
vanno messi da parte per 2<br />
giorni prima di andare in vendita (il<br />
tempo necessario per raggiungere<br />
un perfetto equilibrio tra consistenza<br />
e sapore). Tra i dolci più trendy del<br />
momento, i macarons sono stati ufficialmente<br />
accreditati in Italia con<br />
l’inaugurazione a Milano, nel 2010,<br />
dell’esclusiva “Boutique Ladurée”,<br />
ma una lunga e interessante storia li<br />
lega anche alle vicende di amaretti e<br />
meringhe. In riferimento al nome del<br />
pasticcino, i francesi ne rivendicherebbero<br />
l’origine, ma dall’analisi etimologica<br />
del termine “macaron”<br />
l’ipotesi più accreditata è quella che<br />
lo farebbe derivare dal termine dialettale<br />
italiano “maccarone” (pasta fine?).<br />
Certi antenati degli amaretti,<br />
grossolani ma serbabili biscotti a base<br />
di mandorle, bianchi d’uova e<br />
miele, ideati dagli Arabi, sembra siano<br />
comparsi in Italia a partire dall’-<br />
VIII secolo e, guarda caso, alcune<br />
fonti attesterebbero - sempre nello<br />
stesso periodo - la consuetudine, in<br />
alcuni monasteri veneziani, di preparare<br />
delicati dolcetti con questi semplici<br />
ingredienti. Il termine “macaron”,<br />
per indicare delle preparazioni<br />
tonde, è presente - per la prima volta<br />
- nel “Le quart livre” cap. 59, di<br />
François Rabelais (1552), senza però<br />
possibilità di determinarne il riferimento<br />
gastronomico: dolciumi o<br />
polpette di carne e formaggio? Piuttosto<br />
accreditata è l’ipotesi del debutto<br />
dei macarons (sotto forma di<br />
semisfere abbondantemente decorate<br />
con creme colorate e confetture),<br />
CIVILTÀ DELLA TAVOLA <strong>2013</strong> • N. 246 • PAGINA 7<br />
a cura dei pasticcieri italiani arrivati<br />
a Parigi al seguito di Caterina de’ Medici.<br />
Molto apprezzati dall’aristocrazia,<br />
questi dolcetti a base di mandorle<br />
presero a diffondersi con successo,<br />
specialmente in Francia, tant’è<br />
che molte città ne rivendicano nascita<br />
e peculiarità. Le cronache riferiscono<br />
che l’8 maggio 1660, a Saint-Jeande-Luz,<br />
tale monsieur Adam, pasticciere<br />
locale, volle offrire a Luigi XIV,<br />
in occasione delle nozze, un vassoio<br />
di sue specialità: dei macarons alle<br />
mandorle. Sempre in Francia, e sempre<br />
a corte: Maria Antonietta consorte<br />
di Luigi XVI, aveva una vera passione<br />
per i macarons, presumibilmente<br />
sotto forma di leggiadre e colorate<br />
meringhe a base di farina di<br />
mandorle, accompagnandoli con la<br />
crema chantilly. Pronto ad accogliere,<br />
nel suo laboratorio allestito alla<br />
reggia di Versailles, le continue richieste<br />
<strong>della</strong> regina, il pasticciere Gasparini<br />
(accreditato proprio <strong>della</strong><br />
creazione <strong>della</strong> meringa). L’idea di<br />
unire due semisfere di meringhe a<br />
base di farina di mandorle, mediante<br />
una farcitura di cioccolato e panna,<br />
risale al 1930, ed è attribuita a Pierre<br />
Desfontaines <strong>della</strong> celebre pasticceria<br />
francese Ladurée. Da allora, perfezionati<br />
in una moltitudine di gusti e di<br />
colori, i “macarons de Paris” sono diventati<br />
un vero e proprio oggetto di<br />
competizione tra i più celebri pasticcieri.<br />
Accanto ai classici gusti dolci,<br />
come cacao, nocciola, fragola, lampone,<br />
ne vengono proposti anche<br />
gradevoli abbinamenti come moravioletta,<br />
limone-basilico, fino a sorprendenti<br />
varianti salate, come cioccolato-foie<br />
gras, wasabi e zenzero,<br />
morta<strong>della</strong>-pistacchio. A a Parigi (ma<br />
non solo) il 20 marzo, si festeggia “le<br />
jour du macaron”.<br />
See International Summary page 70