Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina
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ROMA CASTELLI<br />
E ROMA APPIA<br />
LA LEGGENDA<br />
DEL PANETTONE<br />
Per il tradizionale scambio di<br />
auguri, le due Delegazioni si<br />
sono date appuntamento presso<br />
il ristorante “Benito al Bosco”,<br />
a Velletri (Roma), in un<br />
bellissimo bosco di castagni.<br />
Ospiti graditi il Delegato di Latina,<br />
Benedetto Prandi, il Delegato<br />
di Frosinone, Carlo Marsella,<br />
e la dottoressa Maria<br />
Bozzelli. Simposiarca il Delegato<br />
onorario Bruno Cesaroni.<br />
Dopo i saluti dei Delegati Nicola<br />
Sorrentino e Publio Viola<br />
e la lettura del messaggio augurale<br />
del Presidente Giovanni<br />
Ballarini, il convivio si è aperto<br />
con il gran fritto natalizio,<br />
composto da fiori di zucca,<br />
baccalà, borragine e alici, rustici,<br />
broccoli, carciofi, ricotta,<br />
mozzarella, vol-au-vent di formaggi,<br />
tartine miste, zucchine<br />
a fettine sottili. A seguire i due<br />
primi: risotto con spigola e<br />
moscardini e le stelle di Natale<br />
al ragù di crostacei. Il secondo<br />
era una scaloppa di orata agli<br />
agrumi, gratinata in poco pane<br />
grattugiato e cottaal forno, sulla<br />
quale viene messa la salsina<br />
composta da pompelmo rosa,<br />
arancia e poco limone. Il contorno<br />
era un insieme di carote,<br />
zucchine e nocciole di patate.<br />
Tre piatti da ricordare. Apprezzato,<br />
infine, il dolce di mele al<br />
rosmarino.<br />
Perfetto l’abbinamento ai piatti<br />
del Velletri bianco Doc 2011,<br />
prodotto da Co.Pro.Vi per la<br />
casa, e del Moscato di Alessandria<br />
<strong>della</strong> casa Florio con il<br />
dolce. Durante il pranzo, il<br />
Delegato di Roma Appia Publio<br />
Viola ha intrattenuto gli<br />
Accademici con una esaustiva<br />
storia del tradizionale e tipico<br />
dolce natalizio milanese, che<br />
una leggenda attribuisce alla<br />
corte di Ludovico il Moro alla<br />
fine del Trecento: il panettone.<br />
Ha spiegato come, dall’antica<br />
usanza di distribuire il pane<br />
DALLE DELEGAZIONI<br />
tondo ai poveri nella ricorrenza<br />
delle festività, pane poi addolcito<br />
con miele, con la scoperta<br />
del lievito, l’uso del burro<br />
e con l’aggiunta di uva sultanina,<br />
cedro e altri componenti,<br />
si sia arrivati al prodotto<br />
attuale, conosciuto e consumato<br />
in tutta Italia e nel mondo.<br />
L’ottima qualità dei cibi e<br />
il servizio attento e puntuale<br />
hanno riscosso il positivo consenso<br />
di tutti gli Accademici,<br />
che si sono poi congratulati<br />
con il titolare del ristorante, il<br />
noto chef Benito Morelli, conosciuto<br />
e apprezzato anche<br />
da tutta la stampa specializzata.<br />
(Paolo Ermolli)<br />
ABRUZZO<br />
TERAMO<br />
ANTICHI SAPORI<br />
DELLA TRADIZIONE<br />
Gli Accademici hanno festeggiato<br />
il Natale in un locale già<br />
conosciuto, “I Tigli”, recente<br />
ma affermato ristorante <strong>della</strong><br />
tradizione. Lo scenografico allestimento<br />
<strong>della</strong> grande tavola<br />
imperiale, con i colori natalizi,<br />
è stato sufficiente per entrare<br />
nella splendida atmosfera festiva<br />
e suscitare un clima di<br />
serenità e armonia. Caldissimi<br />
fritti a base di verdure, olive e<br />
baccalà sono stati serviti per<br />
un primo brindisi di aperitivo.<br />
A tavola, il Delegato Luigi Marini,<br />
dopo i saluti di rito, ha<br />
introdotto l’ospite <strong>della</strong> serata,<br />
Eligio Filipponi, gastronomo e<br />
titolare del ristorante, che ha<br />
illustrato e tracciato un breve<br />
profilo <strong>della</strong> tradizionale cucina<br />
natalizia del Teramano. Poche<br />
le sorprese in un ristorante<br />
già definito <strong>della</strong> tradizione,<br />
nel senso che ogni piatto è<br />
costruito secondo la più pura<br />
filologia che parte dalla ricerca<br />
degli ingredienti, alla costruzione<br />
di un piatto dagli<br />
antichi sapori. Così è per il<br />
classico brodo con il cardo,<br />
servito con polpettine di car-<br />
ne, uova strapazzate, piatto<br />
forte dello chef Gabriele, che<br />
da anni lo esegue senza mai<br />
una sbavatura. Il riso ai funghi<br />
e castagne, al gusto di profumi<br />
di bosco, sul quale non sarebbe<br />
stata male una grattatina<br />
di tartufo, ha raccolto un<br />
grande successo. Per tutto il<br />
periodo natalizio, c’è un piatto<br />
che non può mancare sulle<br />
tavole del Teramano ed è il<br />
tacchino alla canzanese: dopo<br />
una lunga cottura al forno, il<br />
tacchino viene ammantato da<br />
una solida gelatina di carne,<br />
dal colore ambrato, e servito<br />
freddo. È sicuramente un piatto<br />
molto raffinato <strong>della</strong> cucina<br />
locale, che forse non ha eguali<br />
nelle altre realtà gastronomiche<br />
<strong>della</strong> cucina italiana, ed è<br />
un insolito modo di cucinare<br />
una carne forse poco sapida:<br />
provare per credere.<br />
Il sapore più corposo dell’agnello,<br />
servito subito dopo,<br />
fa da contrafforte al tacchino e<br />
rappresenta un excursus insolito<br />
nei menu natalizi abruzzesi,<br />
ma qualche piccola variazione<br />
al tema non guasta. A contorno<br />
del classico dessert al cioccolato,<br />
sono stati serviti i nostrani<br />
“calcionetti”: crema di<br />
marroni al Rhum in un velo di<br />
pasta sfoglia, fritti e spolverizzati<br />
di zucchero; le sfogliatelle<br />
alla marmellata d’uva, variante<br />
più rustica <strong>della</strong> sfogliatella napoletana;<br />
i pepatelli, durissimi<br />
biscottini al forno, a base di<br />
miele, pepe, mandorle e buccia<br />
d’arancia. (Roberto Ripani)<br />
CALABRIA<br />
CROTONE<br />
DALLA TERRA<br />
ALLA TAVOLA<br />
Organizzata come sempre in<br />
modo impareggiabile dalla<br />
Delegata Adriana Liguori Proto,<br />
la serata ecumenica, perfettamente<br />
riuscita, sia sul piano<br />
culturale che gastronomico,<br />
si è svolta nel ristorante<br />
CIVILTÀ DELLA TAVOLA <strong>2013</strong> • N. 246 • PAGINA 65<br />
“da Ercole”. Il maestro di cucina,<br />
Ercole Villirillo, ha stupito<br />
i numerosi commensali con<br />
una suggestiva teoria di portate,<br />
in cui protagoniste assolute<br />
sono state le erbe aromatiche<br />
coltivate con perizia in un orticello<br />
di sua proprietà. La cena<br />
è stata preceduta da una<br />
dotta e ben articolata conversazione<br />
sulle erbe in cucina e<br />
anche come rimedi medicamentosi,<br />
tenuta dall’Accademica<br />
Fernanda Bilanzuoli,<br />
biologa ed esperta in fitoterapia<br />
e scienza <strong>della</strong> terra. La<br />
relatrice ha rilevato che l’uomo,<br />
da sempre, si è servito di<br />
quello che il mondo delle<br />
piante dispensa a piene mani,<br />
prima per nutrirsi e poi per<br />
prevenire e curare le malattie.<br />
La relatrice Bilanzuoli ha tenuto<br />
a rimarcare nella sua<br />
conversazione che la Calabria,<br />
per la sua configurazione orografica<br />
e per la sua ubicazione<br />
geografica, che la pone al<br />
centro del Mediterraneo, abbracciata<br />
e circondata da due<br />
mari, possiede la peculiarità di<br />
essere sede di microclimi unici<br />
nell’intera Europa. Sarà per<br />
i suoi boschi lussureggianti,<br />
per i calanchi argillosi del<br />
Marchesato, la brezza dei due<br />
mari e l’asprezza delle Serre,<br />
quel qualcosa di speciale e di<br />
unico che hanno le erbe <strong>della</strong><br />
Calabria? Quel che è certo è<br />
che queste erbe, connotate da<br />
un insieme di profumi, di caratteristiche<br />
organolettiche e<br />
salutistiche, a detta degli<br />
esperti, non hanno eguali in<br />
Italia e in Europa. Purtroppo<br />
queste peculiarità non sempre<br />
sono valorizzate dagli operatori<br />
<strong>della</strong> cucina calabra. Per<br />
questo è da plaudire al bravo<br />
Ercole e al suo magnifico erbolario.<br />
Le varie e ottime vivande,<br />
che ha proposto agli<br />
Accademici crotonesi e ai loro<br />
ospiti, sono state valorizzate,<br />
oltre che dalla sua maestria,<br />
anche dalla qualità e dalle<br />
proprietà delle profumatissime<br />
erbe del territorio. (Adriana Liguori<br />
Proto)