Febbraio 2013 - Accademia Italiana della Cucina
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Delegazioni hanno festeggiato<br />
questa ricorrenza, proprio a<br />
San Colombano, con una riunione<br />
conviviale dedicata ai<br />
vini e alla cucina tipica del territorio.<br />
La serata si è tenuta tra<br />
l’antica casa e la cantina <strong>della</strong><br />
famiglia Pietrasanta, che ha da<br />
secoli generato produttori di<br />
vino di questo colle ed è storica<br />
famiglia milanese. I vini<br />
Doc di San Colombano presentano<br />
forti analogie - soprattutto<br />
nelle uve - con i confinanti<br />
Oltrepò Pavese e Colli<br />
Piacentini: a farla da padroni<br />
sono Barbera, Croatina e Uva<br />
Rara, assieme a Pinot Nero e<br />
Merlot, per i rossi; tuttavia, le<br />
condizioni territoriali e ambientali<br />
conferiscono ai prodotti<br />
finali una loro precisa<br />
peculiarità. Inoltre, a San Colombano,<br />
si vinifica da sempre<br />
un’uva a doppia attitudine (da<br />
vino e da tavola), la Verdea,<br />
che dà un bianco frizzante e<br />
leggero, gradevolissimo come<br />
aperitivo. Per festeggiare il vino<br />
“di Milano”, così cantato<br />
anche da Francesco Redi nel<br />
1600, si è deciso di coinvolgere<br />
un giovane chef particolarmente<br />
dotato, che lavora a pochi<br />
chilometri da San Colombano:<br />
Fabio Granata, del ristorante<br />
“L’Arsenale”, già stellato<br />
Michelin e membro dell’associazione<br />
“Jeunes Restaurateurs<br />
d’Europe”. Il suo lavoro è basato<br />
su territorio, tecnica, tradizione:<br />
materie prime locali<br />
di altissima qualità; capacità di<br />
adeguare la tradizione, senza<br />
tradirla; ispirazione culturale,<br />
anche familiare, nell’elaborazione<br />
dei piatti. Gli è stato<br />
chiesto di costruire il menu<br />
<strong>della</strong> serata a partire dai vini e<br />
non dalla cucina, e il risultato<br />
è stato notevole. Per la Verdea<br />
e lo Spumante Rosé, serviti<br />
nella veranda di Casa Pietrasanta,<br />
ha proposto salumi <strong>della</strong><br />
zona, raspadüra (grana giovane<br />
“grattato” con una lama<br />
dalla superficie) ed eccellenti<br />
formaggi di piccoli produttori<br />
<strong>della</strong> pianura. A tavola, con il<br />
San Colombano Rosso mosso,<br />
DALLE DELEGAZIONI<br />
trancetti di anguilla impanati e<br />
fritti, “alla milanese”. Con il<br />
Rosso fermo, uno straordinario<br />
risotto con bietole e zucca,<br />
mentre per il Rosso Riserva la<br />
scelta è caduta sulle cosce<br />
d’anatra brasate al vino rosso,<br />
cotte a bassa temperatura.<br />
Gran finale con due eccellenti<br />
formaggi del territorio (tipico<br />
lodigiano e pannerone) con<br />
un robusto Pinot Nero Igt Collina<br />
del Milanese, e un “cremoso<br />
di mascarpone con sfoglie<br />
di tortionata” accompagnato<br />
da Malvasia Dolce Spumante.<br />
MILANO DUOMO E<br />
CENTO CITTÀ DEL GUERCINO<br />
INSIEME<br />
PER I TERREMOTATI<br />
Dalla sua nascita, ormai dieci<br />
anni or sono, la Delegazione<br />
Milano Duomo ha l’abitudine<br />
di accompagnare la sua giornata<br />
<strong>della</strong> tradizione, la “cassoeula<br />
di San Galdino”, con<br />
una tombola il cui ricavato<br />
viene destinato in beneficenza.<br />
Il ricavato del 2012, unitamente<br />
a quello anticipato per<br />
il <strong>2013</strong>, con l’integrazione <strong>della</strong><br />
generosa donazione di un<br />
Accademico che ha voluto<br />
mantenere l’anonimato, sono<br />
andati a persone dell’Emilia<br />
Romagna colpite dal tragico<br />
terremoto del maggio di quest’anno.<br />
L’iniziativa è nata nel<br />
2011, quando la Delegazione<br />
Milano Duomo, in visita ai luoghi<br />
artusiani, aveva fatto tappa<br />
a Cento, dove si era svolta una<br />
riunione conviviale congiunta<br />
con la Delegazione locale. Dal<br />
sentimento di amicizia che aveva<br />
caratterizzato il felice incontro,<br />
è nata la decisione di mettere<br />
insieme le forze, per fornire<br />
un aiuto concreto ad una<br />
zona particolarmente colpita. Il<br />
Delegato di Milano Duomo,<br />
Andrea Cesari de Maria, si è<br />
messo in contatto con il Delegato<br />
di Cento, Salvatore Alberghini,<br />
le due Delegazioni han-<br />
no stanziato la medesima cifra<br />
e il Delegato locale si è incaricato<br />
di individuare i beneficiari.<br />
La scelta si è indirizzata su tre<br />
famiglie che hanno perso i loro<br />
cari mentre erano al lavoro in<br />
quella tragica notte di maggio.<br />
La consegna di quanto raccolto<br />
è avvenuta durante la riunione<br />
conviviale degli auguri,<br />
alla presenza del Vice Presidente<br />
Vicario Severino Sani,<br />
dei due Delegati, degli Amministratori<br />
e <strong>della</strong> stampa locale.<br />
La riunione conviviale ha<br />
così assunto, secondo il Delegato<br />
di Cento, il suo significato<br />
più vero di ‘convivium’, nel<br />
senso di vivere insieme consumando<br />
i cibi di cui la tavola<br />
dispone. E i familiari destinatari<br />
di questo segno concreto<br />
di solidarietà sono stati i ‘conviva’,<br />
i convitati speciali a<br />
questo banchetto, frutto <strong>della</strong><br />
generosità delle due Delegazioni,<br />
che ha alimentato anche<br />
lo spirito. Un’ulteriore<br />
conferma, se mai ce ne fosse<br />
bisogno, che la civiltà <strong>della</strong> tavola<br />
è civiltà a tutto tondo, e<br />
che un forte senso di appartenenza<br />
accomuna le Delegazioni,<br />
tutte. Sede <strong>della</strong> piccola<br />
ma significativa cerimonia, il<br />
ristorante “Tassi” di Bondeno,<br />
tempio <strong>della</strong> tradizione, molto<br />
conosciuto in zona e celebre<br />
già ai tempi di Mario Soldati<br />
che l’aveva visitato nel corso<br />
di una puntata <strong>della</strong> famosa<br />
trasmissione televisiva ‘Viaggio<br />
lungo la valle del Po alla<br />
ricerca dei cibi genuini’. (Salvatore<br />
Alberghini e Andrea<br />
Cesari de Maria)<br />
VOGHERA-OLTREPÒ PAVESE<br />
CENA IN OSTERIA<br />
Una serata fuori Delegazione<br />
nella tipica osteria “Dai Trei<br />
Gnüront”, nel centro storico<br />
<strong>della</strong> vicina città di Alessandria,<br />
che ha divertito molto gli<br />
Accademici vogheresi anche<br />
perché nel territorio oltrepadano<br />
è assai difficile trovare<br />
CIVILTÀ DELLA TAVOLA <strong>2013</strong> • N. 246 • PAGINA 61<br />
un locale di questo tipo. La<br />
riunione conviviale, curata nei<br />
minimi dettagli dal Vice Delegato<br />
Silvano Campanini, ha<br />
avuto la graditissima presenza<br />
dell’amico Luigi Bussolino,<br />
Delegato di Alessandria, accompagnato<br />
dalla signora<br />
Paola ed è stata un vero successo.<br />
Si tratta di un locale<br />
molto semplice, anzi spartano,<br />
ma il servizio è stato veloce e<br />
gentile e i cibi, anche loro<br />
molto semplici, sono stati ben<br />
cucinati (una menzione speciale<br />
per gli ottimi agnolotti) e<br />
graditi da tutti. Sicuramente<br />
un locale dove ritornare qualche<br />
volta, magari per la trippa<br />
o per il salamino di vacca o<br />
semplicemente perché ci si<br />
trova bene ogni tanto a mangiare<br />
cibi genuini tra amici<br />
senza curarsi dell’etichetta.<br />
VENETO<br />
PADOVA<br />
RITORNO ALLA<br />
CA’ EDIMAR<br />
La Delegazione, negli ultimi<br />
anni, ha caratterizzato la sua<br />
attività porgendo molta attenzione<br />
al rapporto tra gastronomia<br />
e sociale. Due le realtà locali<br />
che ha seguito in particolare:<br />
il laboratorio di pasticceria<br />
dell’istituto carcerario e la<br />
scuola Ca’ Edimar. Il primo,<br />
oggi conosciuto non solo a livello<br />
locale e nazionale, ha<br />
ordinativi di panettoni e dolci<br />
come una vera industria del<br />
settore e vanta, nei detenuti<br />
che vi operano, percentuali di<br />
recidiva bassissime, intorno<br />
all’1-2%. Magia <strong>della</strong> cucina!<br />
La Ca’ Edimar, che solo per<br />
una pura coincidenza si trova<br />
nella stessa strada del carcere,<br />
è un luogo in cui la scuola di<br />
cucina, quella di panificazione<br />
e quella di sala e bar ogni anno<br />
avviano, nel tessuto produttivo<br />
<strong>della</strong> società, giovani<br />
altrimenti destinati a un futuro<br />
tutt’altro che roseo, soprattutto