PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
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la gestione attiva è prevista su 2.214 ha di superfici boscate, mentre la superficie forestale<br />
non oggetto di gestione attiva è pari a 1.201 ha. Quindi il 35 % <strong>del</strong>le formazioni forestali non<br />
è interessato da interventi selvicolturali<br />
non vi sono perdite di aree di habitat <strong>del</strong> SIC in quanto si prevede il loro mantenimento ed il<br />
loro recupero funzionale<br />
non vi è frammentazione degli habitat in quanto gli interventi su aree contigue sono<br />
intercalati nel tempo, assicurando in tal modo la continuità. Le nuove piste di esbosco hanno<br />
carattere temporaneo ed è previsto il ripristino dopo l’uso.<br />
sono previste azioni specifiche per contrastare l’invasione di specie esotiche, in particolar<br />
modo Prunus serotina, sia contrastandone la diffusione in ambienti attualmente non infestati,<br />
sia riducendone la presenza in quelli più devastati<br />
sono previste azioni di rimboschimento nelle aree che, a seguito degli interventi, potrebbero<br />
presentare un’insufficiente copertura arborea<br />
L’analisi <strong>del</strong> Piano non ha messo in evidenza incidenze negative per la conservazione degli<br />
habitat <strong>del</strong> SIC-ZPS.<br />
incidenze NEGATIVE permanenti - irreversibili<br />
per la conservazione degli Habitat<br />
nessuna incidenza<br />
Con riferimento ai vari habitat le incidenze positive derivanti dal Piano sono:<br />
91E0 - “*Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion<br />
incanae, Salicion albae)” (*Habitat prioritario)<br />
Nel passato questi boschi erano tradizionalmente stati gestiti a ceduo con turni più o meno brevi,<br />
anche inferiori a 10 anni. Attualmente molti popolamenti sono in una fase di invecchiamento e<br />
avviamento naturale a fustaia, caratterizzati a volte da soggetti molto snelli ed instabili;<br />
localmente sono visibili segni di collassi strutturali con ribaltamento di singole piante o gruppi di<br />
ceppaie. Considerata la disomogeneità strutturale dei vari tipi di popolamenti, non si può adottare<br />
un unico mo<strong>del</strong>lo selvicolturale, ma occorre valutare di volta in volta le situazioni.<br />
Nei popolamenti impaludati inclusi all’interno <strong>del</strong>le Riserve Naturali Speciali, la gestione<br />
ordinaria è l’evoluzione monitorata con possibili tagli mirati su singoli individui e/o ceppaie<br />
con l’obiettivo <strong>del</strong>la rigenerazione.<br />
Nei popolamenti posti al di fuori <strong>del</strong>le Riserve Naturali Speciali con idromorfia stagionale e nei<br />
nuclei a ceduo più ampi, spesso fortemente coetaneizzati, sono possibili tagli di avviamento a<br />
fustaia, ovvero di rigenerazione dove cominciano a verificarsi fenomeni di senescenza, previa<br />
verifica sulla potenzialità di ricaccio <strong>del</strong>le ceppaie. In questo caso si tratta, in pratica, di una<br />
gestione simile a quella a “governo misto” in cui l’ontano nero è rinnovato sia per polloni che da<br />
seme su piccole superfici e le altre latifoglie autoctone da seme.<br />
Il mantenimento <strong>del</strong>la gestione a ceduo, al di fuori <strong>del</strong>le Riserve Naturali Speciali,<br />
preferibilmente come governo misto, è possibile per i popolamenti con età inferiore a 20 anni e<br />
dove meno di 1/3 <strong>del</strong>le ceppaie non sono affrancate.<br />
Nelle modalità di prelievo si evidenziano le seguenti prescrizioni positive per la conservazione:<br />
indice di prelievo contenuto: 20-40 %<br />
ampiezza massima <strong>del</strong>le aperture 2000 mq o 100 m lineari lasciandone altrettanto<br />
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