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PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino

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specifica e articolazione <strong>del</strong>la vegetazione sul piano verticale (struttura). L’intervento<br />

operativamente si traduce nel diradare lo strato a ceduo individuando i soggetti in grado di<br />

partecipare al piano superiore <strong>del</strong>la vegetazione, favoriti ove opportuno dal contemporaneo<br />

diradamento a carico <strong>del</strong>lo strato gamico, già esistente ma spesso rado e malvenente in quanto a<br />

prevalenza di castagno. Il popolamento transitorio così ottenuto dovrà essere gestito con<br />

successivi diradamenti e in prospettiva a tagli a scelta colturale per gruppi, valutati in relazione<br />

alle esigenze ecologiche <strong>del</strong>le specie prevalenti. Andranno rilasciati soggetti di più classi<br />

possibili d’età <strong>del</strong> ceduo al fine di definire, con i soggetti già ad alto fusto, un popolamento<br />

disetaneo, a piccoli gruppi più o meno ampi.<br />

Operativamente l’intervento dovrà prevedere il rilascio <strong>del</strong>la rovere e <strong>del</strong>le altre querce<br />

autoctone presenti, generalmente già rade, individuando i polloni di castagno, di robinia o altre<br />

latifoglie che, per collocamento sulla ceppaia e posizione relativa alla continuità <strong>del</strong>la copertura<br />

<strong>del</strong>l’alto fusto, siano in grado di sviluppare la chioma e raggiungere progressivamente il piano<br />

dominante. L’intervento dovrà concentrarsi su queste ceppaie rilasciando almeno un pollone per<br />

ciascuna. Nel caso di ceppaie di cerro o di specie sporadiche carpino bianco queste avranno la<br />

priorità rispetto al castagno. Singoli soggetti di castagno già partecipanti al piano superiore <strong>del</strong>la<br />

vegetazione potranno essere conservati purché non presentino segni di anticipata senescenza.<br />

Tenuto conto che la presenza <strong>del</strong> ciliegio tardivo o di altre esotiche invasive è ridotta e<br />

localizzata ai margini, in questi ambienti, le azioni da intraprendere sono prevalentemente di tipo<br />

preventivo e di eliminazione di eventuali individui, come indicato nel paragrafo 9.2.1.<br />

Non si ravviano quindi gli estremi per adottare criteri selvicolturali diversi per i soprassuoli con<br />

presenza di ciliegio tardivo.<br />

Indicazioni gestionali specifiche per il contenimento <strong>del</strong> ciliegio tardivo o altre esotiche<br />

invasive.<br />

La presenza <strong>del</strong> ciliegio tardivo in questi popolamenti è molto variabile, da assente o sporadica<br />

fino ai casi in cui va ad occupare i diversi strati <strong>del</strong>la vegetazione.<br />

Come è stato indicato negli schemi relativi alle modalità di scelta degli interventi selvicolturali<br />

l’entità <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> ciliegio tardivo o di altre esotiche come la quercia rossa oltre a<br />

modificare l’opportunità di gestire il popolamento secondo alcune forme di governo e o<br />

trattamento e le modalità di realizzare i singoli trattamenti.<br />

In particolare la ridotta presenza di ciliegio tardivo in cedui o boschi a governo misto è un<br />

presupposto per procedere alla modifica di tale forma di governo verso la fustaia; all’opposto nei<br />

casi in cui il ciliegio tardivo supera la classe di presenza 2 la gestione governo misto pare la<br />

scelta tecnica più idonea ed opportuna nel breve e medio periodo.<br />

In tutti gli altri casi possono valere le seguenti regole generali, oltre alla sistematica eliminazione<br />

di tutti i portaseme di specie esotiche invasive<br />

- riduzione dei prelievi per non aumentare la disponibilità di luce nei pressi <strong>del</strong>le ceppaie o<br />

giovani individui di ciliegio tardivo; in particolare la percentuale di copertura residua <strong>del</strong>le<br />

riserve nella gestione "a governo misto" non potrà essere inferiore al 50%, mentre l’indice<br />

di prelievo medio nei tagli di diradamento-conversione non potrà superare il 50%.<br />

- rinfoltimento con specie autoctone in caso di copertura residua dopo i prelievi non<br />

sufficiente a garantire i valori sopraindicati<br />

- In presenza di singoli individui di ciliegio tardivo o di quercia rossa, ovvero di gruppi nel<br />

sottobosco ogni intervento va limitato al solo prelievo <strong>del</strong>le specie esotiche ed al controllo<br />

dei ricacci, lasciando inalterata la copertura <strong>del</strong>le specie autoctone e <strong>del</strong>la robinia; tale<br />

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