PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
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non percorse da intervento negli ultimi tre anni, ovvero con rinnovazione/ricacci alti non<br />
meno di 3 m<br />
tempi di ritorno lunghi in funzione <strong>del</strong>la struttura interessata<br />
riduzione dei prelievi fino al 30% max in funzione <strong>del</strong>la % di esotiche<br />
nelle fustaie<br />
indice di prelievo contenuto: 20-30 %<br />
rilasci minimi 300-600 piante/ettaro<br />
i lotti oggetto di intervento devono essere separati da fasce boscate ampie almeno 100 m,<br />
non percorse da intervento negli ultimi tre anni, ovvero con rinnovazione/ricacci alti non<br />
meno di 3 m<br />
tempi di ritorno lunghi in funzione <strong>del</strong>la struttura interessata<br />
riduzione dei prelievi in funzione <strong>del</strong>la % di esotiche e <strong>del</strong> coefficiente di snellezza.<br />
3240 - “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos”<br />
La gestione selvicolturale <strong>del</strong>le formazioni riparie, in cui rientrano tutte le cenosi a prevalenza di<br />
legno tenero che si sviluppano in ambito fluviale, è strettamente legata alle potenzialità e<br />
possibilità evolutive dettate dalla dinamica fluviale. Il fattore fondamentale per le scelte<br />
gestionali è la possibilità di evoluzione verso cenosi più stabili a prevalenza di specie a legno<br />
duro. .Ove il frequente ripetersi di eventi di piena impedisce alla cenosi di evolversi oltre lo<br />
stadio arbustivo, non vi sono possibilità e opportunità di realizzare interveti gestionali attivi;<br />
all’opposto, nei casi in cui la dinamica fluviale permette alla cenosi di svilupparsi con<br />
portamento arboreo e non limita l’ingresso di specie tipiche di boschi più stabili, sono invece<br />
possibili interventi di gestione attiva.<br />
La forma gestionale prevista per le cenosi riparie è principalmente il monitoraggio, lasciando alla<br />
fase di applicazione <strong>del</strong> medesimo la scelta sulle possibilità o l’opportunità di intervento.<br />
Gli interventi previsti sono:<br />
mantenimento <strong>del</strong>la sicurezza idraulica e miglioramento <strong>del</strong>l’effetto di laminazione <strong>del</strong>le<br />
piene; prelievo <strong>del</strong> legno morto di diametro elevato a rischio di fluitazione: i saliceti si sono<br />
evoluti con i fiumi e costituiscono l’elemento di rinaturalizzazione e stabilizzazione migliore<br />
per i problemi legati all’esondazione, di conseguenza non necessitano normalmente di una<br />
gestione attiva ordinaria. All’interno <strong>del</strong>l’alveo inciso dei corsi d’acqua compresi nella<br />
fascia A <strong>del</strong> PAI sono consentiti, previo parere favorevole <strong>del</strong>l’Ente Gestore, interventi di<br />
taglio selettivo <strong>del</strong>la vegetazione forestale che possa costituire effettivo pericolo per<br />
l’ostruzione <strong>del</strong>la sezione idraulica o particolarmente esposta alle piene, il taglio selettivo è<br />
finalizzato al mantenimento in condizioni giovanili <strong>del</strong>le associazioni forestali con selezione<br />
<strong>del</strong>le specie maggiormente resistenti alla corrente. Per i corsi d’acqua naturali in fascia B o<br />
C <strong>del</strong> PAI gli interventi sulla vegetazione forestale nell’alveo inciso sono subordinati alla<br />
Valutazione di Incidenza, salvo casi di massima urgenza per la sicurezza idraulica o per la<br />
pubblica incolumità.<br />
ringiovanimento agamico per fasce discontinue per i popolamenti non presenti all’interno<br />
<strong>del</strong>l’alveo inciso: in popolamenti fisiologicamente maturi si possono intraprendere interventi<br />
selvicolturali attivi limitati al taglio di alcuni gruppi di soggetti, gestendo di fatto il<br />
soprassuolo a governo misto. Operativamente, si tratta di procedere al taglio su superfici<br />
limitate oltre al taglio localizzato devono essere previsti dei reimpianti se possibile con talee<br />
dalle piante presenti e vitali. Le prove devono essere limitate a (500-1000 m2) o fasce di<br />
lunghezza non superiore a 1000 m, intervallate da zone non percorse di almeno 500 m.<br />
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