PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
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In tutti gli altri casi possono valere le seguenti regole generali, oltre alla sistematica eliminazione<br />
di tutti i portaseme di specie esotiche invasive<br />
- rinfoltimento con specie autoctone ove la copertura arborea è lacunosa, ovvero nei<br />
popolamenti ove la presenza di tali specie è inferiore al 25%;<br />
- riduzione dei prelievi e salvaguardia di tutte le specie autoctone, in particolare se<br />
ombreggianti (carpino bianco, nocciolo, ciliegio tardivo, ecc...) o concorrenziali (frassino<br />
maggiore e tiglio cordato), ovvero di querce ove la copertura arborea è lacunosa. Fra le<br />
querce occorre rivalutare il ruolo <strong>del</strong> cerro.<br />
In tutti i casi è necessario evitare i tagli nelle zone di confine verso i popolamenti ove la specie è<br />
diffusamente presente; indicativamente possono essere tracciate fasce di rispetto, di non<br />
intervento, di dimensioni non inferiori a 20 metri, ovvero evitare aperture in corrispondenza di<br />
singoli individui o gruppi di ciliegio tardivo.<br />
9.2.8 Gestione <strong>del</strong>le Boscaglie d’invasione<br />
All’interno di questa categoria sono inclusi popolamenti d’invasione la cui caratteristica<br />
principale è la prevalenza o dominanza di specie esotiche, in particolare di ciliegio tardivo. Si<br />
tratta <strong>del</strong>le forme di massima degradazione <strong>del</strong> bosco naturale che è stato soppiantato dalle<br />
esotiche.<br />
Questi popolamenti rappresentano importanti fonti di diffusione <strong>del</strong> ciliegio tardivo; pertanto la<br />
loro gestione deve essere impostata alla eradicazione <strong>del</strong>la specie con interventi di<br />
trasformazione, ovvero di sostituzione <strong>del</strong>la componente arborea e controllo con mezzi chimici<br />
e/o meccanici <strong>del</strong> ciliegio tardivo, le cui modalità operative sono indicate nel paragrafo 9.2.1.<br />
Nessun intervento va invece previsto per gli sporadici nuclei di betuleto non invaso e per il<br />
Saliceto di Salix cinera.<br />
9.2.9 Gestione dei Rimboschimenti<br />
I rimboschimenti realizzati all’interno <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> Naturale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>, come <strong>del</strong> resto<br />
nella maggior parte dei casi planiziali, sono stati realizzati principalmente con l’obiettivo di<br />
produrre legno di qualità con specie a rapido accrescimento, spesso di origine esotica e altamente<br />
invasive. In altri casi queste specie, fra cui le più importanti sono la quercia rossa e il pino<br />
strobo, sono state anche introdotte in singoli gruppi all’interno <strong>del</strong> bosco, in concomitanza con i<br />
tagli di utilizzazione <strong>del</strong> querceto.<br />
Molto spesso tali specie, pur non rispettando le attese di accrescimento e di adeguata<br />
collocazione sul mercato, sono risultate più o meno invasive e dannose per le specie autoctone e<br />
l’habitat <strong>del</strong> bosco planiziale nel suo complesso.<br />
In base a questi presupposti ed in relazione agli obiettivi <strong>del</strong>l’area protetta, l’attuale gestione dei<br />
rimboschimenti presenti all’interno <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> Naturale <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> è volta alla loro<br />
trasformazione, intendendo con tale termine un insieme di interventi finalizzati a modificare la<br />
composizione specifica e la struttura <strong>del</strong> popolamento di origine antropica, anche per via<br />
artificiale; in particolare la trasformazione si ottiene attraverso la combinazione di tagli di<br />
sgombero per l’eliminazione di soggetti portaseme seguito dall’impianto di specie autoctone.<br />
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