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PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino

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7.2 OBIETTIVI GESTIONALI PER LE AREE ATTUALMENTE NON BOSCATE<br />

Riconoscendo alle aree non boscate, in particolare quelle intercluse o strettamente legate al<br />

bosco, l’importanza naturalistica, paesaggistica, di biodiversità e le strette relazioni dinamiche<br />

con l’ambiente forestale, si pone come obiettivo generale complementare alla pianificazione<br />

forestale, la corretta gestione <strong>del</strong>le aree non forestali contigue e <strong>del</strong>le fasce ecotonali. Questo<br />

orientamento è in accordo con quanto previsto dalla legge n. 37/94 (Norme per la tutela<br />

ambientale <strong>del</strong>le aree demaniali dei fiumi) e <strong>del</strong> PAI <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Po; tali documenti prevedano<br />

per le fasce fluviali, in particolare per le aree demaniali, la rinaturalizzazione guidata, e nelle<br />

aree non a rischio di asportazione durante le piene, anche l’arboricoltura da legno con specie<br />

autoctone. Per le zone agricole, tra l’altro tutte dichiarate vulnerabili ai nitrati, l’obiettivo<br />

prioritario è la conversione <strong>del</strong> paesaggio agrario mediante pratiche agricole ecocompatibili.<br />

1. Aree seminaturali (praterie aride di greti e cespuglieti): per queste superfici il piano si pone il<br />

mantenimento, la salvaguardia <strong>del</strong>le coperture non forestali, <strong>del</strong>le fasce ecotonali e <strong>del</strong>le radure<br />

ed eventualmente il loro recupero in caso di invasione da parte di specie arboree, in particolare se<br />

esotiche. Per le superfici non ancora totalmente invase si tratta eliminare piccoli gruppi o singoli<br />

individui di specie arboree limitando in tal modo la minaccia di degradazione <strong>del</strong>l’habitat. Per le<br />

aree invase, ma dove sono ancora presenti molte specie caratteristiche <strong>del</strong>le cenosi originarie,<br />

nell’arco di validità <strong>del</strong> presente piano possono essere realizzati interventi di recupero di tipo<br />

sperimentale.<br />

2. Arboricoltura da legno con pioppi clonali e altre specie: per queste superfici il piano si pone<br />

due obiettivi a seconda <strong>del</strong>l’azzonamento <strong>del</strong> Piano d’Area.<br />

a) Riserve naturali speciali e proprietà pubbliche. Nelle aree incluse individuate dal<br />

Piano d’Area come Riserve naturali speciali e nelle proprietà pubbliche è vietata la<br />

pioppicoltura e l’arboricoltura; per i pioppeti attualmente presenti a fine turno occorre<br />

procedere all’imboschimento o, in alternativa, alla creazione di prato stabile.<br />

b) Zona naturalistica d’interesse botanico e faunistico. Nella aree individuate dal Piano<br />

d’Area con valenza naturalistica d’interesse botanico e faunistico, ovvero per le<br />

superficie attualmente occupate da culture legnose a rapido accrescimento incluse<br />

all’interno <strong>del</strong>le particelle forestali, tenuto conto che l’obiettivo generale è aumentare la<br />

naturalità <strong>del</strong> Sito, è possibile la prosecuzione <strong>del</strong>la pioppicoltura, valutando di volta in<br />

volta la possibilità di realizzare impianti di arboricoltura da legno a ciclo lungo con<br />

specie autoctone, la conversione a prato stabile o l’imboschimento. Se l‘impianto è<br />

parzialmente intercluso (confinante su tre lati o per almeno il 75% <strong>del</strong> perimetro) al<br />

bosco o al prato stabile, ovvero si tratta di un tassello funzionale al completamento <strong>del</strong>la<br />

rete ecologica interna, sono possibili solo il prato stabile o l’imboschimento con specie<br />

autoctone.<br />

3. Colture agricole<br />

Al fine di favorire usi agricoli più compatibili con l’ambiente, si caldeggia di incentivare e<br />

diffondere pratiche volte alla riduzione di antiparassitari, diserbanti e fertilizzanti, anche<br />

mediante opportune rotazioni colturali e la maggiore diffusione <strong>del</strong> prato stabile. Al fine di<br />

favorire la presenza di parassitoidi e predatori e ridurre la tossicità sull’ambiente è sicuramente<br />

da favorirsi la lotta biologica.<br />

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