PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
) nei popolamenti di qualsiasi Categoria ove la presenza <strong>del</strong>le specie arboree di cui al<br />
comma 2 è compresa fra il 5 e il 50% (classi 3 a 4 <strong>del</strong>la Carta <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> ciliegio<br />
tardivo) occorre procedere con:<br />
avviamento a fustaia dei cedui e dei boschi a governo misto<br />
eliminazione dei portaseme presenti, ovvero degli individui in grado di fruttificare in<br />
contemporanea agli interventi selvicolturali;<br />
anellatura <strong>del</strong>la zona corticale in modo da indebolire senza consentirne la pollonatura<br />
eccessiva;<br />
controllo dei ricacci o dei semenzali con trattamenti chimici, realizzati cotto il<br />
controllo <strong>del</strong>l’Ente gestore<br />
c) nei popolamenti di qualsiasi Categoria ove la presenza <strong>del</strong>le specie arboree di cui al<br />
comma 2 è superiore al 50% (classi 5 a 6 <strong>del</strong>la Carta <strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong> ciliegio tardivo)<br />
occorre procedere con interventi di trasformazione, di cui all’art. 1 lettera g).<br />
4. Nei popolamenti di qualsiasi Categoria ove siano presenti nuclei in purezza di ciliegio tardivo<br />
o altre esotiche invasive con dimensioni maggiori a 500 m 2 , occorre procedere con interventi di<br />
eliminazione <strong>del</strong>le specie di cui al comma 1, seguiti dall’impianto di specie autoctone.<br />
5. Nei popolamenti di qualsiasi Categoria ove dopo qualsiasi intervento la copertura arborea<br />
residua sia inferiore al 70%, occorre procedere, nella prima stagione favorevole, con interventi<br />
d'impianto di specie autoctone, anche mediante la realizzazione di piccole isole di propagazione.<br />
Successivamente agli interventi selvicolturali occorre controllare i ricacci sulle ceppaie <strong>del</strong>le<br />
specie invasive alloctone mediante trinciature ripetute, ovvero con le modalità di cui al<br />
successivo comma 9.<br />
6 Le modalità di realizzazione degli impianti di rinfoltimento o ricostituzione boschiva di cui ai<br />
commi precedenti, sono le seguenti:<br />
la tipologia di impianto verrà di volta in volta individuata dall’Ente Gestore in base alle<br />
condizioni <strong>del</strong>la stazione;<br />
possono essere utilizzate (sia come postime vivaistico on pane di terra che seme) solo<br />
specie autoctone, quali: carpino bianco, nocciolo, ciliegio a grappoli, frassino maggiore,<br />
ciliegio selvatico, tiglio cordato, ontano nero, salice bianco, pioppo bianco e o nero<br />
biancospino, ligustro, pallon di maggio, berretta da prete, e/o a rapida crescita, a seconda<br />
<strong>del</strong>le condizioni stazionali locali; non si dovrà utilizzare l’acero di monte in quanto non<br />
idoneo;<br />
in impianti su superfici maggiori di 1 ha con copertura arborea residua molto scarsa, è<br />
preferibile la formazione di isole di propagazione con superficie di 50-100 m 2 ognuna e<br />
con impianto molto densi (sesti 0,50 x 0,50 cm) in modo da creare locali punti di elevata<br />
concorrenza; al di fuori di tali aree l’eventuale ulteriore impianto può essere realizzato<br />
con caratteristiche diverse;<br />
la superficie minima complessiva <strong>del</strong>le isole di propagazione non dovrà essere inferiore<br />
al 30% <strong>del</strong>la superficie interessata dal taglio;<br />
nel caso il soprassuolo fosse privo di sufficiente copertura erbacea, è necessario<br />
procedere alla semina a spaglio con specie autoctone almeno nelle isole di propagazione.<br />
7. Nelle zone sottoposte a impianto sono necessarie le seguenti cure colturali per almeno 5 anni<br />
successivi:<br />
eliminazione <strong>del</strong>le esotiche ed infestanti con due interventi all’anno (tarda primavera e<br />
fine estate) per i primi due anni ed un intervento all’anno (tarda primavera) per i<br />
successivi tre anni estendendo l’intervento ad una fascia di 5 metri di larghezza<br />
all’intorno di ogni isola di propagazione.<br />
241