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PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino

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2) Ringiovanimento agamico per fasce discontinue per i popolamenti non presenti<br />

all’interno <strong>del</strong>l’alveo inciso. In popolamenti fisiologicamente maturi che non mostrano segni di<br />

ulteriore evoluzione e che non presentino invasioni di specie esotiche tali da soffocare eventuali<br />

getti dei polloni, si possono intraprendere interventi selvicolturali attivi limitati al taglio di alcuni<br />

gruppi di soggetti, gestendo di fatto il soprassuolo a governo misto.<br />

Operativamente, si tratta di procedere al taglio su superfici limitate oltre al taglio localizzato<br />

devono essere previsti dei reimpianti se possibile con talee dalle piante presenti e vitali.<br />

Le prove devono essere limitate a (500-1000 m 2 ) o fasce di lunghezza non superiore a 1000 m,<br />

intervallate da zone non percorse di almeno 500 m..<br />

In generale il taglio <strong>del</strong>la vegetazione erbacea e arbustiva è da evitare: esso può essere consentita<br />

solo a quei tratti dove la stessa crea problemi per il normale svolgimento <strong>del</strong>le operazioni di<br />

abbattimento ed esbosco <strong>del</strong>la vegetazione arborea, peraltro da effettuarsi non in maniera<br />

andante, ma individuando al massimo 2 punti di accesso per zona di intervento di 500 metri.<br />

3) Diradamento libero e diradamento/conversione per piccoli gruppi, favorendo ove<br />

opportuno l’ingresso di specie autoctone sporadiche o in successione con liberazione di<br />

portaseme e <strong>del</strong> novellane eventualmente presente. Le formazioni che presentano densità<br />

ottimale o elevata, presenza scarsa o assente di specie invasive, non in fase di collasso o<br />

invecchiate possono sicuramente essere orientate verso il miglioramento <strong>del</strong>la stabilità fisica <strong>del</strong><br />

popolamento e l’ingresso di specie autoctone più stabili. Ovviamente non si deve intervenire nei<br />

pressi di aree già invase da specie esotiche, e possibilmente rilasciando un’area distante almeno<br />

50 metri da esse in cui si mantenga una elevata copertura arborea. Vista la forte deposizione di<br />

sabbie e conseguentemente la crescita <strong>del</strong> piano campagna nelle lanche di laminazione si<br />

consiglia di prestare una forte attenzione nell’effettuare sottoimpianti, evitando forti stress idrici<br />

tramite utilizzo di resine igroscopiche da inserire nella buca al momento <strong>del</strong>l’impianto.<br />

Operativamente l’intervento si caratterizza come un diradamento o diradamento/conversione a<br />

seconda <strong>del</strong>l’origine gamica/agamica <strong>del</strong> popolamento, incidendo con diradamento selettivo per<br />

piede d’albero, con prelievo <strong>del</strong> 25-40% <strong>del</strong>la massa; qualora si intervenga su nuclei in purezza<br />

le chiome dei soggetti rilasciati non devono essere isolate per garantire la stabilità <strong>del</strong><br />

popolamento. Invece il diradamento degli sporadici nuclei di perticaia di latifoglie spontanee<br />

diverse da salici o pioppi deve essere prudente, adeguatamente selettivo per assicurare lo<br />

sviluppo ipsodiametrico equilibrato dei soggetti migliori, senza superare un terzo <strong>del</strong>la massa<br />

legnosa presente.

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