Cardiologia negli Ospedali n° 154 Novembre/Dicembre 2006 - Anmco
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di Alessandro Boccanelli<br />
OBIETTIVO: TUTTA LA VERITÀ SULLE CARDIOPATIE ISCHEMICHE ACUTE<br />
Parte uno studio ad hoc per valutare l’epidemiologia clinica e gli esiti dei pazienti con sindromi<br />
coronariche acute ricoverati in ospedale<br />
Articolo pubblicato in: Tempo Medico Cuore, n. 2 Aprile <strong>2006</strong><br />
Nonostante i sostanziali progressi compiuti <strong>negli</strong> ultimi<br />
due decenni nel trattamento e nella gestione dei<br />
pazienti con sindromi coronariche acute (SCA), queste<br />
rappresentano ancora una delle principali cause di<br />
morte in Italia e nei paesi occidentali in genere. La dimostrazione<br />
di efficacia delle procedure di cardiologia<br />
interventistica (sia nei pazienti con infarto miocardico<br />
acuto con sopraslivellamento del tratto S-T, sia nei pazienti<br />
con sindromi coronariche senza sopralivellamento<br />
con indicatori di alto rischio) accompagnata alla disponibilità<br />
di nuovi farmaci, ha fatto esplodere i costi<br />
legati all’uso di tali procedure e, di conseguenza, ha reso<br />
sempre più importante avere a disposizione stime reali<br />
della loro utilizzazione, con l’obiettivo finale di far coincidere<br />
il più possibile il gruppo di pazienti che ne usufruisce<br />
con quello che potrebbe ricavarne il beneficio<br />
maggiore.<br />
Numerosi studi, anche italiani (vedi<br />
Blitz-2 su Tempo Medico Cuore 2005;<br />
2: 28-29), hanno dimostrato che i<br />
pazienti ricoverati in ospedali a diverso<br />
livello tecnologico sono curati<br />
in base a schemi di trattamento differenti,<br />
che dipendono soprattutto<br />
dal tipo di struttura. L’indicazione a<br />
eseguire le procedure di rivascolarizzazione<br />
dipende quindi più dalle caratteristiche<br />
dell’ospedale che dalle<br />
caratteristiche cliniche dei pazienti.<br />
Dati preliminari del Blitz-2 mostrano<br />
tuttavia che se si analizzano i risultati<br />
tenendo conto delle caratteristiche<br />
di base dei pazienti, la prognosi<br />
a breve termine non differisce<br />
granché, indipendentemente dal fatto<br />
che nella struttura cardiologica sia<br />
presente o meno l’emodinamica. Ai<br />
Jorge Luis Borges, foto Ferdinando Scianna<br />
fini di una corretta gestione della sanità regionale e nazionale<br />
è fondamentale quindi conoscere l’epidemiologia<br />
clinica e l’esito delle SCA.<br />
Le linee guida non bastano…<br />
La Società Europea di <strong>Cardiologia</strong> e l’American Heart<br />
Association, in collaborazione con l’American College<br />
of Cardiology, hanno recentemente pubblicato linee<br />
guida che riassumono le principali raccomandazioni<br />
circa il trattamento appropriato delle SCA, basate sui<br />
risultati dei numerosi studi clinici controllati condotti<br />
<strong>negli</strong> ultimi anni. Non può essere però trascurato il fatto<br />
che gli studi randomizzati indipendenti sono sempre<br />
più rari, specialmente nel campo delle sindromi coronariche<br />
acute, mentre quelli condotti dall’industria<br />
farmaceutica rappresentano la grande maggioranza dei<br />
trial che hanno fornito i dati per la costruzione delle linee<br />
guida. In aggiunta, numerosi studi osservazionali o<br />
di esito hanno fornito risultati in apparente controtendenza<br />
rispetto a quanto riportato<br />
dai trial clinici randomizzati che sono<br />
alla base delle raccomandazioni.<br />
Infine, limitazioni statistiche o metodologiche<br />
talora mettono in discussione<br />
l’interpretazione di questi<br />
studi.<br />
Ecco perché diventa interessante<br />
raccogliere i dati relativi alla realtà<br />
italiana in uno specifico registro,<br />
utilizzabile in ogni tipo di struttura<br />
ospedaliera che ricoveri pazienti<br />
con SCA: la definizione delle caratteristiche<br />
cliniche dei pazienti può<br />
consentire di stabilire il grado di applicabilità,<br />
in popolazioni del mondo<br />
reale, delle raccomandazioni<br />
contenute nelle linee guida che si<br />
basano, per definizione, su risultati<br />
di trial condotti in popolazioni sele-<br />
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