Cardiologia negli Ospedali n° 154 Novembre/Dicembre 2006 - Anmco
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V I A G G I O I N T O R N O A L C U O R E<br />
LA LEZIONE DI CALVINO<br />
Dopo vent’anni, le “Lezioni Americane” sono ancora un testo straordinariamente attuale,<br />
che da manifesto letterario si presta a diventare uno stimolante decalogo per il medico<br />
Nel suo libro, Italo Calvino<br />
definisce cinque “valori o<br />
qualità o specificità” che<br />
racchiudono la sua idea di<br />
letteratura – la leggerezza,<br />
la rapidità,l’esattezza, la visibilità<br />
e la molteplicità – e ne<br />
fa dono agli scrittori del<br />
terzo millennio. Ma ciascuno<br />
di questi valori, nella<br />
appassionata definizione<br />
che Calvino ne dà, riguarda<br />
intimamente anche noi<br />
nello svolgimento del<br />
nostro mestiere.<br />
Nel 1985 Italo Calvino fu<br />
invitato a tenere le prestigiose “Norton Poetry Lectures”<br />
all’Università di Harvard, primo italiano a ricevere questo<br />
onore. Alla stesura di queste conferenze, che secondo il<br />
progetto originale dovevano rappresentare un personalissimo<br />
testamento letterario, Calvino si dedicò con entusiasmo<br />
e una intuizione profetica del tutto involontaria:<br />
cinque delle sei relazioni previste erano già compiute al<br />
momento della sua scomparsa, poco prima della partenza<br />
per gli Stati Uniti. Questa raccolta straordinaria fu pertanto<br />
pubblicata postuma con il titolo di “Lezioni americane<br />
- Sei proposte per il prossimo millennio”. E così è<br />
divenuta giustamente famosa.<br />
In quest’opera, Calvino identifica cinque “valori o qualità<br />
o specificità” che racchiudono la sua idea di letteratura –<br />
la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità e la molteplicità<br />
– e ne fa dono agli scrittori del terzo millennio. Di<br />
ciascuno viene fornita una definizione vibrante e colta ma<br />
anche molto pragmatica, operativa. E ogni definizione finisce<br />
per ampliare il singolo concetto ben al di là del significato<br />
immediatamente evocato dalla parola che lo identifica,<br />
fino a creare dei paradigmi di valore che non esiterei<br />
a definire universale.<br />
Rileggendo le Lezioni nel tentativo di trovare refrigerio<br />
neuronale e svago dal lavoro, sono invece rimasto sorpreso<br />
dalla quantità di riflessioni professionali che la lettura<br />
mi evocava, dalla freschezza e attualità degli stimoli<br />
contenuti, e dalle assonanze tra questi Comandamenti<br />
Umanistici e il nucleo più impalpabile, ma anche più indispensabile,<br />
del nostro mestiere.<br />
Provo a condividere, senza pretesa di essere esaustivo, né<br />
in tutto condiviso.<br />
di Iacopo Olivotto<br />
Italo Calvino - foto Giansanti<br />
Leggerezza<br />
Lungi dall’essere un richiamo<br />
alla frivolezza e al disimpegno,<br />
per Calvino la leggerezza<br />
rappresenta una virtù<br />
estetica e formale di valore<br />
assoluto, in quanto sottrazione<br />
di pesantezze inutili al<br />
linguaggio, agilità nel seguire<br />
i fili sottili del ragionamento,<br />
e sinonimo di ideazione fantastica<br />
svincolata dalle cose<br />
esperibili. Oltre a ciò, la leggerezza<br />
acquista una precisa<br />
valenza etica ed esistenziale<br />
come “reazione al peso di<br />
vivere”. Rappresenta cioè l’habitus di chi conosce esattamente<br />
il peso di ogni cosa grave (“siccità, malattie, influssi<br />
maligni”) e per precisa intenzione sceglie non tanto di<br />
ignorarlo, ma di rappresentarne un opposto privo di gravità,<br />
con una sorta di gentile contrappasso. Calvino sceglie<br />
a questo proposito l’esempio dello sciamano, che si solleva<br />
per trasportarsi in altri mondi dove tutti i problemi<br />
hanno una soluzione; ma la metafora investe in pieno<br />
anche il medico dei nostri giorni. Con una traslazione del<br />
tutto personale, direi infatti che la leggerezza per la nostra<br />
categoria diviene sinonimo di delicatezza, del sapere cosa<br />
e quando dire, o non dire, del “non far pesare” il proprio<br />
operato, del sottrarre peso sia alla malattia in sé stessa, che<br />
alla percezione di malattia come il paziente la comunica. Se<br />
così è, il medico che non conosce e non applica la leggerezza<br />
– questa leggerezza – ha forse sbagliato mestiere.<br />
Rapidità<br />
Per definire la sua rapidità, Calvino usa una delle citazioni<br />
più belle di tutta l’opera:“Tra le molte virtù di Chuang-Tzu,<br />
c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio.<br />
Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di<br />
tempo e di una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni<br />
il disegno non era ancora cominciato.<br />
“Ho bisogno di altri cinque anni” disse Chuang-Tzu. Il re<br />
glieli accordò.Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese<br />
il pennello, e in un istante, con un solo gesto, disegno un<br />
granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto”.<br />
Questa rapidità è la capacità di riconoscere il percorso più<br />
breve tra due punti, di attivare circuiti ben oliati, e di realizzare<br />
il “presto e bene” grazie ad una adeguata preparazio-<br />
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